WASHINGTON - L'Ercole degli steroidi è solo. Il nerboruto anabolizzato che doveva salvare prima la California, poi l'America e finalmente il mondo, oggi lotta per salvare sé stesso dalle rivolte di palazzo e dagli intrighi dei Kennedy, anche nel proprio letto nuziale.
E' finita la lunga luna di miele fra il culturista austriaco naturalizzato americano Arnold "The Governator" Schwarzenegger e i cittadini della California che lo avevano eletto trionfalmente. Lo tradiscono parlamentari dell'assemblea statale che lo avevano subito senza amarlo, il suo partito repubblicano che non lo aveva mai accettato e persino la famiglia, nel "ramo Kennedy", quello della consorte Maria Shriver, che avverte l'odore del gigante ferito e si ricorda di essere, prima di ogni altra cosa, "una Kennedy".
A Sacramento, la capitale, si mormora che la angolosa ex giornalista televisiva stia pensando di prendere il posto del coniuge, il prossimo anno, serpe nel talamo nuziale. "Ma tornatene in Austria a cantare, buffone" gli grida un disturbatore durante un comizio. "Ma vai a dar da mangiare ai parlamentari che sono un branco di cani famelici, con tutto i il rispetto per i cani", gli risponde mister muscolo che ha l'aria di uno che non si diverte più nella parte del "Governator".
Come sempre nelle crisi in famiglia, sono i soldi la causa prima e nella famiglia dello Stato più fiscalmente traballante d'America, la California, i soldi in ballo, dunque i malumori, sono tanti. Arnold, o come ancora si pronuncia lui, "Ah'nold", nonostante 40 dei suoi 62 anni vissuti negli Stati Uniti, era stato eletto governatore senza esperienza politica nel novembre del 2003, per pura "celebrità" dopo la cacciata del predecessore democratico colpevole di avere scavato nelle finanze dello stato una fossa da 4 miliardi che si proponeva - orrore - di colmare a colpi di tasse.
Ma dopo avere speso tutto il proprio carisma cinematografico e avere fallito riforme di bilancio con licenziamenti di insegnanti e impiegati pubblici, lo "Steroidator" si ritrova, non per sua colpa, con un baratro di debito pubblico, dieci volte più di quello ereditato, 42 miliardi, e un programma di risparmi e aumenti di tasse che avrebbe condotto al linciaggio del predecessore democratico, Davis.
E la California, l'assemblea legislativa statale, il clan Kennedy, si ricordano improvvisamente di essere democratici e di avere stati, alle presidenziali del 2008, al 60% per Obama contro appena il 36% per quel McCain che "Schwarzy" aveva, tepidamente, appoggiato.
L'assemblea legislativa, "il canile di animali famelici", promette di sbranare il suo bilancio presentato ieri l'altro. I repubblicani, che non avevano mai digerito l'empio relativismo morale di Ah'nold (detto anche, fra migliaia di nomignoli cattivi, "the Gropinator" per certi suoi trascorsi di palpeggiatore, di "groper", di signore), favorevole alle unione gay e all'aborto, si ricordano che "Schwarzy" aveva, sotto pelle, sempre disprezzato Bush.
Nella campagna elettorale del 2004, quando era allo zenith della popolarità, si era degnato di apparire soltanto una volta al suo fianco. Forse facendogli un favore, visto che accanto a lui, il duro del Texas appariva come uno di quei "girlie man", di quei maschi femminuccia che tanto sfotteva.
In seno alla famiglia, Bobby Shriver, il fratello della spigolosa moglie Maria, figlia di Eunice Kennedy e quindi nipote di JFK forse tentata dalla vocazione di famiglia al potere, annuncia di correre per diventare "attorney general", procuratore generale, la seconda poltrona dello stato e spesso trampolino per grandi salti ulteriori. Ma questo Bobby, lo Shriver, è cordialmente detestato da Schwarzy che infatti lo licenziò in tronco, insieme con Clint Eastwood, dall'umile e simbolico incarico nella Commissione Parchi Pubblici della California, soltanto perché l'attore e il cognato si erano opposti a una nuova autostrada i media e i quotidiani della California sussurrano di liti feroci fra il governatore e la first lady dello stato, lontani dai quattro figli. I soliti problemi di cognati.
Una famiglia dunque doppiamente "dysfunctional", politicamente e personalmente, quella di "Conan the Republican", secondo la avventata definizione di Bush. La destra lo odia e sa che lo scorso anno aveva coccolato l'idea di mollare i repubblicani per diventare indipendente, come il sindaco di New York, Bloomberg. I democratici, umiliati dalla sua vittoria in uno stato sicuro, sognano vendette. La moglie e il cognato tramano, nel richiamo del sangue e del clan. E le casse dello stato sono vuote, tanto vuote da avere indotto Ah'nold ad accettare gli aiuti federali promessi da Obama e giudicati come "socialismo strisciante" dalle vestali del liberismo.
Una parabola politica già vista, quella del figlio del poliziotto di Graz emigrato in America, per il quale si era addirittura fatta l'ipotesi di modificare la costituzione per consentire anche ai cittadini non nati sul suolo americano, come lui, di concorrere alla Casa Bianca, e che oggi deve guardarsi da congiure in casa e da iniziative per cacciarlo prima della fine del suo secondo mandato, nel 2010.
Le troppe aspettative, le promesse di addomesticare il "canile", di sanare i bilanci, gli hanno sgonfiato i muscoli, mentre a 64 anni, quanti ne avrà fra due anni, tornare a Hollywood come salvatore di mondi a colpi di pettorali potrebbe essere ridicolo. Nei suoi film, a questo punto scatterebbe il "climax" finale, il lieto fine erculeo, ma la realtà è un regista carogna che - lo dimostra anche Obama a Washington - adora distruggere gli eroi, con la stessa ingordigia con la quale la fantasia li ha creati.
(15 marzo 2009)
E' finita la lunga luna di miele fra il culturista austriaco naturalizzato americano Arnold "The Governator" Schwarzenegger e i cittadini della California che lo avevano eletto trionfalmente. Lo tradiscono parlamentari dell'assemblea statale che lo avevano subito senza amarlo, il suo partito repubblicano che non lo aveva mai accettato e persino la famiglia, nel "ramo Kennedy", quello della consorte Maria Shriver, che avverte l'odore del gigante ferito e si ricorda di essere, prima di ogni altra cosa, "una Kennedy".
A Sacramento, la capitale, si mormora che la angolosa ex giornalista televisiva stia pensando di prendere il posto del coniuge, il prossimo anno, serpe nel talamo nuziale. "Ma tornatene in Austria a cantare, buffone" gli grida un disturbatore durante un comizio. "Ma vai a dar da mangiare ai parlamentari che sono un branco di cani famelici, con tutto i il rispetto per i cani", gli risponde mister muscolo che ha l'aria di uno che non si diverte più nella parte del "Governator".
Come sempre nelle crisi in famiglia, sono i soldi la causa prima e nella famiglia dello Stato più fiscalmente traballante d'America, la California, i soldi in ballo, dunque i malumori, sono tanti. Arnold, o come ancora si pronuncia lui, "Ah'nold", nonostante 40 dei suoi 62 anni vissuti negli Stati Uniti, era stato eletto governatore senza esperienza politica nel novembre del 2003, per pura "celebrità" dopo la cacciata del predecessore democratico colpevole di avere scavato nelle finanze dello stato una fossa da 4 miliardi che si proponeva - orrore - di colmare a colpi di tasse.
Ma dopo avere speso tutto il proprio carisma cinematografico e avere fallito riforme di bilancio con licenziamenti di insegnanti e impiegati pubblici, lo "Steroidator" si ritrova, non per sua colpa, con un baratro di debito pubblico, dieci volte più di quello ereditato, 42 miliardi, e un programma di risparmi e aumenti di tasse che avrebbe condotto al linciaggio del predecessore democratico, Davis.
E la California, l'assemblea legislativa statale, il clan Kennedy, si ricordano improvvisamente di essere democratici e di avere stati, alle presidenziali del 2008, al 60% per Obama contro appena il 36% per quel McCain che "Schwarzy" aveva, tepidamente, appoggiato.
L'assemblea legislativa, "il canile di animali famelici", promette di sbranare il suo bilancio presentato ieri l'altro. I repubblicani, che non avevano mai digerito l'empio relativismo morale di Ah'nold (detto anche, fra migliaia di nomignoli cattivi, "the Gropinator" per certi suoi trascorsi di palpeggiatore, di "groper", di signore), favorevole alle unione gay e all'aborto, si ricordano che "Schwarzy" aveva, sotto pelle, sempre disprezzato Bush.
Nella campagna elettorale del 2004, quando era allo zenith della popolarità, si era degnato di apparire soltanto una volta al suo fianco. Forse facendogli un favore, visto che accanto a lui, il duro del Texas appariva come uno di quei "girlie man", di quei maschi femminuccia che tanto sfotteva.
In seno alla famiglia, Bobby Shriver, il fratello della spigolosa moglie Maria, figlia di Eunice Kennedy e quindi nipote di JFK forse tentata dalla vocazione di famiglia al potere, annuncia di correre per diventare "attorney general", procuratore generale, la seconda poltrona dello stato e spesso trampolino per grandi salti ulteriori. Ma questo Bobby, lo Shriver, è cordialmente detestato da Schwarzy che infatti lo licenziò in tronco, insieme con Clint Eastwood, dall'umile e simbolico incarico nella Commissione Parchi Pubblici della California, soltanto perché l'attore e il cognato si erano opposti a una nuova autostrada i media e i quotidiani della California sussurrano di liti feroci fra il governatore e la first lady dello stato, lontani dai quattro figli. I soliti problemi di cognati.
Una famiglia dunque doppiamente "dysfunctional", politicamente e personalmente, quella di "Conan the Republican", secondo la avventata definizione di Bush. La destra lo odia e sa che lo scorso anno aveva coccolato l'idea di mollare i repubblicani per diventare indipendente, come il sindaco di New York, Bloomberg. I democratici, umiliati dalla sua vittoria in uno stato sicuro, sognano vendette. La moglie e il cognato tramano, nel richiamo del sangue e del clan. E le casse dello stato sono vuote, tanto vuote da avere indotto Ah'nold ad accettare gli aiuti federali promessi da Obama e giudicati come "socialismo strisciante" dalle vestali del liberismo.
Una parabola politica già vista, quella del figlio del poliziotto di Graz emigrato in America, per il quale si era addirittura fatta l'ipotesi di modificare la costituzione per consentire anche ai cittadini non nati sul suolo americano, come lui, di concorrere alla Casa Bianca, e che oggi deve guardarsi da congiure in casa e da iniziative per cacciarlo prima della fine del suo secondo mandato, nel 2010.
Le troppe aspettative, le promesse di addomesticare il "canile", di sanare i bilanci, gli hanno sgonfiato i muscoli, mentre a 64 anni, quanti ne avrà fra due anni, tornare a Hollywood come salvatore di mondi a colpi di pettorali potrebbe essere ridicolo. Nei suoi film, a questo punto scatterebbe il "climax" finale, il lieto fine erculeo, ma la realtà è un regista carogna che - lo dimostra anche Obama a Washington - adora distruggere gli eroi, con la stessa ingordigia con la quale la fantasia li ha creati.
(15 marzo 2009)
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