di Bianca Di Giovanni
È finita un’epoca: anche Renato Brunetta finisce nel tritacarne mediatico. Finora lo aveva usato lui, contro dipendenti pubblici, sindacalisti, piloti dell’Alitalia, e anche opposizione, salotti, banche. Ieri, invece, un paio di «notizie», relative a decisioni di mesi fa o addirittura dell’anno scorso sulle malattie e le indennità, vengono rilanciate in primo piano. «Brunetta fa marcia indietro sui fannulloni» ripetono in un tam-tam agenzie e siti internet, come Repubblica.it.
MINISTERO
Al ministero non si danno pace. «Che notizia è? Era già deciso da tempo, in circolari e nei decreti». In verità, nessuno lo sapeva. Deciso, ma tenuto accuratamente nell’ombra. Lontano dai microfoni e dalle Tv. Il ministro, dal canto suo, la butta in politica. «Non leggete troppo Repubblica», replica a chi gli chiede chiarimenti, riecheggiando i diktata del premier. Nel frattempo il portavoce di palazzo Vidoni diffonde comunicati: l’articolo di Repubblica. it è un falso, perché non esiste alcuna «restaurazione seguita alla rivoluzione Brunetta». Salvo poi ammettere che modifiche ce ne sono state, eccome.
MODIFICHE
Eccole. I lavoratori in malattia non dovranno più risultare reperibili nell’intera giornata (le norme introdotte l’anno scorso prevedevano l’intera giornata dalle 8 alle 20, con l’esclusione della fascia dalle 13 alle 14, chiamata «ora d’aria»), ma secondo le fasce in vigore per i privati (10-12/17-19). Lo prevede il decreto anticrisi varato in luglio. Un’altra disposizione dello stesso decreto prevede che la certificazione delle malattie può essere rilasciata anche da un medico convenzionato con il servizio sanitario, e non solo dalla struttura pubblica come volevano le «norme Brunetta ». Su questa retromarcia il ministero replica che la decisione era già stata presa in una circolare del 5 settembre dell’anno scorso, e che è stata confermata in un decreto per maggiore chiarezza legislativa. Sta di fatto che la retromarcia c’è stata, non a luglio a ma addirittura un anno fa. Stessa cosa vale per l’altra modifica, quella concernenet alcuni casi di assenza che nella «rivoluzione Brunetta» venivano equiparate alle malattie, ma che tali non erano. È il caso dei donatori di sangue o di chi assiste un portatore di handicap. Anche per loro la legge originaria prevedeva la decurtazione dell’indennità accessoria sul salario. Il ministro ci ha ripensato nel dicembre del 2008, ed ha corretto. «Invece di dire bravo Brunetta, oggi lo accusano di aver fatto marcia indietro», continuano dal ministero. Se solo il ministro ammettesse che si è corretto da solo (come gli manda a dire Paolo nerozzi dal Pd), magari in molti gli direbbero bravo. Ultima novità, il mantenimento del trattamento economico per le forze di polizia anche in malattia. Sulla reperibilità il segretario generale della Fp-Cgil, Carlo Podda, parla di «un atto dovuto». «Con la normativa Brunetta - spiega - c'era un'evidente disparità tra lavoratori ». Stesso commento dalla Uil.Pa. «La modifica è frutto del dialogo», aggiungono in casa Cisl. Intanto il ministro se la prende con gli studenti assenteisti. «Manderemo sms alle famiglie - dice accanto alla Gelmini - è finita un’epoca». Sì, la sua.
26 settembre 2009
3 commenti:
La cosa sorprendente è che a destra c'è una tale devozione per SB.che sfocia nell'emulazione da parte di tutti i suoi componenti . Viene da dire che SB.ha di se un estratto nel quale intinge i suoi "uomini" da tirarne fuori delle copie di se stesso, e non solo nella coalizione politica,persino nei media, cloni impazziti in ogni dove.
Se quessta pandemia scoppiasse anche a sinistra per Antonio Di Pietro, non sarebbe male.
La cosa sorprendente è che a destra c'è una tale devozione per SB.che sfocia nell'emulazione da parte di tutti i suoi componenti . Viene da dire che SB.ha di se un estratto nel quale intinge i suoi "uomini" da tirarne fuori delle copie di se stesso, e non solo nella coalizione politica,persino nei media, cloni impazziti in ogni dove.
Se quessta pandemia scoppiasse anche a sinistra per Antonio Di Pietro, non sarebbe male.
BRUNETTA NON E' NEMMENO LA BRUTTA COPIA DI BERLUSCONI, ANZI.
LE HA SPARATE GROSSE, POI GLI HANNO FATTO CAPIRE, ANCHE I SINDACATI, CHE C'ERANO MOLTE STORTURE, DOVUTE ANCHE AD APPORSSIMAZIONI E HA CORRETTO, MA SICCOME E' IN MALAFEDE (LO SONO TUTTI A DESTRA) HA CERCATO DI NASCONDERE LE CORREZIONI.
GLI E' ANDATA MALE.
LA FIGURA DI MERDA ERA GARANTITA, PRIMA O POI.
IN DEFINITIVA, E' UN DILETTANTE DEL DIRITTO.
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