giovedì 12 marzo 2009

Due romeni salvano una minorenne italiana da uno stupro

di Sergio Bagnoli

Nonostante l’alto valore civile del gesto, la maggioranza degli italiani che avevano assistito al fatto li volevano linciare per colpa della loro nazionalità.

Incredibile disavventura quella in cui sono incorsi Claudiu Patache e suo figlio Andrei qualche giorno fa a Gaeta: ritenendo fosse loro compito civile ed umano intervenire in difesa di un’adolescente italiana che stava per essere violentata da un pregiudicato marocchino ubriaco, non hanno esitato ad avventarglisi contro impedendo di fatto lo stupro e rimediando, nella colluttazione con il malvivente, due coltellate di striscio al volto.

Salvata la ragazzina dal bruto, ed in attesa dell’arrivo dei carabinieri cui hanno consegnato il delinquente, i due però hanno dovuto affrontare una furia ben peggiore di quella dell’autore del crimine e cioè quella della folla di italiani che si era radunata all’ingresso del locale pubblico di Gaeta, storica cittadina balneare tra Lazio e Campania, teatro del fatto. Incredibilmente gli italiani, all’improvviso, hanno iniziato a prendere le difese del marocchino aggressore e ad indicare nei due salvatori i “soliti stupratori romeni, spazzatura dell’umanità, meritevoli solamente di essere castrati chirurgicamente”.

“Noi Petache siamo venuti in Italia per lavorare umilmente e permettere ad una componente del nostro nucleo familiare di sottoporsi ad una difficile operazione chirurgica al fegato, per cui dobbiamo essere grati alla Nazione che ci ospita ed aiutare gli italiani che troviamo in difficoltà, come loro ci hanno aiutato quando avevamo bisogno noi” dice Claudiu Petache che poi però aggiunge “quanto successo ieri, e cioè gli insulti e le aggressioni subite dagli italiani solamente perché eravamo romeni, ci sta costringendo a rivedere molte nostre idee su quanto Voi siate meritevoli del nostro aiuto”. L’amarezza per essere stati “coram populo” indicati come gli autori dello stupro al posto del vero colpevole è ancora profonda e non si sa se il gesto del sindaco di Gaeta Antonio Raimondi di concedere ai due una medaglia al valore civile di ringraziamento per il servizio reso alla cittadinanza potrà lenirla, certamente ci vorrà del tempo.

Ier l’altro a Gaeta, intanto, solamente l’intervento dei Carabinieri e le testimonianze della vittima dell’aggressione, e di qualche presente onesto, hanno permesso di ristabilire la verità e di consegnare il vero colpevole alla giustizia. I militi della Benemerita hanno dovuto però faticare non poco per sottrarre i due eroi romeni ad un barbaro linciaggio. “Quanto accaduto insegna che purtroppo nella mentalità degli italiani resiste pervicacemente l’idea che il romeno sia a tutti i costi l’immigrato cattivo, anche quando fa del bene, e gli altri migranti siano invece assolutamente più buoni di noi anche quando fanno del male. Questa vera e propria tara culturale è stata artificialmente indotta da una vera e propria stampa apertamente romenofobica che imperversa in Italia dal giorno in cui il mio paese è entrato nell’Unione europea”, afferma un funzionario dell’Ambasciata di Romania in Italia che vuole rimanere anonimo. Bene ha fatto allora Bruno Vespa a voler raccontare la storia durante la sua trasmissione “Porta a Porta”, che ogni sera si tiene su Raiuno la rete più seguita dagli abitanti della penisola. Forse è un timido segnale che una certa politica di denigrazione mediatica verso una comunità di immigrati che supera il milione di persone sta per cessare.

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