martedì 17 marzo 2009

Aggressioni di cani, mancano le leggi»


RAGUSA - Il giorno dopo la morte di Giuseppe Brafa, 10 anni, aggredito da un branco di cani randagi nel Ragusano, le polemiche e la richiesta di provvedimenti concreti partono dalla Sicilia e arrivano a Roma. Il sindaco di Scicli Giovanni Venticinque parla di «tragedia annunciata» e denuncia sia il vuoto legislativo che non consente di abbattere cani ritenuti pericolosi, sia la mancanza di fondi per rispettare la legge che impone a tutti i Comuni di avere un canile.

«INATTIVITÀ DEI SINDACI» - Il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha chiesto un incontro con l'assessore siciliano alla Sanità Massimo Russo. «Da quando mi sono insediata denuncio l'inattività colpevole dei sindaci del centro-sud» dice Martini, sottolineando che «il randagismo è un problema gravissimo di salute e incolumità pubblica e che i mancati investimenti di risorse destinate alla raccolta, alla "chippatura" e al ricovero degli animali vaganti sta diventando un fenomeno altrettanto grave. La Sicilia è ampiamente nota per fatti gravissimi non solo di randagismo, ma anche per di maltrattamento sugli animali». Era stata l'Associazione dei veterinari a chiedere l'intervento del ministero e la creazione di un tavolo di coordinamento con le strutture private. «Il randagismo è un'emergenza nazionale» scrive in una nota il presidente Carlo Scotti, sottolineando che «la tragedia di Modica si poteva evitare». Dal canto suo l'assessore Russo ha chiesto ai dirigenti del servizio veterinario dell'assessorato e dell'Ausl 7 di Ragusa una relazione urgente per chiarire la dinamica della morte del bambino e si è impegnato a varare un piano straordinario di interventi per ridurre il fenomeno del randagismo che in Sicilia ha raggiunto livelli di emergenza.

ABBATTIMENTO - «C'è l'assenza di leggi e, se ci sono, sono superficiali - accusa il sindaco Venticinque -. Cominciamo a preventivare l'abbattimento degli animali, qualora si ritengano pericolosi. Questa possibilità non esiste in Italia. Non erano cani randagi, ma erano affidati dalla Procura di Modica a un privato cittadino, un animalista convinto che li teneva. Le ultime segnalazioni risalivano allo scorso agosto, da allora nessun'altra segnalazione. Avevamo affidato tutto alla Procura, toccava alle forze dell'ordine intervenire, per noi non era più un problema. I cani inoltre stavano in una recinzione, non erano in balia di loro stessi».

NESSUN CANILE - Il sindaco ha ammesso di non essere in regola con la legge che impone ai Comuni di avere un canile. Per questo i 50 cani, dopo l'aggressione a una turista l'estate scorsa, erano stati affidati al privato. «Siamo indietro anni luce, stiamo cercando di costruire una struttura, ma abbiamo solo 15mila euro all'anno in bilancio per le società che chiamiamo per portare i cani in canile. Il governo dia soldi per obbligare e mettere in condizioni le amministrazioni a costruirli».

LUTTO CITTADINO - I funerali di Giuseppe Brafa si terranno martedì alle 15 nella chiesa di San Giorgio a Modica e il sindaco Antonello Buscema ha proclamato il lutto cittadino. «La tragica e assurda morte del piccolo Giuseppe è un evento luttuoso che addolora la nostra comunità - si legge nella nota del primo cittadino -. Siano vicini e solidali nel dolore alla famiglia e continuiamo a chiederci se tutti i provvedimenti necessari siano stati attivati per evitare che ancora oggi possano accadere simili tragedie». Annullate le iniziative culturali e di intrattenimento in programma martedì a Modica.

BAMBINO SOTTO CHOC - Oltre al bambino di 10 anni, domenica sono stati aggrediti dallo stesso branco un uomo di 47 anni (medicato e subito dimesso) e un piccolo di 9 anni, soccorso da un passante. Quest'ultimo è ricoverato nel reparto di pediatria dell'ospedale Maggiore di Modica con una prognosi di venti giorni. Le sue condizioni sono stazionarie, ma è sotto choc e non parla. Un blocco psicologico, ipotizzano i medici, legato a una crisi di panico per l'aggressione.

PAURA IN UNA VILLA - Il custode dei cani intanto è stato arrestato: è Virgilio Giglio, 62 anni. Gli animali responsabili delle tre aggressioni sono stati catturati dai carabinieri e verosimilmente saranno abbattuti. Ma parte del branco continua a seminare il terrore. Lunedì alcuni cani hanno tentato di entrare in una villetta: dentro c'era una donna di 74 anni, riuscita a chiudere la porta in tempo, che ha visto dalla finestra i randagi avventarsi con violenza su una bambola rimasta in giardino. Gli animali ancora in libertà sono riusciti finora a sfuggire ai tentativi di cattura. Al lavoro i carabinieri di Modica: gli animali in circolazione sarebbero una decina.

«OTTANTA CANI» - Giglio era stato incaricato della custodia dei randagi dalla Procura di Modica, in assenza di un canile nella zona. Doveva nutrirli e tenerli sotto controllo, ma evidentemente non ha ottemperato al compito assegnato. Quando i carabinieri sono andati a prenderlo, si è barricato in casa e ha aizzato contro i militari una decina di animali. «All’interno del recinto ne abbiamo trovati circa ottanta» ha detto il capitano dei carabinieri di Modica Alessandro Loddo. Le accuse per Giglio sono di concorso in omicidio colposo, malversazione di animali, omessa custodia e resistenza a pubblico ufficiale. Da tempo gli abitanti della zona avevano segnalato la presenza di cani allo stato brado e nei mesi scorsi c'erano già state aggressioni e denunce.

LAV: COMMISSIONE D'INCHIESTA - Secondo la Lav, che ha chiesto al sottosegretario Martini e all'assessore regionale Russo di istituire una commissione d'inchiesta, non si è trattato di una tragedia annunciata bensì di un dramma che vede precise responsabilità umane. «Chiediamo di appurare le motivazioni che hanno portato ad affidare questi cani, dopo la prima aggressione di mesi fa, a un singolo cittadino, definito impropriamente animalista e evidentemente non preparato a tale responsabilità, piuttosto che a un ente pubblico, al servizio veterinario Asl o a un'associazione animalista» dice il presidente Lav Gianluca Felicetti.

16 marzo 2009

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