martedì 28 aprile 2009

Febbre supina


Le parole di Silvio Berlusconi sul 25 Aprile non sembrano di quelle che possono essere ridimensionate nel volgere di qualche settimana. Suonano come la testimonianza di una svolta, ed eventuali intenzioni recondite non bastano a offuscare la portata simbolica dell’evento» (Paolo Franchi, Corriere della sera).
«Un discorso di svolta. Sul piano politico è finalmente finito il dopoguerra». Berlusconi si legittima per il Quirinale? «Non da ieri. Vedo un cambio di rotta fin dall’inizio della legislatura» (Claudia Mancina, Il Giornale).
«L’Italia trova finalmente le parole della riconciliazione nazionale celebrando insieme la “festa di libertà”. Il premier Berlusconi ha offerto all’opposizione una piattaforma di valori comuni che non consentono più il lessico primitivo della delegittimazione reciproca» (Pierluigi Battista, Corriere).
«Col discorso a Onna, cuore dell’Abruzzo terremotato, il premier ha voltato pagina e cercato di cambiare il proprio profilo di fronte al Paese» (Massimo Franco, Corriere).
«Berlusconi ha fatto un discorso da uomo che esprime il senso delle istituzioni» (Luciano Violante, Corriere).
«Nulla sarà più come prima. Vittoria politica e trionfo di Silvio Berlusconi. Con la serenità del poi, il 25 Aprile 2009 si può annoverare tra le date spartiacque che sistemano gli argini della storia repubblicana. Sabato è accaduto qualcosa di grande e di significativo. Grondano di buone ragioni le parole pronunciate da Silvio Berlusconi. Non fatelo per noi, ma per le generazioni che verranno» (Angelo Mellone, Il Giornale).

Dilaga in tutt’Italia la febbre supina.

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