MAURICE RAVEL - Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra
Leonard Bernstein al pianoforte secondo movimento adagio assai
2 commenti:
Anonimo
ha detto...
Che differenza tra le interpretazioni dello stesso concerto da parte di Bernstein, Benedetti Michelangeli e Martha Argerich! Tutte bellissime, ma anche io avrei scelto quella di Bernstein. Un aiuto al mio umore non proprio al top:-)
Rossana, hai proprio ragione, anche per me è stata una rivelazione l'esecuzione di Bernestein, che non conoscevo. Cercavo questo splendido secondo movimento sulla memoria dell'ascolto, tante volte reiterato, della straordinaria Martha Argerich, ma quella di Bernestein è prorompente di fisicità. L'ho ascoltata e riascoltata vedendolo suonare e mi dicevo che, in barba alla tecnica di più raffinata di Benedetti Michelangeli ed al tocco più "leggero" della Argerich, Bernstein donava alla esecuzione una intensità, uno spessore, una forza dinamica più potente. Fossi un musicologo saprei esprimermi meglio, con parole più appropriate, ma lo dico ugualmente. Bernestein era pianista, compositore e direttore d'orchestra, ma è noto sopratutto come direttore e compositore. Nella sua esecuzione si sente che il pianoforte non era più al primo posto e da anni, ma questa sensazione è compensata dalla passione. L'interpretazione di questo movimento dell'unico concerto di Ravel per pianoforte ed orchestra richiede, a mio giudizio, tanta passione e Bernestein era un uomo passionale anche nella vita privata. La magia del brano Bernestein ce la consegna tutta per intero assai più ed assai meglio degli altri geniali interpreti che conosciamo. Spero tu sia d'accordo con me.
2 commenti:
Che differenza tra le interpretazioni dello stesso concerto da parte di Bernstein, Benedetti Michelangeli e Martha Argerich! Tutte bellissime, ma anche io avrei scelto quella di Bernstein. Un aiuto al mio umore non proprio al top:-)
rossana
Rossana, hai proprio ragione, anche per me è stata una rivelazione l'esecuzione di Bernestein, che non conoscevo.
Cercavo questo splendido secondo movimento sulla memoria dell'ascolto, tante volte reiterato, della straordinaria Martha Argerich, ma quella di Bernestein è prorompente di fisicità.
L'ho ascoltata e riascoltata vedendolo suonare e mi dicevo che, in barba alla tecnica di più raffinata di Benedetti Michelangeli ed al tocco più "leggero" della Argerich, Bernstein donava alla esecuzione una intensità, uno spessore, una forza dinamica più potente.
Fossi un musicologo saprei esprimermi meglio, con parole più appropriate, ma lo dico ugualmente.
Bernestein era pianista, compositore e direttore d'orchestra, ma è noto sopratutto come direttore e compositore.
Nella sua esecuzione si sente che il pianoforte non era più al primo posto e da anni, ma questa sensazione è compensata dalla passione.
L'interpretazione di questo movimento dell'unico concerto di Ravel per pianoforte ed orchestra richiede, a mio giudizio, tanta passione e Bernestein era un uomo passionale anche nella vita privata.
La magia del brano Bernestein ce la consegna tutta per intero assai più ed assai meglio degli altri geniali interpreti che conosciamo.
Spero tu sia d'accordo con me.
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