"Doveva arrivare prima o poi, lo sapevo che doveva arrivare". Non è sorpreso Beppino Englaro per la denuncia del comitato Verità e Vita che ha portato la procura di Udine ad aprire un'inchiesta in cui lui e altre 13 persone sono state iscritte nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio per la morte di Eluana, avvenuta lo scorso 9 febbraio. "Me l'aspettavo" ha detto Englaro, ricordando che in passato da più parti erano state annunciate denunce. Intanto non si placa la polemica sulla vicenda. Per il cardinale Javier Lozano Barragan "se Beppino Englaro ha ammazzato la figlia allora è un omicida". "Gli uomini di chiesa moderino il linguaggio", replica a distanza don Tarcisio Puntel, parroco di Paluzza che ha celebrato i funerali di Eluana.
Beppino: "Sono tranquillo". "Mi sono mosso sempre nella legalità e perciò sono tranquillo" ha detto Beppino a proposito dell'apertura dell'indagine per omicidio in cui è indagato insieme all'équipe dei medici che ha sospeso la nutrizione artificiale a Eluana, tra cui l'anestesista Amato De Monte. Englaro, che prevede di essere convocato dalla magistratura dopo il deposito degli esiti definitivi degli esami autoptici effettuati sulla figlia, ripete di sentirsi "tranquillo, a posto, perché fin dal primo minuto mi sono mosso nella legalità".
Sacconi, dimensione penale è molto discutibile. "Credo che la dimensione penale, in generale, sia molto discutibile in questi casi" ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che intanto ha ammesso di aver ricevuto il secondo avviso di garanzia, dopo quello di Roma, questa volta "da Trieste per violenza privata in relazione all'atto di indirizzo emanato per la vicenda di Eluana Englaro". "Credo - ha sottolineato Sacconi - che i profili in questa vicenda siano ben altri". Ad ogni modo, ha concluso Sacconi, "a mio avviso ci sono state delle situazioni, e non mi riferisco a Beppino Englaro, di irregolarità che avevano evidenziato i carabinieri dei Nas".
L'avvocato della famiglia Englaro. L'iscrizione nel registro degli indagati di 14 persone, compreso papà Englaro, secondo l'avvocato di famiglia "era un atto atteso solo che, forse, doveva giungere il giorno stesso della morte della donna. Per noi non cambia nulla ora avremo modo di chiarire tutto in contraddittorio". Per l'avvocato, tuttavia, la procura di Udine non ha ancora risolto il dubbio "se quanto avvenuto alla Quiete sia stato legittimo oppure no. Per questo che i magistrati stanno lavorando su due fronti".
La procura. "L'iscrizione sul registro degli indagati di 14 persone sul caso Eluana Englaro costituisce un atto dovuto", spiega in una nota il procuratore della Repubblica di Udine Antonio Biancardi. Biancardi precisa che "l'iscrizione è avvenuta dopo le tante, specifiche, anche nominativamente, denunce inviate o presentate a questo ufficio da parte di cittadini, tutti identificati e identificabili. L'iscrizione è avvenuta solo in questi ultimi giorni - aggiunge - per la necessità di separare le specifiche denunce verso le persone poi iscritte dai, pure numerosissimi, esposti a volte deliranti, privi tuttavia di rilevanza penale o di precise accuse".
Cinquanta esposti. Sul tavolo del magistrato sono giunti oltre cinquanta esposti, sia da associazioni locali sia nazionali, sulla vicenda Eluana, esposti che il procuratore ha sempre detto di voler seguire di persona. Tra questi quello del 'Comitato Verità e Vita'. "Si tratta di una vera e propria relazione dettagliata - ha detto Mario Palmaro, presidente del Comitato - nella quale chiamiamo in causa Beppino Englaro, il personale medico e infermieristico, nonché i dirigenti responsabili della casa di riposo". Chi invece si chiama fuori è l'associazione Scienza è Vita che precisa di "non aver mai presentato alla Procura di Udine alcuna denuncia verso chicchessia per omicidio volontario".
L'attacco di Barragan. Dunque non accenna a calare il silenzio sulla vicenda di Eluana, così come non accennano a abbassarsi i toni della Chiesa che anche oggi, per bocca del cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari per la Pastorale della salute, torna ad attaccare Beppino Englaro: "Abbiamo un comandamento, il quinto, che dice di non uccidere. Chi uccide un innocente commette un omicidio e questo è chiaro. Se Beppino Englaro ha ammazzato la figlia Eluana allora è un omicida".
Il parroco. "Gli uomini di Chiesa moderino il linguaggio, non si può usare un linguaggio come quello del cardinale Barragan", dichiara invece don Tarcisio Puntel, parroco di Paluzza, il paese d'origine della famiglia Englaro, uno dei pochi sacerdoti che ha ancora un contatto con papà Englaro. "Beppino - aggiunge don Puntel - ha sbagliato, gliel'ho sempre detto, lui sa che ho una visione opposta alla sua, ma tra noi c'è rispetto - afferma il parroco - ed è per questo che continua il dialogo. Usare parole come 'assassino' o 'omicida' e apostrofare una persona in questo modo non è da cristiani. La verità va detta fino in fondo, senza mezzi termini, ma in un rapporto dialogico".
(27 febbraio 2009)
Beppino: "Sono tranquillo". "Mi sono mosso sempre nella legalità e perciò sono tranquillo" ha detto Beppino a proposito dell'apertura dell'indagine per omicidio in cui è indagato insieme all'équipe dei medici che ha sospeso la nutrizione artificiale a Eluana, tra cui l'anestesista Amato De Monte. Englaro, che prevede di essere convocato dalla magistratura dopo il deposito degli esiti definitivi degli esami autoptici effettuati sulla figlia, ripete di sentirsi "tranquillo, a posto, perché fin dal primo minuto mi sono mosso nella legalità".
Sacconi, dimensione penale è molto discutibile. "Credo che la dimensione penale, in generale, sia molto discutibile in questi casi" ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che intanto ha ammesso di aver ricevuto il secondo avviso di garanzia, dopo quello di Roma, questa volta "da Trieste per violenza privata in relazione all'atto di indirizzo emanato per la vicenda di Eluana Englaro". "Credo - ha sottolineato Sacconi - che i profili in questa vicenda siano ben altri". Ad ogni modo, ha concluso Sacconi, "a mio avviso ci sono state delle situazioni, e non mi riferisco a Beppino Englaro, di irregolarità che avevano evidenziato i carabinieri dei Nas".
L'avvocato della famiglia Englaro. L'iscrizione nel registro degli indagati di 14 persone, compreso papà Englaro, secondo l'avvocato di famiglia "era un atto atteso solo che, forse, doveva giungere il giorno stesso della morte della donna. Per noi non cambia nulla ora avremo modo di chiarire tutto in contraddittorio". Per l'avvocato, tuttavia, la procura di Udine non ha ancora risolto il dubbio "se quanto avvenuto alla Quiete sia stato legittimo oppure no. Per questo che i magistrati stanno lavorando su due fronti".
La procura. "L'iscrizione sul registro degli indagati di 14 persone sul caso Eluana Englaro costituisce un atto dovuto", spiega in una nota il procuratore della Repubblica di Udine Antonio Biancardi. Biancardi precisa che "l'iscrizione è avvenuta dopo le tante, specifiche, anche nominativamente, denunce inviate o presentate a questo ufficio da parte di cittadini, tutti identificati e identificabili. L'iscrizione è avvenuta solo in questi ultimi giorni - aggiunge - per la necessità di separare le specifiche denunce verso le persone poi iscritte dai, pure numerosissimi, esposti a volte deliranti, privi tuttavia di rilevanza penale o di precise accuse".
Cinquanta esposti. Sul tavolo del magistrato sono giunti oltre cinquanta esposti, sia da associazioni locali sia nazionali, sulla vicenda Eluana, esposti che il procuratore ha sempre detto di voler seguire di persona. Tra questi quello del 'Comitato Verità e Vita'. "Si tratta di una vera e propria relazione dettagliata - ha detto Mario Palmaro, presidente del Comitato - nella quale chiamiamo in causa Beppino Englaro, il personale medico e infermieristico, nonché i dirigenti responsabili della casa di riposo". Chi invece si chiama fuori è l'associazione Scienza è Vita che precisa di "non aver mai presentato alla Procura di Udine alcuna denuncia verso chicchessia per omicidio volontario".
L'attacco di Barragan. Dunque non accenna a calare il silenzio sulla vicenda di Eluana, così come non accennano a abbassarsi i toni della Chiesa che anche oggi, per bocca del cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari per la Pastorale della salute, torna ad attaccare Beppino Englaro: "Abbiamo un comandamento, il quinto, che dice di non uccidere. Chi uccide un innocente commette un omicidio e questo è chiaro. Se Beppino Englaro ha ammazzato la figlia Eluana allora è un omicida".
Il parroco. "Gli uomini di Chiesa moderino il linguaggio, non si può usare un linguaggio come quello del cardinale Barragan", dichiara invece don Tarcisio Puntel, parroco di Paluzza, il paese d'origine della famiglia Englaro, uno dei pochi sacerdoti che ha ancora un contatto con papà Englaro. "Beppino - aggiunge don Puntel - ha sbagliato, gliel'ho sempre detto, lui sa che ho una visione opposta alla sua, ma tra noi c'è rispetto - afferma il parroco - ed è per questo che continua il dialogo. Usare parole come 'assassino' o 'omicida' e apostrofare una persona in questo modo non è da cristiani. La verità va detta fino in fondo, senza mezzi termini, ma in un rapporto dialogico".
(27 febbraio 2009)
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