ROMA - Sos Colosseo. Incuria, file interminabili ai metal detector, supporti didattici inesistenti, scavi, transenne, visitatori che vagano smarriti tra le rovine del monumento più famoso dell'antichità, inseguiti da finti gladiatori e imbonitori di ogni tipo. Dopo l'allarme lanciato da "Repubblica" sullo stato di degrado dell'Anfiteatro Flavio, visitato ogni anno da 5 milioni e 700mila visitatori che pagano 12 euro a biglietto, oggi si mobilita il mondo dell'arte.
A cominciare da Mario Resca, il supermanager per le politiche museali nominato di recente dal ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi. Resca dice di condividere "il quadro desolante descritto da Repubblica, frutto di decenni di incuria e di incomprensioni tra le varie istituzioni da cui dipende la tutela e la valorizzazione del simbolo di Roma". Mario Resca sottolinea la necessità di migliorare "la parte dei servizi aggiuntivi", ma fa notare che la crescita dei visitatori, "che hanno raggiunto la soglia di 6 milioni di persone all'anno, fa ben sperare per il futuro". "Diventa quindi imprescindibile per la valorizzazione del nostro turismo culturale - prosegue il consigliere del ministro per le politiche museali - una strategia più decisa a favore di quei turisti che visitano i nostri siti archeologici, i nostri musei e le nostre biblioteche". E tra le necessità, Resca indica una riforma fiscale "che incentivi i contributi dei privati alla cultura".
Replica all'inchiesta di Repubblica anche il soprintendente archeologico di Roma Angelo Bottini, che pur riconoscendo i disagi legati alla fruizione del monumento, e la presenza di alcune aree di degrado, afferma che i problemi sono dovuti in parte alla (endemica) carenza di fondi e in parte a difficoltà gestionali. "Certo, con dieci milioni di euro l'anno potremmo mettere a posto l'intero sistema Colosseo-Palatino-Fori imperiali", dice Bottini, specificando che un aiuto potrà comunque arrivare con l'apporto di Guido Bertolaso, appena nominato commissario straordinario dell'area archeologica per Roma e Ostia, incarico che dovrebbe essere "accompagnato" dallo stanziamento fondi speciali.
Bottini ricorda che i metal detector che allungano le file di accesso al Colosseo, sono stati imposti da una direttiva del prefetto subito dopo gli attentati di Londra, nel 2006. "Costano oltre mezzo milione di euro l'anno - fa notare - e sono tutti soldi pagati dalla soprintendenza". Quanto ai 12 euro del biglietto, si difende il soprintendente, "sono meno di quello che costano i musei vaticani e permettono la visita all'intero enorme complesso archeologico".
Qualche segno di miglioramento dovrebbe comunque arrivare a breve. Già con la mostra sul Bimillenario dei Flavi che si aprirà il 26 marzo prossimo all'interno del Colosseo, saranno installati i primi pannelli esplicativi e nuovi servizi igienici. Bottini anticipa anche che con la stazione della nuova metro C, un grande spazio dovrebbe essere assegnato proprio a bagni, biglietterie, punti di informazione, bookshop.
Infine il degrado della piazza antistante il Colosseo. Il soprintendente ricorda che la gestione in questo caso è del comune di Roma e che il problema da affrontare è molto complesso. "Noi abbiamo già chiesto al ministero di intervenire per farci assegnare la gestione della piazza". Ma il tema è annoso e difficile: basti pensare che da sempre le associazioni ambientaliste chiedono che il traffico intorno al Colosseo venga deviato o eliminato del tutto: le vibrazioni di auto e bus infatti creano continui "microtraumi" all'Anfiteatro, che è in più parti puntellato. Un appello però fino ad ora inascoltato.
(14 marzo 2009)
A cominciare da Mario Resca, il supermanager per le politiche museali nominato di recente dal ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi. Resca dice di condividere "il quadro desolante descritto da Repubblica, frutto di decenni di incuria e di incomprensioni tra le varie istituzioni da cui dipende la tutela e la valorizzazione del simbolo di Roma". Mario Resca sottolinea la necessità di migliorare "la parte dei servizi aggiuntivi", ma fa notare che la crescita dei visitatori, "che hanno raggiunto la soglia di 6 milioni di persone all'anno, fa ben sperare per il futuro". "Diventa quindi imprescindibile per la valorizzazione del nostro turismo culturale - prosegue il consigliere del ministro per le politiche museali - una strategia più decisa a favore di quei turisti che visitano i nostri siti archeologici, i nostri musei e le nostre biblioteche". E tra le necessità, Resca indica una riforma fiscale "che incentivi i contributi dei privati alla cultura".
Replica all'inchiesta di Repubblica anche il soprintendente archeologico di Roma Angelo Bottini, che pur riconoscendo i disagi legati alla fruizione del monumento, e la presenza di alcune aree di degrado, afferma che i problemi sono dovuti in parte alla (endemica) carenza di fondi e in parte a difficoltà gestionali. "Certo, con dieci milioni di euro l'anno potremmo mettere a posto l'intero sistema Colosseo-Palatino-Fori imperiali", dice Bottini, specificando che un aiuto potrà comunque arrivare con l'apporto di Guido Bertolaso, appena nominato commissario straordinario dell'area archeologica per Roma e Ostia, incarico che dovrebbe essere "accompagnato" dallo stanziamento fondi speciali.
Bottini ricorda che i metal detector che allungano le file di accesso al Colosseo, sono stati imposti da una direttiva del prefetto subito dopo gli attentati di Londra, nel 2006. "Costano oltre mezzo milione di euro l'anno - fa notare - e sono tutti soldi pagati dalla soprintendenza". Quanto ai 12 euro del biglietto, si difende il soprintendente, "sono meno di quello che costano i musei vaticani e permettono la visita all'intero enorme complesso archeologico".
Qualche segno di miglioramento dovrebbe comunque arrivare a breve. Già con la mostra sul Bimillenario dei Flavi che si aprirà il 26 marzo prossimo all'interno del Colosseo, saranno installati i primi pannelli esplicativi e nuovi servizi igienici. Bottini anticipa anche che con la stazione della nuova metro C, un grande spazio dovrebbe essere assegnato proprio a bagni, biglietterie, punti di informazione, bookshop.
Infine il degrado della piazza antistante il Colosseo. Il soprintendente ricorda che la gestione in questo caso è del comune di Roma e che il problema da affrontare è molto complesso. "Noi abbiamo già chiesto al ministero di intervenire per farci assegnare la gestione della piazza". Ma il tema è annoso e difficile: basti pensare che da sempre le associazioni ambientaliste chiedono che il traffico intorno al Colosseo venga deviato o eliminato del tutto: le vibrazioni di auto e bus infatti creano continui "microtraumi" all'Anfiteatro, che è in più parti puntellato. Un appello però fino ad ora inascoltato.
(14 marzo 2009)
Nessun commento:
Posta un commento