mercoledì 23 luglio 2008

Psicofarmaci come antistress, è allarme


Il Corriere della Sera
21 luglio 2008
Sempre più usati per sopportare le pressioni sul lavoro. Milano «capitale dell'abuso»

MILANO - Psicofarmaci usati come antistress per lenire gli effetti dell'insoddisfazione e delle pressioni subite sul lavoro. Un fenomeno in continuo aumento, segnalato dall'assessore alla Salute del Comune di Milano, Giampaolo Landi di Chiavenna. L'allarme è stato lanciato proprio da Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, durante il convegno «Salute sul lavoro».

MILANO «CAPITALE» - «Gli esperti stanno registrando un abuso di psicofarmaci correlati allo stress da lavoro - spiega - e Milano spicca negativamente per il record di casi del genere». La metropoli, secondo gli esperti del settore, sembra aggiudicarsi il titolo di Capitale degli impiegati stressati. «Sono state condotte diverse indagini -osserva Pietro Penati, coordinatore del servizio di sorveglianza sanitaria per la tutela della salute dei lavoratori della Regione Lombardia- e tutte hanno confermato che circa il 50% dei lavoratori italiani è afflitto o affetto da stress da lavoro. La Lombardia rispecchia queste cifre». L'instabilitá emotiva, avverte Landi, «si ripercuote pericolosamente anche nella vita familiare. «Non si può parlare solo dei dipendenti degli uffici o degli operai. Nella classe dei lavoratori rientrano di diritto anche le casalinghe che spesso vivono un profondo stato di solitudine, aggravato dal mancato riconoscimento del loro ruolo. Una fonte enorme di stress».

INIZIATIVE - Per affrontare l'emergenza salute sul lavoro, l'assessorato comunale ha deciso di avviare un primo nucleo di iniziative, tra cui «un libro bianco. Contro le morti bianche, ma non solo: contro gli infortuni in genere, lo stress e l'abuso di psicofarmaci, il mobbing, i casi estremi di stalking che talvolta si verificano. Contro tutte le minacce alla salute del lavoratore». La fatica è anche psichica e sensoriale. Si pensi al rumore eccessivo e ripetitivo cui sono sottoposti certi lavoratori: si ripercuote non solo sull'udito ma su tutto l'organismo. Lo stress da lavoro è sempre più diffuso: si va da una fase moderata che permette il recupero totale, a una più intensa con conseguente accumulo dello stress, fino ai casi più gravi in cui l'affaticamento emotivo è permanente e dannoso.

LA SINDROME - La chiave per comprendere il fenomeno è in una definizione: Sindrome generale di adattamento. La prima tappa è quella dell'allarme. Tutto comincia con un aumento dell'adrenalina e dei corticoidi circolanti, e con uno stato di tensione emotiva. Poi si passa ai tentativi di resistenza, cioè allo sforzo di adattamento biologico e comportamentale agli stimoli esterni. Se l'operazione fallisce, scatta l'esaurimento. «I sintomi dello stress da lavoro sono molto comuni: alterazione del ritmo cardiaco e della pressione arteriosa. Ma anche problemi all'apparato digerente, iperidrosi, formicolii. Sul fronte psichico i campanelli d'allarme sono ansia e aggressivitá, perdita di autostima fino alla depressione», elenca Penati. Un caso tipico di stress da lavoro è quello del 'burnout', aggiunge Pietro Penati, coordinatore del servizio di sorveglianza sanitaria per la tutela della salute dei lavoratori della Regione Lombardia, «che porta gradualmente il lavoratore dall'entusiasmo idealistico all'apatia. Ultimo stadio: la morte professionale».


5 commenti:

Anonimo ha detto...

E' un problema reale,
come lo è anche il fenomeno del 'burnout'.
Madda

LUIGI A. MORSELLO ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
LUIGI A. MORSELLO ha detto...

L'articolo che ho riportato non parla del "burnout": ne vuoi scrivere tu ?

Anonimo ha detto...

Questa è l'ultima parte dell'articolo postato:

"Un caso tipico di stress da lavoro è quello del 'burnout', aggiunge Pietro Penati, coordinatore del servizio di sorveglianza sanitaria per la tutela della salute dei lavoratori della Regione Lombardia, «che porta gradualmente il lavoratore dall'entusiasmo idealistico all'apatia. Ultimo stadio: la morte professionale»."

Cosa dovrei aggiungere?
Ciao
Madda

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Errore di sbaglio fu !
Ne scriverò io.