ROMA - Se le elezioni europee - indette per il 6 e 7 giugno - si svolgessero oggi, quali risultati uscirebbero dalle urne? Alla domanda prova a rispondere il sondaggio Ipr Marketing, che per Repubblica.it ha interpellato gli italiani, il 26 e 27 febbraio, sulle loro intenzioni di voto. Con esiti interessanti: a fronte di un forte tonfo del partito democratico, che passa dal 33,2 delle Politiche 2008 al 22%, va registrato un boom dell'Italia dei valori (dal 4,4 all'8%); una notevole crescita dell'Udc (dal 5,6 all'8); un aumento della Lega (dall'8,5 al 9,5%), a cui corrisponde un lieve calo del Pdl (dal 37,4 al 36%). E, infine, una piccola ripresa delle forze di sinistra. Che però, frantumate in tanti rivoli, rischiano di non superare la soglia necessaria del 4%.
Ma c'è dell'altro. Viste le attuali vicissitudini del Pd, Ipr ha provato a porre - sempre al campione prescelto, pari a mille elettori residenti in Italia - un'altra domanda: se al posto dei democratici tornassero le vecchie due formazioni, ovvero Ds e Margherita, lei come voterebbe? Ebbene, questo scenario virtuale non lascia spazio a dubbi: la Quercia prenderebbe il 13%, i Dl il 7%. Totale: 20%, meno del 22% che (sempre alle Europee 2009) otterrebbe il nuovo partito nato dalla loro fusione. Tornare indietro, dunque, non è la strada migliore.
Il Pd nella bufera. Le polemiche interne, le divisioni, le dimissioni di Walter Veltroni: il travaglio del partito si riflette con forza, nelle intenzioni di voto degli italiani. Con una perdita di circa undici punti, visto il passaggio dal 33,2% delle Politiche 2008 all'attuale 22. A cui va aggiunto - visto che lo scorso anno in lista c'erano anche gli esponenti radicali - l'1% di Marco Pannella e soci, in campo da soli. Sul fronte democratico, dunque, in un anno viene perso circa un terzo dell'elettorato. A guadagnare, invece, è l'alleato Antonio Di Pietro, che quasi raddoppia i consensi. Ma, dal lato moderato, una parte dei consensi democratici potrebbero essere stati catturati anche da Pierferdinando Casini che, con il suo Udc, registra un incremento dal 5,6 all'8%.
La sinistra frammentata. Dopo la batosta dello scorso anno, che li ha visti esclusi dal Parlamento italiano, i partiti dell'area potrebbero riprendersi. Alle Politiche, Pdci, Prc, Sinistra democratica e Verdi ottennero il 3,1%. Ora, separatamente, ottengono i seguenti risultati: Rifondazione comunista di Paolo Ferrero 2,5%; Rifondazione per la sinistra (il movimento nato dalla scissione di Nichi Vendola) 1%; Sinistra democratica 2%; Verdi 1,5%; Pdci 0,5. Percentuali basse, se prese da sole. Ma l'unione tra Rifondazione comunista e Pdci è pari al 3%; mentre quella tra Vendola, Verdi, Sinistra democratica, e con l'eventuale aggiunta dei socialisti di Nencini, varrebbe un considerevole 6%.
Il centrodestra resta forte. Federalismo fiscale, stretta sugli immigrati, ronde: tutti temi cari al Carroccio, molto presenti sia nell'agenda politica che nei titoli di giornali. Prevedibile, dunque, il balzo della Lega, che passa dall'8,3 al 9,5%. Sottraendo consensi, probabilmente, al Pdl: sempre di gran lunga primo partito italiano col suo 36%, ma che comunque perde l'1,4% rispetto allo scorso anno. Lievissimo calo dell'Mpa di Raffaele Lombardo dall'1,1 all'1%, più consistente per La Destra (dal 2,4 al 2%).
"Ritorno al futuro". E' lo slogan di sapore cinematografico scelto dall'Ipr per indicare uno scenario virtuale, in cui Ds e Margherita si ripresentano separate. Con risultati poco incoraggianti, sul piano delle intenzioni di voto per le prossime europee: i due partiti otterebbero, rispettivamente, il 13 e il 7%. E a guadagnare - sempre in questa ipotesi - sarebbero Idv e Udc. Che arriverebbero entrambe a quota 10%.
(3 marzo 2009)
Ma c'è dell'altro. Viste le attuali vicissitudini del Pd, Ipr ha provato a porre - sempre al campione prescelto, pari a mille elettori residenti in Italia - un'altra domanda: se al posto dei democratici tornassero le vecchie due formazioni, ovvero Ds e Margherita, lei come voterebbe? Ebbene, questo scenario virtuale non lascia spazio a dubbi: la Quercia prenderebbe il 13%, i Dl il 7%. Totale: 20%, meno del 22% che (sempre alle Europee 2009) otterrebbe il nuovo partito nato dalla loro fusione. Tornare indietro, dunque, non è la strada migliore.
Il Pd nella bufera. Le polemiche interne, le divisioni, le dimissioni di Walter Veltroni: il travaglio del partito si riflette con forza, nelle intenzioni di voto degli italiani. Con una perdita di circa undici punti, visto il passaggio dal 33,2% delle Politiche 2008 all'attuale 22. A cui va aggiunto - visto che lo scorso anno in lista c'erano anche gli esponenti radicali - l'1% di Marco Pannella e soci, in campo da soli. Sul fronte democratico, dunque, in un anno viene perso circa un terzo dell'elettorato. A guadagnare, invece, è l'alleato Antonio Di Pietro, che quasi raddoppia i consensi. Ma, dal lato moderato, una parte dei consensi democratici potrebbero essere stati catturati anche da Pierferdinando Casini che, con il suo Udc, registra un incremento dal 5,6 all'8%.
La sinistra frammentata. Dopo la batosta dello scorso anno, che li ha visti esclusi dal Parlamento italiano, i partiti dell'area potrebbero riprendersi. Alle Politiche, Pdci, Prc, Sinistra democratica e Verdi ottennero il 3,1%. Ora, separatamente, ottengono i seguenti risultati: Rifondazione comunista di Paolo Ferrero 2,5%; Rifondazione per la sinistra (il movimento nato dalla scissione di Nichi Vendola) 1%; Sinistra democratica 2%; Verdi 1,5%; Pdci 0,5. Percentuali basse, se prese da sole. Ma l'unione tra Rifondazione comunista e Pdci è pari al 3%; mentre quella tra Vendola, Verdi, Sinistra democratica, e con l'eventuale aggiunta dei socialisti di Nencini, varrebbe un considerevole 6%.
Il centrodestra resta forte. Federalismo fiscale, stretta sugli immigrati, ronde: tutti temi cari al Carroccio, molto presenti sia nell'agenda politica che nei titoli di giornali. Prevedibile, dunque, il balzo della Lega, che passa dall'8,3 al 9,5%. Sottraendo consensi, probabilmente, al Pdl: sempre di gran lunga primo partito italiano col suo 36%, ma che comunque perde l'1,4% rispetto allo scorso anno. Lievissimo calo dell'Mpa di Raffaele Lombardo dall'1,1 all'1%, più consistente per La Destra (dal 2,4 al 2%).
"Ritorno al futuro". E' lo slogan di sapore cinematografico scelto dall'Ipr per indicare uno scenario virtuale, in cui Ds e Margherita si ripresentano separate. Con risultati poco incoraggianti, sul piano delle intenzioni di voto per le prossime europee: i due partiti otterebbero, rispettivamente, il 13 e il 7%. E a guadagnare - sempre in questa ipotesi - sarebbero Idv e Udc. Che arriverebbero entrambe a quota 10%.
(3 marzo 2009)
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