sabato 26 luglio 2008

Ryanair attacca Bossi per aiuti ad Alitalia



Il Corriere della Sera
26 luglio 2008
Leghisti furiosi:«Mai più sui loro aerei»
Manifesto della compagnia con il gestaccio del senatùr Castelli:«Dirigenti si scusino o faremo verifiche»

ROMA - Polemiche per l'ultima campagna pubblicitaria di Ryanair. La compagnia low-cost si è scagliata ancora una volta contro i presunti aiuti di stato ad Alitalia. Per farlo ha scelto di usare il leader leghista e ministro delle Riforme, Umberto Bossi. Il senatur è stato immortalato nell'home page italiana della compagnia mentre si scatena nell'ormai celebre gesto con il dito medio alzato contro l'inno italiano.

LEGA INDIGNATA - L'iniziativa pubblicitaria della compagnia aerea irlandese ha scatenato dure reazioni da parte della Lega. «Tutto immaginavo tranne che Ryanair fosse un partito politico - ha dichiarato Roberto Castelli. In qualità di Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti mi attiverò per capire se questa sorprendente presa di posizione sia compatibile con l'attività di operatore della compagnia negli aeroporti italiani». "Ora mi auguro che arrivino immediatamente le scuse dei dirigenti - sottolinea Castelli. In ogni caso certamente io non mi avvarrò dei servizi di Ryanair».

IDV, «ITALIA ZIMBELLO INTERNAZIONALE» - Di tutt'altro parere l'opposizione. Secondo Silvana Mura, deputata dell'Italia dei Valori, per colpa di Bossi a uscirne a pezzi è l'immagine dell'Italia. «Chi di dito medio ferisce, di dito medio perisce. Questo verrebbe da dire ai leghisti che ora si scandalizzano per la trovata pubblicitaria di Ryanair, peccato che a farne le spese sia l'immagine dell'Italia - sottolinea -. Quanto sta accadendo è in primo luogo colpa del Presidente del consiglio e della sua maggioranza che hanno considerato poco più che una fanfaronata il fatto che un ministro insultasse l'inno d'Italia». «Lo avevamo detto che in ballo c'era la dignità del nostro stato e questo fatto ci da ragione - ribadisce Mura -. Se il governo italiano è il primo che dimostra di non avere a cuore la dignità dei simboli che rappresentano la nazione è inevitabile che anche all'estero la dignità dell'Italia sia vilipesa come accade con la pubblicità della compagnia aerea irlandese. Un motivo questo per rinnovare un pressante invito al governo a venire a riferire urgentemente in parlamento sulla scandalosa vicenda del ministro Bossi, invito che fino ad oggi è stato clamorosamente ignorato».

COMMENTO

Purtroppo qui da noi, in Italia, è saltato il quadro di riferimento di valori che ogni nazione democratica deve avere ed ha e non v'è dubbio che ciò è l'effetto erosivo della politica berlusconiana (prima i miei interesse e poi ...) che ha causato o, forse, velocizzato l'abbandono di ogni etica della politica e galvanizzato le spinte autonomistiche, la deriva sociale, l'egoismo individuale o di gruppi etnici regionali bene definiti.
Il c.d. "federalismo fiscale" altro non è che l'esaltazione, qualunque ne sia la causa, dell'egoismo, della frattura di ogni rapporto sociale, della coltivazione del proprio orticello, sull'onda dell'indubbia produttività del nord e del nord-est italiano e dello scontento per la latitanza dello Stato in materia di infrastrutture.
Il gruppo dirigente della Lega Nord non eccelle certo per cultura politica ed il lieder Bossi resta indifferente delle sorti della società italiana.
Basti considerare che questo individuo, anzichè prendersela con l'ignoranza crassa del figlio, bocciato agli esami di Stato sostenuto presso una scuola privata (è il massimo, davvero !), mandadolo a lavorare in una officina meccanica qualsiasi (quella dello zio, ad esempio), spara ad alzo zero contro gli insegnanti meridionali, colpevoli di non aver saputo riconoscere la raffinata preparazione culturale del figlio, nascondendo dietro il clamore di questa sparata, come della vicenda del "dito medio", il tradimento del suo elettorato che si aspetta un federalismo fiscale, per fortuna molto di là da venire: sono più importanti gli interessi, le ossessioni e la visione meramente societaria di gestione dell'Italia del suo capo Berlusconi.


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