martedì 3 marzo 2009

Arriva il robot per la prostata


3/3/2009
STEFANO SALVATORI

Si chiama «daVinci S» il sistema robotico che ha rivoluzionato la chirurgia tradizionale. Ora è arrivato anche all’Ospedale Luigi Sacco di Milano nell’ambito del progetto di acquisizione di nuove tecnologie innovative dell’assessorato alla Sanità della Regione Lombardia. In realtà non si tratta di una novità assoluta, visto che l’azienda ospedaliera aveva già potuto impiegare per tre anni – dal 2004 al 2007 – la chirurgia robotica nell’ambito della disciplina di Urologia, e il direttore dell’Unità operativa di Urologia, Franco Gaboardi, aveva eseguito per primo in Italia un intervento di prostatectomia radicale robotica nel marzo 2004.

Proprio a seguito degli esiti positivi di tale intervento, e sulla base delle possibili prospettive che la chirurgia robotica poteva offrire al paziente con tumore della prostata (minor trauma chirurgico, minor dolore post-operatorio, più rapido ritorno alle normali attività, minori sequele post-operatorie quali incontinenza e impotenza), l’assessorato alla Sanità della Regione Lombardia aveva deciso di affidare a Gaboardi uno studio di approfondimento sull’impiego del robot daVinci come alternativa alle tecniche chirurgiche fino ad allora adottate: studio che prevedeva l’esecuzione di 50 interventi con il robot, successivamente estesi a 100, da effettuarsi in tre anni, fino al 2007. Sulla scorta dei risultati positivi di questa esperienza, oggi il robot daVinci S, ultima versione del sistema, entra a far parte stabilmente del gruppo operatorio dell’azienda ospedaliera Luigi Sacco, aprendo la strada a nuove prospettive interventistiche e a nuovi traguardi per la sanità pubblica.

Ma cos’è esattamente la chirurgia robotica? Si tratta di una tecnica che supera le difficoltà e le limitazioni della chirurgia laparoscopica permettendo di estendere a interventi complessi i benefici della mininvasività. La chirurgia minivasiva, infatti, consente ridotte perdite ematiche e di conseguenza minor necessità di trasfusioni e una più rapida ripresa. Tutti i tipi di interventi, soprattutto quelli più complessi, possono essere eseguiti con tecnica mininvasiva grazie al robot. E l’Italia? «Dopo gli Stati Uniti, occupa il secondo posto al mondo per numero di robot chirurghi in funzione», conferma Franco Gaboardi. «La crescita di procedure robotiche si attesta in campi di applicazione come la chirurgia generale e toracica, la cardiochirurgia e l’urologia, e nelle più recenti applicazioni in ginecologia, otorinolaringoiatria e chirurgia pediatrica.

Nessun commento: