venerdì 12 marzo 2010

Berlusconi indagato a Trani


Pd e Idv: "Minzolini si dimetta"

Silvio Berlusconi e il commissario dell’Authority Giancarlo Innocenzi sarebbero indagati nell’ambito di un procedimento aperto dalla procura di Trani e condotto dal Pm Michele Ruggiero. Ha anticipato la notizia stamane Il Fatto, che parla di una indagine partita dal fenomeno delle carte di credito ’revolving’ e poi sviluppata su altri temi. E la notizia ha immediatamente scatenato una bufera politica.

Le presunte pressioni

All’attenzione della magistratura sono finite, scrive il quotidiano, alcune intercettazioni della Guardia di finanza di Bari (comprese quelle con il Dg Rai Mauro Masi che però non risulterebbe tra gli indagati) in cui il premier farebbe «pressioni» per arrivare alla chiusura di "Annozero" di Michele Santoro e in cui si lamenterebbe tra gli altri anche di "Ballarò" e "Parla con me". Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini (secondo il quotidiano chiamato «direttorissimo» al telefono dal premier), invece, nelle intercettazioni rassicurerebbe Berlusconi su alcuni servizi del Tg1.

Di Pietro E Pd contro Minzolini

Le reazioni politiche sono immediate. Di Pietro coglie la palla al balzo: «Abbiamo presentato un’interrogazione urgente rivolta al premier per chiedergli con quale diritto si è arrogato il potere di condizionare un organo di controllo come l’Agicom chiedendo la chiusura di "Annozero". Il responsabile dell’Agicom Innocenzi deve dimettersi ed essere cacciato a calci nel sedere, così come il direttore del Tg1». Sulla stessa linea anche il Pd che con la Bindi chiede le dimissioni di Minzolini: «Altro che Zimbawe! Il direttore generale della Rai non dovrebbe lamentarsi per le pressioni che riceve evocando paesi più civili e seri del nostro. Solo nell’Italia prigioniera dell’invasivo conflitto d’interessi di Berlusconi si può leggere una storia come questa», afferma la presidente del Pd.

Il direttore del Tg1: "Il premier chiama? Lo fanno tutti"

Il dg Rai Masi, con il quale Innocenzi avrebbe parlato della richiesta - sempre secondo il quotidiano - avrebbe risposto che «certe pressioni non si ascoltano neppure in Zimbawe». Il direttore del Tg1 Minzolini - si legge sul Fatto - conversando al telefono con il premier, avrebbe promesso editoriali sulle «balle di Spatuzza» e servizi su alcuni magistrati. «Se esistono reati» in queste conversazioni, conclude il quotidiano, saranno i magistrati ad accertarlo, ma «la notizia è che il "regime" è stato trascritto in migliaia di pagine di brogliacci». Arriva anche la prima reazione di Augusto Minzolini: «Non so di cosa si parla, non ho ricevuto nessun avviso di garanzia e quale è il reato?». Contattato telefonicamente il direttore del Tg1 chierisce la sua posizione: «Berlusconi? Mi avrà telefonato due o tre volte, non di più e comunque quanto Casini e gli altri... - aggiunge Minzolini - . Siamo alla follia, credo di essere la persona più cristallina del mondo, quello che penso lo dico in tv...».

Le reazioni politiche

«Ancora una volta spezzoni di ipotetiche intercettazioni, estrapolate da ogni contesto, vengono pubblicate con una palese violazione della legge, senza avere alcuna attinenza con i procedimenti dai quali derivano e senza avere alcuna rilevanza penale. Come mai l’autorità giudiziaria non interviene?», chiede il sottosegretario Paolo Bonaiuti. Secondo il portavoce del Pdl Capezzone «le frasi pronunciate dal signor Di Pietro contro Augusto Minzolini e Giancarlo Innocenzi sono degne di uno squadrista». «Il resto è fuffa, con il livore di chi era abituato ad un Tg1 asservito alla sinistra e che oggi deve accettare che l’ammiraglia dell’informazione Rai fa, appunto, informazione, e non propaganda di sinistra». Dal fronte Pd i commenti sono di ben diverso tenore. Il vicepresidente dei senatori Luigi Zanda spiega che la notizia non sarà smentita si potrà parlare di «pressioni da Zimbabwe indegne di una democrazia». L'affondo è durissimo: «Le notizie che emergono dall’indagine di Trani non sono degne di una democrazia parlamentare». «Se non vengono immediatamente smentite - conclude Zanda -, costituiscono una conferma sia del processo di spappolamento dello Stato messo in atto dal governo Berlusconi sia la totale inutilità della legge Frattini sul conflitto di interessi».

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