La Repubblica
28 luglio 2008
Brunetta fa un gioco mediatico"
Il ministro: "Entro fine anno avremo cambiato i comportamenti dei fannulloni"
Il ministro: "Entro fine anno avremo cambiato i comportamenti dei fannulloni"
La replica: "Le riforme non si fanno a bastonate, basta sparare sui dipendenti pubblici"
ROMA - "Se tutto andrà bene, entro la fine dell'anno avremo cambiato i comportamenti opportunistici dei fannulloni". Con il lessico che ha scelto di usare fin dal suo insediamento al dicastero della Pubblica amministrazione e innovazione, il ministro Renato Brunetta in un'intervista a SkyTg24 esprime soddisfazione per i numeri di quello che, dal suo nome, viene sinteticamente definito "effetto Brunetta". Ovvero i numeri, contenuti in un dossier preparato dagli uffici del suo ministero, che dimostrerebbero come lo spauracchio dei controlli e delle penali sui dipendenti della p.a. da lui agitato pochi mesi fa abbia fatto effetto, con quel 18% in meno di assenze per malattia dagli uffici statali. Una soddisfazione, quella del ministro, incrinata tuttavia dalle critiche dei sindacati. "Un gioco tutto mediatico", dice il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, in un'intervista a Radio Capital. Mentre l'ex leader della Cisl, Savino Pezzotta, oggi presidente della Rosa Bianca e deputato Udc, osserva che "per risolvere i problemi non basta il decisionismo" e suggerisce a Brunetta di "proporre in tempi brevi un patto di concertazione con i rappresentati dei lavoratori per trovare soluzioni condivise" da applicare all'attuale fase di confronto sul tema della riforma della pubblica amministrazione.
Un quadro incompleto, quello dell'indagine della quale parla il ministro. Solo 27 amministrazioni - fra ministeri, enti pubblici, pochi Comuni e alcune Regioni - sono state prese in considerazione. Ciò non toglie che i risultati siano comunque significativi: nel 74% dei casi il numero delle assenze per malattia è calato rispetto a maggio-giugno del 2007. In 7 amministrazioni la flessione è andata oltre il 15%, in altre ha comunque superato il 10%.
ROMA - "Se tutto andrà bene, entro la fine dell'anno avremo cambiato i comportamenti opportunistici dei fannulloni". Con il lessico che ha scelto di usare fin dal suo insediamento al dicastero della Pubblica amministrazione e innovazione, il ministro Renato Brunetta in un'intervista a SkyTg24 esprime soddisfazione per i numeri di quello che, dal suo nome, viene sinteticamente definito "effetto Brunetta". Ovvero i numeri, contenuti in un dossier preparato dagli uffici del suo ministero, che dimostrerebbero come lo spauracchio dei controlli e delle penali sui dipendenti della p.a. da lui agitato pochi mesi fa abbia fatto effetto, con quel 18% in meno di assenze per malattia dagli uffici statali. Una soddisfazione, quella del ministro, incrinata tuttavia dalle critiche dei sindacati. "Un gioco tutto mediatico", dice il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, in un'intervista a Radio Capital. Mentre l'ex leader della Cisl, Savino Pezzotta, oggi presidente della Rosa Bianca e deputato Udc, osserva che "per risolvere i problemi non basta il decisionismo" e suggerisce a Brunetta di "proporre in tempi brevi un patto di concertazione con i rappresentati dei lavoratori per trovare soluzioni condivise" da applicare all'attuale fase di confronto sul tema della riforma della pubblica amministrazione.
Un quadro incompleto, quello dell'indagine della quale parla il ministro. Solo 27 amministrazioni - fra ministeri, enti pubblici, pochi Comuni e alcune Regioni - sono state prese in considerazione. Ciò non toglie che i risultati siano comunque significativi: nel 74% dei casi il numero delle assenze per malattia è calato rispetto a maggio-giugno del 2007. In 7 amministrazioni la flessione è andata oltre il 15%, in altre ha comunque superato il 10%.
Una flessione che tuttavia, secondo Bonanni, "non è costruita su dati, e il ministro deve spiegare qual è il criterio usato". La differenza fra pubblico e privato, continua il leader della Cisl, "è solo dell'1,3%, mentre fino a cinque, sei anni fa era del 5%". E paragona la campagna anti-fannulloni animata da Brunetta all'esperienza di Tangentopoli nella lotta alla corruzione. "E' come dire che Tangentopoli abbia sgominato la corruzione. Non è stato così, perché le riforme sono cose che si fanno in maniera ponderata, mettendo insieme le parti più moderate e disponibili, costruendo progetti. Quando si pensa di risolvere in un giorno situazioni abbandonate per decenni - continua Bonanni - è come seminare un granello in superficie: sembra che metta subito radici, ma il sole le brucia".
Insomma, incalza Bonanni, "basta con questa campagna denigratoria. Il meccanismo è chiaro:si spara sulla categoria dei dipendenti pubblici, se ne parla male tutti i giorni, e poi si taglia, tanto se i reprobi strillano non fa nulla, non importa a nessuno. Non va bene, nessuno può pensare di fare le riforme a bastonate".
Insomma, incalza Bonanni, "basta con questa campagna denigratoria. Il meccanismo è chiaro:si spara sulla categoria dei dipendenti pubblici, se ne parla male tutti i giorni, e poi si taglia, tanto se i reprobi strillano non fa nulla, non importa a nessuno. Non va bene, nessuno può pensare di fare le riforme a bastonate".
Le critiche, però, non dissuadono il ministro dai suoi propositi. Brunetta fa notare che il calo rilevato dall'indagine è avvenuto "senza nuove norme, perché la mia circolare esplicativa sulle assenze per malattia è di metà luglio", e ribadisce che "molto probabilmente a settembre, quando produrrò mensilmente questo dossier, ci saranno anche i risultati con le regole cambiate, più restrittive, e ne vedremo delle belle. Molto probabilmente avremo delle ulteriori riduzioni, spero del 30-40%".
COMMENTO
Chi di speranza vive ...
1 commento:
Riprendono a volare le borse. Continuano a precipitare salari e pensioni.
Volano le borse di tutto il mondo dopo il via libera al “piano anticrisi” messo a punto dai leader dell'Unione europea che prevede che i quindici Paesi della zona euro garantiscano i prestiti interbancari e la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà. I listini di tutto il mondo si lasciano alle spalle una delle settimane più nere della storia dei mercati (-21% il calo segnato da Piazza Affari) e tornano a salire. A spingere in alto i titoli, la valanga di miliardi di euro e di dollari immessi nel fine settimana dai governi per cercare di far ripartire la circolazione del credito, congelato dalla crisi dei mutui. Milano, Parigi, Londra, Francoforte e Wall Street, chiudono la giornata con guadagni stellari, mai visti negli ultimi anni, che arrivano a superare il 10%. In forte ascesa nel Vecchio Continente proprio i titoli bancari, maggiormente tartassati dalla crisi scatenata ormai più di un anno fa dalla tempesta dei mutui statunitensi. In salita anche i petroliferi sulla spinta del petrolio, tornato nella notte sopra la soglia degli 81 dollari al barile. “LORO” hanno trovato cifre assurde per salvare banche corrotte, incapaci (nella migliore delle ipotesi) e speculatrici, poi ogni anno ci dicono che non ci sono i soldi per la sanità, per la sicurezza, per la scuola, per il lavoro e le pensioni. I soldi ci sono sempre per chi ne maneggia tanti. Non ci sono mai per chi - come da contratto (CCNL) - ne ha pochi. Anzi sono proprio pensionati e lavoratori dipendenti che vengono sempre tartassati e chiamati in causa per salvare governi, banche, assicurazioni, compagnie telefoniche e di bandiera. Con i nostri sacrifici, con le nostre tasse, le banche potranno ancora… strozzarci!!!
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