Girato con uno stile conturbante ma soprattutto disturbante da Salvatore Samperi a ventiquattro anni, Grazie Zia si inserisce nel quadro politico in cui nasce in maniera del tutto originale raccontando una ribellione che arriva alla misantropia e a una visione agra della vita che non lascia posto alla speranza.
Lisa Gastoni è la bellissima interprete di questo sensuale film che all'epoca scandalizzò per l'audace e torbido rapporto tra zia e nipote.
Alvise, figlio di un industriale di provincia, esprime la sua protesta contro la società fingendo di essere paralizzato alle gambe. In partenza per Hong Kong i genitori lo affidano a Lea, una giovane zia che esercita la professione di medico e ha, da lunghi anni, una relazione con Stefano, un vanitoso e imbelle intellettuale di sinistra. Pian piano e sottilmente, Alvise stacca Lea da Stefano e la fa innamorare di sè, trascinandola, fino a farle dimenticare il mondo e la professione, in una serie di torbidi giochi, ma rifiutandosi di dare completezza all'insano rapporto. Cosicchè, quando Alvise l'invita a un'ultimo gioco, quello dell'eutanasia, Lea accetta senza difficoltà e gli somministra il veleno.
Lisa Gastoni è una delle grandi interpreti del cinema italiano che ha abbinato l’incredibile sensualità alla estrema professionalità.
Di padre italiano e madre irlandese, negli anni del dopoguerra si trasferisce a Londra dove inzia la sua carriera di fotomodella e attrice.
Approda al cinema italiano negli anni 60, interpretando alcuni film di fantascienza con il nome di Jane Fate , quindi, dopo un breve matrimonio con un noto fisico, si lega al produttore Joseph Fryd con cui nel 1966 gira da protagonista Svegliati ed uccidi di Carlo Lizzani , al fianco di Robert Hoffmann e dei fratelli Volontè. La pellicola ottiene un notevole successo e l’interpretazione di Lisa Gastoni viene premiata con il Nastro d'Argento.
Il film maggiormente legato all'immagine di Lisa Gastoni è però indiscutibilmente il cult movie , Grazie zia (1968) di Salvatore Samperi, nel quale è una conturbante e raffinata zia, attirata in un morboso rapporto psico-incestuoso dal nipote paralitico, interpretato dal giovane Lou Castel, reduce dal successo di I pugni in tasca di Marco Bellocchio. La sua interpretazione sarà premiata con la Targa d'oro al Premio David di Donatello
Negli anni '70 gira pochi film, in virtù di una sua scelta di lavorare solo con registi di qualità ma nel '75 vince il secondo Nastro d'Argento con Amore amaro di Florestano Vancini.
Negli anni successivi abbandona gli schermi, dedicandosi alla pittura e alla scrittura. Vi ritorna recentemente con alcune eccellenti interpretazioni per il cinema e la televisione, ottenendo con Cuore sacro di Ferzan Ozpetek una candidatura al David di Donatello e al Nastro d'Argento.
Filmografia essenziale
Maria Montessori: una vita per i bambini (2007) nel ruolo di Gemma Montesano (per la TV)
Tutte le donne della mia vita (2007) nel ruolo di Diletta, madre del protagonista
La provinciale (2006) ne ruolo di Giacinta Foresi, madre della protagonista (per la TV)
Cuore sacro (2005) nel ruolo di Eleonora
L' Immoralità (1978) nel ruolo di Vera
Lo Scandalo (1976) nel ruolo di Eliane Michoud
Labbra di lurido blu (1975) nel ruolo di Elli Alessi
Mussolini ultimo atto (1974) nel ruolo di Claretta Petacci
Amore amaro (1974) nel ruolo di Renata Andreoli (vincitrice del Nastro d'Argento)
La Seduzione (1973) nel ruolo di Caterina
Maddalena (1971) nel ruolo di Maddalena
L' Invasione (1970) nel ruolo di Marina
L' Amica (1969) nel ruolo di Lisa Marchesi
Grazie zia (1968) nel ruolo della zia Lea
La Pecora nera (1968) nel ruolo di Alma
I sette fratelli Cervi (1967) nel ruolo di Lucia Sarzi
L'uomo che ride (1966) nel uolo di Lucrezia Borgia
Svegliati e uccidi (1966) nel ruolo di Yvonne (Candida) Lutring
I Criminali della galassia (1965) nel ruolo di Connie Gomez
They Who Dare (1954) nel ruolo della fidanzata di George
Le avventure di Mary Read (1961) primo film dell'attrice per la regia di Umberto Lenzi, nel ruolo di Mary Duello nella Sila (1962) di Umberto Lenzi, nel ruolo di Miss Parker
1967: Nastro d'Argento alla migliore attrice protagonista
1968: Targa d'oro al Premio David di Donatello x Grazie zia
1975: Nastro d'Argento alla migliore attrice protagonista
Vincitore Miglior fotografia in bianco e nero ( Nastri d'Argento della SNGCI, 1969)
Figlio dei suoi tempi, il ’68, Alvise (Lou Castel) è un ragazzo ribelle ma a modo suo, infatti protesta fingendo di non essere in grado di camminare. Lo fa perché non vuole assumersi delle responsabilità nella società in cui vive, simula per urtare gli odiati familiari: il padre industriale, Stefano (Gabriele Ferzetti) lo zio giornalista comunista verso il quale sfoga l'odio bruciando dei soldatini rappresentanti i vietcong. L’unica persona della famiglia che sopporta è la bella zia medico Lea (Lisa Gastoni) ed è proprio da lei che suo padre lo spedirà per un periodo, nella speranza che le sue gambe riprendano a funzionare.
Insofferente verso tutto e tutti, Alvise e la zia iniziano un rapporto un po’ particolare in qualche modo tendente alla sofferenza, al sadomasochismo. Stefano, che intuisce la sua recita di finto infermo, si vedrà gradualmente allontanato dalla compagna la quale passerà sempre più tempo con il nipote facendo così chiacchierare anche le due anziane domestiche.
Alvise è tutto una provocazione. Nei confronti della zia prova attrazione e repulsione, forse perché sa cose su di lei che noi non sappiamo ma intuiamo, coma la sua pazzia. Nella coppia che formano l’elemento forte è Alvise e non sua zia che invece si lascia manovrare dal nipote come una marionetta. Il loro è un rapporto violento sia sul piano fisico che psicologico. Alvise poi ha degli atteggiamenti infantili che scioccano o innervosiscono i presenti. Ogni loro discorso da intellettuali illuminati gli scatena una reazione eccessiva anche perché vede cosa si nasconde dietro le loro belle, giuste e sagge considerazioni: una ipocrisia che non gli appartiene. Anche la disinibita danza della giovane cantante Nicoletta (Luisa De Santis) gli provoca una reazione allergica. Eppure anche lui, anzi soprattutto lui, è un falso. Anche lui ha una facciata che non corrisponde alla realtà, anche lui appartiene e assomiglia a questo mondo che tanto odia. Dinnanzi a questa contraddizione inestricabile, a questo mal di vivere che lo tiene prigioniero, Alvise può fare solamente una cosa, e l’unica persona che gli può dare una mano a realizzarla è l’amata e sfruttata zia.
2 commenti:
Non conosco questo film, ma cercherò di trovarlo per vederlo, hai suscitato la mia curiosità.
Certo deve aver sollevato un bel polverone all'epoca :D
Sfido, è del 1968 !
Neanch'io lo conoscevo, mi ha incuriosito la morte del regista, avvenuta il 4 marzo di quest'anno, ho cercato e trovato.
Il film è in bianco e nero, Lou Castel e Lisa Gastoni, che all'epoca aveva 29 anni, sono straordinari.
La musica è di Ennio Moricone.
Ne sono rimasto incantato, da musica, fotografia, soggetto, ma sopratutto da questa attrice algida e brava, molto brava, che adesso ha 74 anni e tiene la scena rubandola a colleghe giovani nel film "Tutte le donne della mia vita", film godibile interpretato a Luca Zingaretti.
Una donna raffinata, un'attrice talvolta sprecata in qualche film di poco conto, una icona del cinema d'autore.
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