Anais Ginori
La Repubblica
18 agosto 2008
Colpa di un raro insetto, la cicadella, che ha infestato le piantagioni, portando al deperimento dei fiori e poi all'estinzione degli arbusti. I ricercatori di botanica stanno tentando di creare in laboratorio una nuova varietà di lavanda che sia resistente all'insetto. Ma sembra una lotta contro il tempo. E già quest'estate, le distese di lavanda così amate dai turisti, e che culminano in una festa del raccolto a ferragosto, sono state molto ridotte. Anche a causa del cambiamento climatico.
Negli altipiani dove cresce la lavanda, gli inverni sono diventati più miti e senza neve, mentre le estati sono torride. La terra si è seccata, e la pianta non è riuscita finora ad adattarsi. "Qui, sono anche arrivate le cicale che prima non c'erano" fanno notare i coltivatori.
L'allarme è preso molto sul serio dalle autorità locali. "La lavanda per noi è tutto: il colore e ricchezza della nostra terra" spiega Benoit Cassan, del centro regionale per le piante aromatiche (Crieppam). Un terzo della produzione mondiale di lavanda viene dalla Provenza, e ha il suo epicentro nella cittadina di Grasse, capitale degli oli essenziali. Il fiore è usato come essenza soprattutto in profumeria, ma anche in erboristeria (ha proprietà antisettiche e calmanti) e persino per la cucina.
Negli ultimi anni, la concorrenza dei paesi dell'Est ha messo a dura prova i produttori francesi. Le esportazioni a basso costo di lavanda da Romania e Bulgaria sono notevolmente aumentate. Ora, anche la Cina si è lanciata nella produzione. E così il rischio di essere spazzati via dal mercato per i piccoli coltivatori provenzali è davvero alto.
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