giovedì 24 dicembre 2009

Come smantellare un’eccellenza della ricerca


LO STRANO CASO (GIUDIZIARIO) DELLA “BANCA DEI SEMI” ABBANDONATA ALLA DISTRUZIONE
di Rosaria Talarico



Non sempre i semi danno buoni frutti. Per esempio gli 84 mila conservati nella Banca del germoplasma rischiano di essere inutilizzabili entro breve. Dietro questo nome astruso si nasconde un esempio di eccellenza italiana, sconosciuto ai non addetti ai lavori. Il tesoro di questa particolare banca – una delle più grandi d’Europa - è costituito dai semi delle varietà naturali di frumento, orzo, ceci ed altre specie che i ricercatori sono andati a scovare nelle zone più impervie del corno d’Africa o del Medio Oriente.

Ad affondare il coltello nella piaga della ricerca italiana è la procura di Bari che ha sequestrato le collezioni della banca sottraendole alla gestione del Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche. Nel provvedimento l’ex procuratore aggiunto di Bari Marco Dinapoli (ora trasferito a Brindisi) scriveva che il sequestro era motivato perché il “patrimonio di inestimabile valore scientifico ed economico, correva grave rischio deterioramento, essendo da mesi fuori uso i due impianti del freddo che ne consentono la conservazione alle basse temperature previste dai protocolli internazionali”.
CELLE FRIGORIFERE. Il Cnr invece che riparare le celle frigorifere come richiesto decine di volte dal responsabile della banca Pietro Perrino (che alla fine inascoltato denuncia tutto alla procura) nomina un commissario per risolvere il problema. Il commissario però non sa fare di meglio che cambiare le serrature e impedire l’accesso a Perrino e al suo staff. Anche il consulente della procura e la guardia di finanza non possono procedere ai sopralluoghi e all’esame della documentazione.

Non resta che sequestrare tutto.

“Il particolare pregio del materiale (di importanza strategica per le generazioni future)” scrive il procuratore implica l’ “urgentissima necessità di procedere alla rigenerazione dei semi” finora impossibile anche per i “ripetuti ritardi nei finanziamenti da parte del Cnr”. Dalla perizia disposta dal tribunale viene fuori una situazione drammatica: nel 70 per cento dei campioni di semi di frumento si registra un danno irreversibile di riduzione della variabilità e integrità genetica. E il consulente si è limitato ad ispezionare solo il 3 per cento dei semi custoditi nella banca.

La procura accusa inoltre il Cnr di non aver impiegato i fondi erogati dal ministero dell’Agricoltura per implementare il trattato Fao sulle risorse genetiche vegetali per l’alimentazione e l’agricoltura.

Tanto era l’interesse del Cnr che il personale che si occupava della banca viene ridotto a tre persone (Perrino e due suoi collaboratori). Che ci sia un cambio di rotta è chiaro anche dal nome. La banca viene accorpata in un nuovo “Istituto di genetica vegetale “cambiando drasticamente i suoi obiettivi e le sue linee di ricerca, indirizzandosi alla biologia e genetica vegetale, alla biologia molecolare… abbandonando completamente la conservazione in sicurezza e la gestione della Banca del germoplasma”. Addirittura dalla storica sede pugliese l’Istituto viene trasferito a Portici visto che il suo ex direttore, Luigi Monti, proprio all’università di Napoli insegna genetica agraria. Il “riordino” non porta grandi risultati. Secondo la procura e il consulente “le modifiche strutturali degli istituti del Cnr hanno fortemente penalizzato l’attività di conservazione e rigenerazione e azzerato l’attività di scambio con le altre banche”.
OGM. Il professor Monti più che di biodiversità si interessa di genetica, come dimostra il suo curriculum dove questa parola ricorre in ogni riga. Ed è più che un sospetto che il germoplasma (una risorsa naturale e gratuita) non venga visto di buon occhio dalle multinazionali che investono nella ricerca sugli ogm (organismi geneticamente modificati) protetti da brevetti.
“Le banche del germoplasma sono in sofferenza in tutto il mondo, spesso il loro prestigio viene sfruttato per ottenere fondi da utilizzare poi per ricerche lontane se non opposte alla conservazione e valorizzazione del germoplasma” spiega Perrino.
Il direttore del dipartimento agroalimentare del Cnr, Alcide Bertani, prova ad arginare le accuse: “Il Cnr tiene moltissimo alla banca, procederemo a un inventario e alla nomina di esperti qualificati a livello internazionale”. Che è un po’ come eliminare il bibliotecario che ha raccolto i volumi di una biblioteca per farli inventariare a un neofita. Chi meglio di Perrino e i suoi collaboratori che per 40 anni hanno raccolto i semi è in grado di gestire questa banca? Una domanda che si pone anche la procura e che infatti nomina Perrino custode giudiziario rilevando la “pretestuosità” del programma presentato dal Cnr. La procura – terminate le indagini - ha disposto il dissequestro della banca per evitare che nel frattempo si danneggi ulteriormente.
A salvare la collezione di semi provvederà forse la Regione Puglia che, con una lettera del presidente Nichi Vendola si fa “garante in prima persona della volontà politica della Puglia di voler custodire questo incommensurabile patrimonio dell’umanità”. Oltre alla volontà politica serve circa un milione di euro . “Si dà spazio ai giovani per la direzione dell’istituto” dice Bertani “ma entrano nel programma anche Perrino e i suoi collaboratori, un patrimonio che non viene disperso”. Chissà perché allora l’avvocatura dello Stato per conto del Cnr ha chiesto la revoca di Perrino dall’incarico di custode giudiziario.

7 commenti:

Andrea Altana ha detto...

Egregio Sig. Morselli, lei afferma che la biodiversità non avrebbe nulla a che fare con la genetica agraria o con la biologia molecolare. Mi spiace informarla del fatto che si tratta di una colossale stupidaggine.
Un'altra affermazione del tutto discutibile è che la conservazione del germoplasma non "viene vista di buon'occhio dalle multinazionali che investono sugli OGM". Il lavoro di conservazione del germoplasma è in realtà preziosissimo per chi lavora nel campo delle biotecnologie agrarie ma difficilmente sostenibile da ditte private visto che gli accordi del WTO sulla proprietà intellettuale (i cosiddetti "TRIPS") prevedono l'esclusione dalla brevettabilità di piante ed animali. Per questo motivo la preservazione del germoplasma rimane a carico di enti pubblici che è interesse di tutti finanziare adeguatamente. Invece di criminalizzare alcuni settori della ricerca, provi a verificare come viene gestito il CNR (così come buona parte degli enti pubblici di ricerca), scoprirà che buona parte del bilancio viene "investito" nel mantenere con generosissimi stipendi ESERCITI di direttori, responsabili, burocrati ed amministratori vari che nulla hanno a che fare col mondo della ricerca e che letteralmente si divorano le risorse disponibili. E' del tutto evidente che buttando i soldi in questo modo non ne rimangono a sufficienza per mettere in funzione le celle frigorifere!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Caro andreone (il tuo profilo non è visibile), intanto ti informo che io mi chiamo di cognome MORSELLO, con la O finale. Poi ti dico che io mi sono limitato a richiamare quanto Rosa Talarico scrive sul quotidiano nuovo di zecca IL FATTO QUOTIDIANO (appunto), sembrandomi un crimine lasciar deperire una banca semi (84.000, mica una sciocchezza) per inettitudine, inefficienza, indifferenza, di chiunque sia la responsabilità.
Non sono sorpreso, peraltro, più di tanto, visto che a Copenhagen i c.d. "Grandi della Terra" se ne sono strafottuti che il pianeta andrà a puttane, per le generazioni future, tanto nel 2050 nessuno di noi sarà ancora vivo per vedere i cataclismi climatici conseguenti al riscaldamento globale.
Quindi, mi interessano poco o nulla le dotte disquisizioni degli specialisti, visto che poi i politici se ne fottono.
Prendo atto però che tu hai fatto una precisazione di natura tecnica.
Allora, sai che ti dico? Scrivi un articolo di controinformazione, me lo mandi e io lo pubblico e te lo faccio pubblicare su una vera testata giornalistica: va bene così?
Ciao.

Andrea Altana ha detto...

Mi scuso per la storpiatura del suo cognome, e mi scuso per aver attribuito a lei il contenuto dell'articolo di Rosaria Talarico.
Anch'io come lei giudico un crimine lasciare morire la banca del germoplasma, e su questo punto qualunque persona di buon senso dovrebbe concordare. Ciò che contesto aspramente sono le stupidaggini dell'articolo che vanno ben al di là di semplici imprecisioni tecniche: l'autrice lascia infatti intendere che la Banca del Germoplasma starebbe chiudendo per colpa di quei cattivoni di genetisti e di biologi molecolari sostenuti dai cattivissimi delle multinazionali che fabbricano il mostruoso cibo di Frankenstein. Insomma il solito polpettone demagogico e disinformato che ottiene come unico effetto quello di sollevare dalle proprie responsabilità chi gestisce il più importante ente di ricerca in Italia. Purtroppo non sono un giornalista e non ho nè il tempo nè i mezzi per fare un'inchiesta di controinformazione. In ogni caso, se me ne darà l'occasione sarò lietissimo di inviarle un mio articolo sul tema. Pur non essendo un giornalista sono convinto di poter fare meglio della Tallarico, anche perchè fare peggio mi pare francamente impossibile.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Sei draconiano, ma ho l'impressione che tu sappia il fatto tuo.
Aspetto l'invio dell'articolo, la mia mail è nel mio profilo.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Chissà perchè ho l'impressione che tu sia un biologo.
Mi basta che tu riprenda l'articolo della Talarico e ne evidenzi gli svarioni e le approssimazioni.

Rosaria Talarico ha detto...

A quanto pare Andreone - nella sua furia contestatrice - non perde il vizio di storpiare i cognomi. Io mi chiamo Rosaria Talarico (con una "elle") e sono l'autrice "demagogica e disinformata" dell'articolo sul germoplasma. Prima di criticare gli articoli bisognerebbe leggerli con un minimo di attenzione. Infatti non sono io a lasciare "intendere che la Banca del Germoplasma starebbe chiudendo per colpa di quei cattivoni di genetisti e di biologi molecolari sostenuti dai cattivissimi delle multinazionali che fabbricano il mostruoso cibo di Frankenstein". A farlo è uno studioso sicuramente titolato, visto che lavora alla banca del germoplasma da oltre 30 anni. Di Andreone invece aspettiamo di conoscere identità e curriculum. Nell'articolo, per altro, si citano documenti della magistratura che tutto fanno meno che sollevare il Cnr dalle sue responsabilità, individuate invece in maniera puntuale. Sono quindi molto curiosa di conoscere le "stupidaggini" che ho scritto e che Andreone - bontà sua - mi farà la cortesia di elencare.

Grazie per l'ospitalità,
Rosaria Talarico

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Gentile Rosaria Talarico, sono sicuro che Andreone leggerà il suo commento e le precisazioni che lei fa. Mi auguro che risponda puntualmente a tutte le sue osservazioni.
Quando vuole lei troverà sempre ospitalità nel mio modesto blog.