giovedì 12 marzo 2009

L’attacco totale di Franceschini a Berlusconi


di Giovanni Mistero

Dario Franceschini ha preso sul serio questa storia di fare il segretario del PD e con un cambio repentino di comunicazione finalmente vediamo un Pd perennemente in prima pagina. Non è un inno al chi grida di più e stare sulle prime pagine non sempre è un ottimo segnale, ma sentire un seppur minimo risveglio di quello che doveva essere il partito di riferimento della sinistra riformista italiana è sempre un bene, per tutti, anche per la destra.

Franceschini si mostra propositivo e costringe Berlusconi e i suoi sulla difensiva, come successe sull’assegno per i disoccupati (che Berlusconi tacciò come un incentivo al licenziamento) e come succede oggi con il semprepresente Capezzone che non sa fare di meglio che paragonare Franceschini a Di Pietro (Wow che fantasia!).

Occasione per fare il punto della situazione e tirare una stilettata al Governo è Unomattina, il contenitore mattutino di Rai Uno dove Franceschini ha toccato i tanti punti caldi della giornata.

Prima di tutto la proposta del voto unico a cui il Segretario del PD risponde che “Davanti a queste proposte non si sa se ridere o piangere” e che “Il passaggio successivo potrebbe essere un tasto solo nell’ufficio del presidente del Consiglio, per semplificare tutto. Per Berlusconi - attacca ancora Franceschini - sembra tutto un ingombro sulla strada della sua luminosa azione di governo e questo vale per il Parlamento e a volte anche per il ruolo di garanzia del presidente della Repubblica”. Insomma sceglie la carta dell’ironia Franceschini che torna anche sulla questione della Presidenza Rai (in questi giorni De Bortoli ha rifiutato la presidenza e i nomi dei papabili cambiano giorno dopo giorno) per cui sostiene di non aver fatto nessuna rosa di nomi ed essere ora “costretto a una trattativa sgradevole”, “Le priorità degli italiani e del Partito democratico sono altre – continua Franceschini - ma c’è una legge sbagliata, che noi abbiamo avversato, che si impone che il presidente sia scelto in base all’intesa tra maggioranza e opposizione”. Beh sulla legge sbagliata non c’è dubbio ma che il PD ha avversato qualche dubbio c’è.

Sono anni, anzi decenni che si cerca una soluzione diversa per quanto riguarda la tv pubblica e non ci sembra che le sinistre che si sono alternate sia all’opposizione che al Governo abbiano mai preso veramente a cuore la questione. Insomma Franceschini non è stato in questi anni al di fuori della politica, quindi qualche responsabilità è bene assumersela. Ma la politica del Pd è questa e chissà che non piaccia a chi da tempo si è disaffezionato a questo partito.

Il “Che” Franceschini attacca Berlusconi, a proposito degli assegni, proprio sul suo campo quello dell’imprenditoria. Dopo la frase sull’incentivo a licenziare, il leader del PD ci va giù duro dicendo che il Premier “ha un’idea degli imprenditori italiani come degli imbroglioni che licenzierebbero per far lavorare in nero i dipendenti e incassare l’assegno. Questo significa pensare che l’Italia sia fatta da cattive persone, per me non è così” e continua la linea dura anche riprendendo il discorso “Piano Casa”: “Già la prima frase di Berlusconi, che gli italiani potranno fare due stanze in più nelle proprie villette, dà l’idea di quello che Berlusconi pensa dell’Italia, non sa che gli italiani vivono nei condomini o nei palazzi dei centri storici (…). Valuteremo quando vedremo il provvedimento. Far lavorare le imprese nell’edilizia è indispensabile ma danneggiare i centri storici e i paesaggi italiani, che ci rendono unici nel mondo, è impossibile”.

Quasi sembra di non credere alle proprie orecchie, dopo mesi di “Leader dello schieramento opposto” a sentir chiamare Berlusconi per nome. Che il Pd abbia capito che navigando più a centro che a sinistra i voti si perdano, a favore dell’Italia dei Valori? Non è da oggi che se ne parla, ma dal giorno dopo le dimissioni di Veltroni (sembra paradossale come cosa, essendo Franceschini un ex demoscristiano). Anche su questo però Franceschini risponde a tono: “C’è poi uno schema tutto politologico del quale io rido – dice - di uno spostamento a sinistra del Pd. Ma io chiedo: l’assegno per chi perde il lavoro è di destra o di sinistra? Se si dice che le pensioni minime sono basse è un discorso di destra o di sinistra? Sono tutti schemi del passato, gli elettori guardano solo se le idee sono buone o cattive”.

Ultimi due aspetti toccati da Franceschini durante l’intervista sono l’età pensionabile delle donne e soprattutto la sicurezza.

Sulla prima dice che “c’è un’indicazione dell’Unione Europea verso l’equiparazione ma questo deve avvenire dentro un provvedimento che spinge alle pari opportunità. Se ci sarà una rete di protezione sociale per le donne, che fanno più lavori degli uomini si potrà allora affrontare questo tema” mentre sul secondo punto sempre più caldo ecco che il leader del PD riprende la vecchia linea, critica le ronde e chiede un aumento di Polizia e Carabinieri per strada e non fare operazioni di facciata che non servono a niente (vedi militari e ronde) e aggiunge: “siamo l’unico paese al mondo in cui si pensa di appaltare la sicurezza ai privati”.

Insomma sembra che il panorama politico italiano stia cominciando a muoversi un po’ dopo essere stato impantanato per mesi in un consenso totale a Berlusconi e in un affondare sempre maggiore delle sinistre.

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