Stop anche ai premi a pioggia «a prescindere dalla qualità del lavoro svolto», ma che dovranno essere corrisposti secondo la «valutazione della qualità del prodotto e dei servizi resi».
La produttività - è scritto - «dovrà essere direttamente commisurata ai risultati ottenuti». Limitazioni anche per la carriera sulla base di automatismi dovuti all'anziantà di servizio. Quanto agli esuberi, dunque, l'idea è di introdurre un sistema di rilevamento delle unità di personale in più «perchè non più funzionali alla struttura o perchè inutili sotto il profilo della competenza e della professionalità». In questa seconda ipotesi «tali unità - è scritto ancora nel documento - sono collocate a disposizione, con l'erogazione della sola retribuzione di base, riqualificate e riassegnate ad altra amministrazione. In caso di rifiuto il rapporto di lavoro si risolverà di diritto».
Per la prima volta - dice il documento - «si ancora il sistema di valutazione del personale e dei dirigenti pubblici agli standard qualitativi dei servizi erogati che costituiscono criterio oggettivo e controllabile anche dall'esterno, dato l'obbligo di pubblicità degli indicatori di produttività e delle operazioni di valutazione, del rendimento dei dipendenti». La valutazione si svolgerà sì nelle singole amministrazioni, ma sarà «validato e controllato» da un organismo centrale presso la Funzione Pubblica «per garantire omogeneità ed efficacia». Si prevede, quindi, il riordino degli organismi di controllo interno per renderli adeguati alle nuove procedure, prevedendo requisiti di elevata professionalità e autonomia di giudizio. Brunetta vuole riordinare anche la dirigenza pubblica sempre più manageriale - secondo il suo progetto - nel gestire le risorse umane e finanziarie. I passaggi di carriera avverranno attraverso concorsi, valutati rigorosamente. Le indennità di risultato saranno attribuite ad un numero limitato di dirigenti in base, appunto, ai risultati conseguiti. Gli incarichi saranno conferiti seguendo principi di trasparenza; e sarà rivista anche la disciplina delle incompatibilità, mentre si prevede un meccanismo di «congelamento» delle indennità di risultato in attesa del concreto avvio del nuovo procedimento di valutazione.
Ma il documento presenta anche altre novità: lo statale che presenta un certificato contenente false attestazioni di malattia si macchierà del reato di truffa aggravata e pertanto sarà licenziato. Previsto anche un rafforzamento del sistema dei controlli medici giornalieri durante il periodo di assenza per malattia del dipendente nonché il licenziamento del medico, se pubblico dipendente, nel caso di falsa attestazione.
Oltre a modificare la disciplina delle sanzioni, Brunetta punta a introdurre la cultura della valutazione, ad un riordino della dirigenza e alla riforma della contrattazione. Obiettivi della riforma sono, infatti, un aumento dei beni e servizi pubblici, un progressivo miglioramento della qualità dei servizi; una maggiore prossimità delle amministrazioni ai cittadini e tempestività nell'erogazione delle prestazioni; insieme ad una riduzione dei costi. Quanto alla riforma del modello contrattuale (a giorni l'avvio del confronto tra le parti sociali nel settore privato), si punta ad una riduzione dei comparti; una revisione della durata degli accordi allineando la regolamentazione giuridica (la cui vigenza oggi è quadriennale) con quella economica (oggi biennale). La contrattazione di secondo livello dovrà collegarsi alla situazione economica e finanziaria dell'ente, alla Corte dei Conti spetterà il controllo della spesa."
- posto che le valutazioni dei dirigenti già sono effettuate "ab immemorabili" dalle singole Amministrazioni;
- posto che occorre individuare degli standard qualitativi dei servizi erogati, da porre come criterio oggettivo di valutazione e che tali indicatori di produttività e le relative valutazioni saranno resi di pubblico dominio;
- posto che tali valutazioni di ogni singola amministrazione dello Stato saranno validate e controllate dalla Fuzione Pubblica;
- posto che a tale scopo dovrà essere istituito un organismo centrale presso la Funzione Pubblica «per garantire omogeneità ed efficacia»;
- tutto ciò premesso, considerato e valutato,
vorrei chiedere a Renato Brunetta: ma sa di cosa sta parlando ? La legge 11 luglio 1980 n. 312 determinava il "Nuovo assetto retributivo-funzionale del personale civile e militare dello Stato", che aboliva le carriere del di cui al d.P.R. 3 gennaio 1957 n. 3 ed istituiva i livelli retributivo-funzionali dei pubblici dipendenti in base ad otto qualifiche funzionali (art. 2), poi aumentate a nove, ed ai profili professionali (art. 3) da individuare per ogni qualifica funzionale.
Furono impiegati quattro anni solo per delineare i profili professionali (d.P.R. 24 dicembre 1984 n. 1219), ai quali negli anni se ne aggiunsero numerosi altri.
O Renato Brunetta pensa (spera) di durare due legislature oppure l'annuncio è decisamente pletorico.
Ma non basta. Afferma ancora il documento citato che lo statale che presenta un certificato contenente false attestazioni di malattia si macchierà del reato di truffa aggravata e pertanto sarà licenziato.
E' dal 1984 (governo Andreotti) che si tenta di porre freno al fenomeno dell'assenteismo sui posti di lavoro, pubblici e privati, inutilmente. Il perchè del fallimento ho tentato di chiarirlo nel contrbuto del 30 maggio.
Risponda Brunetta a qualche altra domanda: come farà ? Chi accerterà che il certificato medico è falso, un altro medico ? Chi poi processerà e condannerà in tempi rapidi il dipendente publico che ha commesso reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, una magistratura ormai al collasso ? E chi l'ha portato al collasso, Dio onnipotente o la classe politica, di destra di centro e sinistra chi si è avvicendata al governo del paese e che rifiuta nella sostanza il controllo di legalità del loro operato e gli eventuali e conseguenti processi penali ?
Non vorrei che Brunetta tema una prossima campagna elettorale per altre imminenti elezioni politiche generali, di cui solo egli è a conoscenza.
Se si, lo dica in chiaro.
1 commento:
Mi piace allegare l'osservazione fattami da una persona amica via posta elttronica, che spero vorrà presto farli direttamente i commenti:
"Il problema mi assilla da tempo, anche perché sono di cultura americana, con tutti i suoi difetti ma anche pregi, basata sul merito naturalmente legato ai talenti del singolo individuo. Mi sembra logico dare in funzione delle prestazioni fornite. L'essenziele è che ciascuno si giochi il 100% dei suoi talenti e non faccia il furbetto come per esempio i falsi invalidi, leggasi cieco che ha fatto l'arbitro di calcio o coloro che invalidi totali ingannano il tempo lavorando in nero. A proposito dei medici il venire meno al giuramento di Ippocrate dovrebbe comportare l'immediata cancellazione dall'albo. Purtroppo in Italia abbiamo, mi si dice 144 mila leggi il che, a mio avviso permette di dire tutto ed il contrario di tutto. Forse se fossero 20 mila potremmo perseguire più rapidamente i furbetti e togliere un po' di superlavoro (e di soldini) agli studi legali.
E' chiaro che se non si ha una tale cultura e se le male abitudini vengono tollerate per decenni è duro il ripristino della correttezza professionale.".
La mia replica è stata la seguente: "Magari fosse così anche da noi, ma l'Italia è un accidenti geografico che sta in Europa per sbaglio ed è stato anche un crogiulo di razze di ogni genere nei secoli, dopo la caduta dell'impero romano d'occidente.
C'è un patrimonio genetico e c'è anche l'educazione familiare.
Entrambi sono importanti.
Come non darle ragione !
Lei mi ha elogiato diverse volte (mi ha fatto molto piacere) ma sappia che io non sono approdato affatto alla dirigenza, il mio è stato il passaggio ad un ruolo ad esaurimento dell'apice di carriera del precedente ordinamento.
Posto che in Italia non esiste la meritocrazia, le è facilissimo capire perchè non ho fatto carriera (peraltro, io non ho mai ragionato in termini di carriera, parola che non esiste nel mio vocabolario; io ho sempre inteso dare il massimo, il 100% e l'ho fatto contro il volere e l'interesse dei vertici dopo il 1980, quando furono cambiati per morte naturale dell'uno ed uccisione del futuro capo ad opera delle BR - andava al lavoro in tram e lì fu ucciso).
Non ho mai smesso di ragionare così.
Sarebbe interessante capire il contenuto dell'espressione "cultura americana" che lei ha usato.
Fatto sta che l'Italia è diventata quella che è per la mancanza di una classe dirigente pubblica e politica rispettabile.
Dopo le eccellenze del passato anche qui la deriva appare inarrestabile.
In Francia (per restare in Europa) i quadri della Pubblica Amministrazione si formano in una scuola rigidissima, al cui confronto la nostra Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione è un circo Barnum.
Abbiamo i dirigenti e i politici che ci meritiamo.
Il giuramento di Ippocrate temo che sia ormai da parecchi lustri un vuota formuletta.
La devo deludere, le leggi italiane sono oltre 200mila, in Francia circa 8mila.
Perseguire i furbetti è impossibile perchè i furbetti sono per primi quelli che le leggi le fanno.
Non ha idea di quanto è scaduta l'attività di legiferazione fra quella prima e quella dopo la II^ guerra mondiale, ma venendo a tempi più vicini, dopo il boom economico (la nostra carta costituzionale ce la invidiano da sempre).
Le sue divagazioni non sono affatto stupide, anzi sono molto stimolanti e testimonianza del suo desiderio di conoscenza.
un cordiale saluto."
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