martedì 13 ottobre 2009

L’IRA DEL PREMIER E LE LITI IN CASA I GIORNI NERI DEL SOLDATO MASI


Rai, fallita la missione di epuratore: pronto un uomo di Previti


di Marco Lillo


Doveva cacciare Michele Santoro dallo schermo. Ed è riuscito a confezionargli uno spot gratuito che lo ha portato al record di ascolto. Doveva cacciare Marco Travaglio con la sponda dell’Autorità Garante ed è riuscito solo a irritare il presidente dell’Agcom con una manfrina inutile visto che poi il contratto è stato chiuso. Doveva confezionare un “Porta a porta” lucente attorno alle case di L’Aquila e non è riuscito a battere nemmeno Gabriel Garko.
Ora basta. Il Cavaliere non ne può più di Mauro Masi. Questo ex paracadutista del Tuscania ha fallito la sua missione. Ed è inutile spiegare che si trattava di missione (oltre che sporca) impossibile, che Santoro è lì in forza di una sentenza e che l’Autorità non stabilisce i palinsesti. Re Silvio non ascolta ragioni. Come un capo azienda stabilisce i target per i manager e se quelli falliscono, li fa fuori. Punto.
Ora dietro Masi si prepara il nuovo, cioé il vecchio più vecchio: Gianfranco Comanducci, amico fraterno di Cesare Previti, vecchia volpe Rai, amato dai dipendenti per la gestione munifica del circolo interno. “Er Comanda”, come lo chiamano sul campo da tennis, scalda i muscoli. E’ lui la voce di Berlusconi in Rai e ha sostituito Saccà, che infatti non lo ama più. In questo quadro si moltiplicano le soffiate sempre più velenose contro Masi. Il grand commis villoso, che fa vanto del master e del tatuaggio, è stato finora vittima solo di voci, chiuse nel recinto degli addetti ai lavori. Per esempio, quando il 29 luglio ha saltato un consiglio per un improvviso intervento all’occhio, nelle redazioni si raccontava nel dettaglio la dinamica del colpo subito. Ma nessuno ha scritto una riga.
Masi era all’apice: il 24 giugno c’era stata la sua celebrazione. Sulla terrazza del Vittoriano 300 persone erano accorse per il compleanno della sua compagna, l’acerba attrice caprese Susanna Smit. C’erano tutti: da Rutelli a Bonaiuti, da Geronzi a Caltagirone, da Vespa a Minzolini. E c’era soprattutto Silvio Berlusconi, felicissimo di parlare per un’ora con un giornalista di sinistra più sorridente e più basso di lui: il presidente della Rai Paolo Garimberti. Già allora si rincorrevano le voci sulla tumultuosa coppia Masi-Smit. Ma il muro di protezione per questo monumento al trasversalismo (Masi è stato a Palazzo Chigi sia con Berlusconi che con D’Alema) ha subito una crepa solo il 10 ottobre scorso. Un quotidiano vicino al centro-destra, “Italia oggi”, ha rotto la congiura del silenzio. Marco Castoro, uno dei giornalisti più informati sulla RAI, ha raccontato, senza fare i nomi, la lite furibonda che ha coinvolto una coppia “in pieno centro, tra Campo de' Fiori e piazza Navona”. Secondo la ricostruzione di Castoro, un “uomo in pigiama” cercava di calmare la compagna infuriata che era scesa in strada gridando: “E’ finita”. Chi erano? Lui “è un dirigente Rai, di quelli che contano” mentre lei “è una showgirl, di quelle che si fidanzano con gli uomini che contano”.
Effettivamente a “Il Fatto Quotidiano” risulta che il 27 settembre scorso alle 23 i vicini di casa di Masi hanno chiamato la Polizia preoccupati dalle urla e dai rumori. A sentire i vicini, sembra che non fosse nemmeno la prima volta. La lite con Susanna Smit era davvero furibonda. Sembra che l’attrice fosse infuriata per il comportamento del compagno e che il direttore generale, sceso giù per le scale in pigiama, non riuscisse a calmarla con le sue parole. La chiamata alla sala operativa era talmente preoccupata che sono arrivate due volanti di due commissariati diversi. Alla fine sono rimasti solo gli agenti del Commissariato Trevi, diretto dal vicequestore Michele Laratta, che hanno verbalizzato l’accaduto come “lite animata”. Non ci sono state troppe carte per evitare ricadute eccessive sull’immagine dei due illustri litiganti, né conseguenze penali. Nessuno dei due partecipanti ha presentato querela ma la storia è finita sulla scrivania dei nemici di Masi. E da lì sui giornali. Chissà se l’ennesimo tentativo di defenestrarlo riuscirà. Masi vanta 21 lanci e se ci fosse il ventiduesimo dal settimo piano di viale Mazzini, saprà cadere in piedi.

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