sabato 14 giugno 2008

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE NAPOLITANO



Oreste Flamminii Minuto
L'Unità
13 giugno 2008


Signor Presidente,
sono certo che Lei tollererà che un comune cittadino, approfittando dello spazio che gli è concesso da un autorevole giornale, Le scriva una “lettera aperta” per esprimerLe alcune perplessità su ciò che il Governo sta per sottoporre all’approvazione del Parlamento in materia di intercettazioni telefoniche. E poiché nel caso di approvazione del disegno di legge Lei dovrà apporre la Sua firma in calce, fin da ora le chiedo di “non firmare”.
Le Sue osservazioni «sulla difesa della privatezza» e «sul ricorso misurato allo strumento delle intercettazioni» sono pienamente condivisibili e sicuramente il Parlamento ne terrà il dovuto conto. Mi sarei aspettato, però, anche una Sua presa di posizione sul “controllo sociale” che la pubblica opinione esercita in una società pluralista e democratica attraverso la libera espressione dei media, ma nulla è stato da Lei dichiarato in questo senso.
La carica da Lei rivestita Le offre la possibilità di richiedere il parere di validi consulenti e sicuramente, quando se ne ravviserà la necessità, Le verrà segnalato che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo con un sentenza del giugno dello scorso anno, ha condannato la Francia per aperta violazione dell'articolo 10 della Convenzione che stabilisce, al pari dell’art 21 della nostra Costituzione, la libertà di stampa. Due giornalisti avevano scritto un libro dal titolo «Les Oreilles du President», pubblicando documenti coperti dal segreto istruttorio. Ed erano stati condannati per rivelazione di quel segreto in tutti gradi della giurisdizione di quel Paese. Le norme violate dei due giornalisti sono, in buona sostanza, le stesse vigenti in Italia per la tutela del segreto investigativo e quelle stesse norme che il disegno di legge sulle intercettazione vorrebbe rendere più pesanti nelle sanzioni.
I Giudici della Corte di Strasburgo hanno stabilito che «è legittimo accordare una protezione particolare al segreto istruttorio, sia per assicurare la buona amministrazione della giustizia, sia per garantire il diritto alla tutela della presunzione d’innocenza delle persone oggetto d’indagine. Ma su queste esigenze prevale il diritto di informare, soprattutto quando si tratta di fatti che hanno raggiunto una certa notorietà tra la collettività».
Signor Presidente, se mai dovesse esserLe richiesta la firma in calce alla legge che la maggioranza ha in animo di approvare, non firmi. Eviterebbe sicuramente l’ennesima brutta figura dell’Italia in campo internazionale, avrebbe la riconoscenza di tutti gli uomini liberi del nostro paese e, secondo me, adempirebbe a un obbligo costituzionale.
Un cittadino di questa Repubblica

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ehi, c'è ancora qualche persona dabbene che ha il coraggio di dissentire pubblicamente e di scuotere la coscienza di chi ha il potere di impedire che si prendano decisioni inopportune che, invece di tutelare le persone oneste, tutelano i furbastri?
Da santificare, direi.

rossana

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Un vecchio grande avvocato penalista, un combattente nelle file dei radicali ed oggi della componente sinistra del PD.
Rimarrà il suo appello inascoltato ?