lunedì 25 agosto 2008

Quel poliziotto francese sulle tracce dei marziani



Anais Ginori
La Repubblica
19 agosto 2008

L'ultimo caso risolto: oggetti luminosi avvistati da decine di abitanti nel cielo sopra l'isola d'Yeu, in Vandea. In realtà, erano lanterne tailandesi portafortuna, un uomo le aveva lanciate in volo come segno di benaugurio. A gennaio, un meteorite caduto in un campo di grano in Provenza era stato scambiato per un'astronave. Ora rimane da capire quell'aureola arancione fotografata durante un temporale vicino a Lione.
Meno male che c'è Jacques Patenet. Senza di lui, l'universo sembrerebbe più minaccioso di quel che è. Trecento miliardi di stelle nella nostra galassia, altre 100 galassie come le nostre: c'è da perderci la testa. Questo anziano astrofisico, capelli bianchi, cravatta sempre impeccabile e modi garbati, difende la nostra razionalità. Il suo mestiere - cacciatore di Ufo - non deve trarre in inganno. Patenet è un esperto autorevole.
Lavora da più di trent'anni per il ministero della Difesa, insieme alla gendarmeria che raccoglie avvistamenti, paure, suggestioni. Niente fantascienza o incontri ravvicinati. Qui si tratta di verbali di polizia e inchieste scientifiche. E' dal 1969 che la Francia ha un nucleo per l'osservazione degli "oggetti volanti non identificati". Le segnalazioni alle autorità sono costanti, con alcuni picchi temporali (per esempio il 1980 e il 1993) e spaziali (Provenza e regione parigina).
Quest'anno, però, sembra destinato a segnare un nuovo record. Trenta avvistamenti nei primi sei mesi, quasi il doppio del 2007. Ma anche questo è mistero presto svelato. Il Geipan - il centro di ricerca guidato da Patenet - ha da poco messo in rete il suo archivio. Oltre 1.600 verbali, con le relative inchieste.
L'interesse di chi crede o teme gli Ufo è stato tale che il sito è finito ripetutamente fuori uso. E gli X-Files francesi invece di rassicurare, hanno aumentato fantasie e strane percezioni. "Mettendo in rete il nostro archivio - spiega Patenet - volevamo smontare gli appassionati del complotto".
Il centro di studio si trova a Tolosa, qui arrivano tutte le denunce: testimonianze, disegni, foto e video. Scartate le ricostruzioni più inverosimili (un terzo), viene chiesto il parere di esperti: astronomi, fisici, ingegneri spaziali. Quasi metà delle manifestazioni "paranormali" vengono spiegate con un fenomeno naturale: albe boreali, eclissi, lampi, fuochi d'artificio ma anche meteoriti o pezzi di fusoliere caduti dallo spazio. Un 15% soltanto delle segnalazioni corrisponde a "fenomeni aerospaziali di Tipo D". Ovvero enigmi senza risposta. Ce ne sono una decina in tutto, eventi celesti che resistono a ogni logica. "Non credo alla vita extraterrestre. Ma penso sia giusto indagare per non lasciare questo fenomeno a sette o ciarlatani" spiega Patenet.
Le inchieste possono durare a lungo. Nel 1995, due contadini francesi avevano visto precipitare nella loro fattoria un cilindro metallico incandescente. Secondo la Nasa, era il detrito di un satellite russo messo in orbita pochi giorni prima. Ma poi gli studiosi avevano scoperto un sigillo del Terzo Reich. Soltanto nel 2000, si è scoperto che si trattava di un frammento di granata della seconda guerra mondiale.
L'importante, dice adesso Patenet, è portare la gente a testimoniare, a esprimere le proprie paure. Niente ideologia, soltanto un meticoloso lavoro di investigazione. E sulla porta del suo ufficio, sarebbe pronto a mettere lo slogan del tenente Mulder, protagonista della serie tv X-Files: "Io voglio credere". Solo così si possono prevenire possibili fobie collettive.

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