lunedì 9 marzo 2009

Amore o odio a prima vista. Ecco come decide il cervello


IL PRIMO incontro? Quasi sempre decisivo. Bastano pochi minuti, a volte secondi. Attimi rapidissimi in cui studiamo una faccia nuova, ne osserviamo i comportamenti per dare un giudizio preciso, che con molta probabilità non cambierà. Ma in che modo il cervello decide chi, a pelle, ci è simpatico o proprio non ci va giù? Scienziati della New York University e di Harvard hanno identificato i sistemi neurali coinvolti in questo delicato processo.

Quando incontriamo qualcuno che non conosciamo, ci mettiamo pochissimo a farci una prima impressione e a stabilire se ci piace o no. Per cercare di capire che cosa guidi questo processo rapido ed implacabile, in uno studio pubblicato su Nature Neuroscience i ricercatori del laboratorio di Elizabeth Phelps, professore di psicologia e neuroscienze alla New York University, guidati da Daniela Schiller hanno analizzato il comportamento del cervello in un gruppo di volontari cui era stato chiesto di valutare alcuni individui. Ai partecipanti allo studio sono stati fatti leggere i profili inventati di 20 individui, con tratti della personalità tra loro molto diversi. Ai profili erano accoppiate una serie di foto. Dopo averli letti e guardato le foto, i volontari dovevano dare una valutazione delle persone, dicendo quanto gli piaceva o al contrario quanto gli risultava sgradito ciascuno di loro.

Durante questo lasso di tempo in cui la loro opinione prendeva forma, è stata analizzata la loro attività cerebrale usando la risonanza magnetica funzionale. Basandosi sui giudizi espressi dai volontari, i ricercatori hanno individuato il diverso tipo di attività cerebrale in concomitanza con le informazioni più o meno rilevanti per arrivare ad un giudizio.

E hanno scoperto che durante la codificazione delle informazioni rilevanti ai fini della prima impressione, ai attivano in particolare due aree: l'amigdala e la corteccia posteriore cingolata. La prima è una piccola struttura nel lobo temporale mediale che svolge un ruolo nel regolare le risposte emotive e la memorizzazione degli eventi legati alle emozioni. La seconda è risultata implicata anche nel processo decisionale in economia e nell'assegnazione di un valore soggettivo alle ricompense. "Quando assimilano informazioni durante un incontro di tipo sociale, queste due regioni vagliano le informazioni in base ad un significato personale e soggettivo, e lo distillano in una sorta di voto finale", spiega Schiller. Quella che diventa, appunto, la prima impressione.

(9 marzo 2009)

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