Voglio parlarvi del Consiglio d'Amministrazione della Rai. Come sapete, le nomine sono state fatte e l'Italia dei Valori si è rifiutata di far parte di questa lottizzazione che, invece, ha denunciato in tutte le sedi. Ora stanno decidendo chi sarà il Presidente del CdA Rai. Anche all'Italia dei Valori è stato chiesto se voleva concorrere all'individuazione di questo Presidente, ma noi abbiamo rifiutato, perché contestiamo l'idea stessa che prima si fa il misfatto e poi si vogliono chiudere le porte. Ecco il mistaffo: i membri del Cda Rai sono stati scelti dai partiti in spirito di perfetta lottizzazione, con un accordo volgare tra centrodestra e centrosinistra. Ecco perché non intendiamo parteciparvi.
Per farvi capire il conflitto d'interessi che c'è all'interno del CdA Rai vi cito un caso, quello di Guglielmo Rositani. Ebbene, riflettiamo: la Rai per definizione offre un servizio pubblico, il suo compito è quello di informare i cittadini e garantire la tutela della democrazia. La Rai dovrebbe essere lo strumento per controllare i potenti per conto del popolo. E' chiaro che se il CdA viene nominato dai partiti, i suoi membri rispondono ad essi. E' il controllato che nomina il controllore, come se l'imputato nominasse il giudice. E a questo punto non c’è nessuna garanzia che ciò che dice l'informazione pubblica sia vero.
Prendete il caso di Rositani: membro del Cda Rai, è anche sindaco di un paesino della Calabria e membro del Cda Ponte di Messina. Quando l'informazione pubblica deve far sapere ai cittadini se in quel paese il sindaco fa le cose bene o male, o che il ponte sullo stretto di Messina sia una cosa giusta o sbagliata, secondo voi il Cda come deciderà? Deciderà sulla base di una risultanza oggettiva o sulla base di una risultanza soggettiva di chi sta anche dentro del Cda stesso? Mi pare che il conflitto d'interessi ci sia, ed è evidente: egli un giorno fa il giudice e un giorno fa il giudicato.
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