La Commissione Sanità del Senato ha approvato il disegno di legge sul testamento biologico, che approderà ora in Aula il 18 marzo. La Commissione ha votato il mandato al relatore Raffele Calabrò (Pdl) di illustrare il testo in aula al Senato. Il testo è stato licenziato con 11 voti a favore (Pdl, Udc, Lega) 4 voti contrari (quelli di Poretti del Pd, Vita del Pd, Astore dell'Idv e Bianconi del Pdl) e 3 astenuti (i senatori Gustavino, Bianchi e Bosone, tutti del Pd). Inoltre, non hanno partecipato al voto pur essendo presenti in commissione i tre senatori del Pd Chiarmonte, Bassoli e Cosentino. Sulla "tenuta" del Pd al momento del voto Anna Finocchiaro dovrebbe incontrare, quanto si apprende da fonti parlamentari, il segretario del Partito Democratico, Dario Franceschini.
E' comunque molto dura la presa di posizione sul ddl Calabrò sul testamento biologico da parte della Finocchiaro, capogruppo dei senatori del Pd: «E' un testo orrendo e inutile che sfascia la Costituzione e crea un ribaltamento tra Stato e persona nell'ambito dell'amministrazione del proprio corpo e della salute dando la primazia allo Stato sull'individuo». Per la senatrice «non siamo di fronte a un fraintendimento tra noi e la maggioranza sul senso dell'articolo 32 della Costituzione», ma è «la gerarchia dei valori su cui è stato costruito il patto costituzionale che si sta sgretolando». Ci sono insomma tanti parlamentari, ma anche tanti cittadini «che non riconoscono più l'articolo 32 come garante di quel patto fondato sulla libertà individuale. Stiamo regredendo rispetto a quel patto - ha aggiunto - e la Costituzione non viene più assunta nella sua vigenza». Si è «sconvolto il quadro culturale di riferimento» e ora «si rischia di rendere quel patto non più regolativo».
Per questo il Pd, nel preparare il dibattito in Aula al Senato, che inizierà la prossima settimana, ripartirà dal «mostrare la profonda attualità del testo costituzionale: l'articolo 32 - ha sottolineato – è tanto celebrativo della libertà dell'uomo tanto più aumenta lo scarto tra la scienza e la natura». Proprio perché sono in gioco le libertà individuali secondo Finocchiaro prima di arrivare a un referendum se dovesse passare «quel testo orribile», dovrebbe intervenire la Corte Costituzionale: «Il cuore della partita è lì, sulla tenuta del patto costituzionale nell'assicurare le libertà e la possibilità di farle valere». Anche perché in caso di referendum Finocchiaro dice di non sentirsi «così sicura che ci sarebbe una grande adesione del Paese».
«Nessuna speranza di arrivare a un testo migliore. E' un testo che ci pone in direzione opposta rispetto al mondo occidentale su questo tipo di problemi». La bocciatura del testo sul testamento biologico, uscito dalla commissione Sanità del Senato, da parte del senatore del Pd Ignazio Marino è netta. «In tutti i Paesi dove si è studiata una legge - sottolinea Marino - è stato fatto per dare la libertà di scelta ai cittadini sulle terapie alle quali essere sottoposti o non essere sottoposti. Noi saremo l'unico paese al mondo che indica in una legge a quali terapie una persona può essere sottoposta e a quali non può sottrarsi».
«La nutrizione artificiale - spiega Marino - è indicata come obbligatoria, e quindi nessuno, se si trovasse un giorno in stato vegetativo, potrà dire 'non la voglio'. Per quanto riguarda le altre terapie un cittadino potrà lasciare un suo orientamento, ma nella legge è scritto che potrà essere disatteso in ogni momento dal medico, e quindi non conta nulla». «L'unica vittoria, se così vogliamo chiamarla - osserva Marino - è che su pressione mia e di tanti altri non è stata tolta la possibilità a chi è ancora in grado di parlare di opporsi a una terapia. Chi può parlare può ancora difendersi».
«Addirittura in questi giorni in Commissione - lamenta il chirurgo eletto nei Ds - abbiamo visto che quando un voto dispiaceva alla maggioranza si è interrotta la seduta e si è poi rifatto il voto dopo aver adeguatamente istruito i senatori della maggioranza che per errore o per convinzione avevano votato diversamente». «È un disastro annunciato: ci saranno tante famiglie che soffriranno, e nella loro sofferenza dovranno anche rivolgersi ai tribunali per veder rispettati i propri diritti» conclude Ignazio Marino.
12 marzo 2009
E' comunque molto dura la presa di posizione sul ddl Calabrò sul testamento biologico da parte della Finocchiaro, capogruppo dei senatori del Pd: «E' un testo orrendo e inutile che sfascia la Costituzione e crea un ribaltamento tra Stato e persona nell'ambito dell'amministrazione del proprio corpo e della salute dando la primazia allo Stato sull'individuo». Per la senatrice «non siamo di fronte a un fraintendimento tra noi e la maggioranza sul senso dell'articolo 32 della Costituzione», ma è «la gerarchia dei valori su cui è stato costruito il patto costituzionale che si sta sgretolando». Ci sono insomma tanti parlamentari, ma anche tanti cittadini «che non riconoscono più l'articolo 32 come garante di quel patto fondato sulla libertà individuale. Stiamo regredendo rispetto a quel patto - ha aggiunto - e la Costituzione non viene più assunta nella sua vigenza». Si è «sconvolto il quadro culturale di riferimento» e ora «si rischia di rendere quel patto non più regolativo».
Per questo il Pd, nel preparare il dibattito in Aula al Senato, che inizierà la prossima settimana, ripartirà dal «mostrare la profonda attualità del testo costituzionale: l'articolo 32 - ha sottolineato – è tanto celebrativo della libertà dell'uomo tanto più aumenta lo scarto tra la scienza e la natura». Proprio perché sono in gioco le libertà individuali secondo Finocchiaro prima di arrivare a un referendum se dovesse passare «quel testo orribile», dovrebbe intervenire la Corte Costituzionale: «Il cuore della partita è lì, sulla tenuta del patto costituzionale nell'assicurare le libertà e la possibilità di farle valere». Anche perché in caso di referendum Finocchiaro dice di non sentirsi «così sicura che ci sarebbe una grande adesione del Paese».
«Nessuna speranza di arrivare a un testo migliore. E' un testo che ci pone in direzione opposta rispetto al mondo occidentale su questo tipo di problemi». La bocciatura del testo sul testamento biologico, uscito dalla commissione Sanità del Senato, da parte del senatore del Pd Ignazio Marino è netta. «In tutti i Paesi dove si è studiata una legge - sottolinea Marino - è stato fatto per dare la libertà di scelta ai cittadini sulle terapie alle quali essere sottoposti o non essere sottoposti. Noi saremo l'unico paese al mondo che indica in una legge a quali terapie una persona può essere sottoposta e a quali non può sottrarsi».
«La nutrizione artificiale - spiega Marino - è indicata come obbligatoria, e quindi nessuno, se si trovasse un giorno in stato vegetativo, potrà dire 'non la voglio'. Per quanto riguarda le altre terapie un cittadino potrà lasciare un suo orientamento, ma nella legge è scritto che potrà essere disatteso in ogni momento dal medico, e quindi non conta nulla». «L'unica vittoria, se così vogliamo chiamarla - osserva Marino - è che su pressione mia e di tanti altri non è stata tolta la possibilità a chi è ancora in grado di parlare di opporsi a una terapia. Chi può parlare può ancora difendersi».
«Addirittura in questi giorni in Commissione - lamenta il chirurgo eletto nei Ds - abbiamo visto che quando un voto dispiaceva alla maggioranza si è interrotta la seduta e si è poi rifatto il voto dopo aver adeguatamente istruito i senatori della maggioranza che per errore o per convinzione avevano votato diversamente». «È un disastro annunciato: ci saranno tante famiglie che soffriranno, e nella loro sofferenza dovranno anche rivolgersi ai tribunali per veder rispettati i propri diritti» conclude Ignazio Marino.
12 marzo 2009
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