lunedì 16 marzo 2009

"Troppe ferie estive fanno male"


di CINZIA SASSO

Partirà dal Trentino la rivoluzione delle vacanze scolastiche. Basta con l'abitudine centralista di chiudere le scuole e di far stare a casa gli studenti per tutta l'estate. In tempi di federalismo è ora che ognuno faccia da sé, soprattutto è ora che ogni regione decida in base alla proprie esigenze, a partire da quelle climatiche, come del resto già avviene in molti altri paesi, a cominciare dalla Germania.

La giunta della provincia autonoma di Trento, guardando ai vicini Lander della repubblica federale, ha deciso così di importare le "ferie alla tedesca": stesso numero complessivo, ovviamente, di giorni di lezione (204), ma distribuiti in modo autonomo e diverso. E dunque, in una zona dove l'inverno si va a sciare e il caldo estivo si fa sentire per un breve periodo, non saranno più in programma tre mesi consecutivi di riposo. Il nuovo calendario prevederà un periodo più breve di ferie estive e diverse settimane di vacanza distribuite nell'anno.

La novità entrerà in vigore dall'anno scolastico 2010-1011 (il prossimo anno, dunque, continueranno a essere seguite le "regole" nazionali, con apertura il 14 settembre e chiusura il 5 giugno) e presto comincerà a essere discussa con i protagonisti del mondo della scuola. Ma il presidente Lorenzo Dellai, che già ha vinto le elezioni con una coalizione che è stata uno strappo rispetto agli equilibri politici nazionali, non ha alcun dubbio. "È arrivato il momento - dice - di guardare alle specifiche esigenze territoriali e noi intendiamo riorganizzare le vacanze con uno schema differente". "Non è detto - aggiunge l'assessore all'istruzione, Marta Dalmaso - che una vacanza così prolungata, com'è oggi, abbia solo effetti positivi; anzi, crediamo che possa anche risultare eccessiva, procurando un danno educativo".

Soprattutto, in Trentino pensano che sia utile non solo agli alunni ma anche all'economia generale, che le famiglie possano avere a disposizione più spezzoni di vacanza durante la stagione invernale. Il dibattito non è affatto nuovo: nel 2007, a ricordare la parole dell'allora vicepremier Francesco Rutelli, che aveva convinto anche il ministro dell'istruzione Giuseppe Fioroni, sembrava cosa fatta. L'Italia, sosteneva Rutelli, si è fermata agli anni Sessanta, quando la vita era scandita dalla chiusura delle fabbriche e dall'obbligo della villeggiatura in agosto. Ma poi non se ne era fatto niente. E i calendari scolastici sono rimasti rigidi.

Non avviene così negli altri Paesi. In Germania, che è il modello a cui si ispirano in Trentino, d'estate si sta a casa per non più di un mese e mezzo; poi c'è una pausa tra ottobre e novembre (si chiama kartoffelferien, perché coincide con il momento della raccolta delle patate); naturalmente a Natale; ancora a febbraio, a Pasqua e infine tra maggio e giugno. Non esiste, in Germania, un calendario nazionale, ogni regione adatta le vacanze alle proprie specifiche esigenze, ma la filosofia di fondo, che si ispira a ragioni pedagogiche oltreché economiche, è quella di non lasciare gli studenti lontani dalle aule troppo a lungo e di non lasciare tutti a casa negli stessi periodi.

(15 marzo 2009)

2 commenti:

ilgorgon ha detto...

Sono perfettamente d'accordo. ilgorgon

anna ha detto...

Mi sembra una idea eccellente!
Meno male che ci sono regioni che cercano di cambiare qualcosa del vecchiume che ristagna in Italia.

Non per fare il paragone, ma il calendario scolastico in vigore qui in Giappone è questo:
- inizio anno scolastico: prima decade aprile,
- vacanza estiva: dal 20 luglio al 31 agosto
- vacanze invernali: dal 20 dicembre al 6 gennaio
- fine anno accademico: ultima decade di marzo