CONCUSSIONE IL REATO CONTESTATO DAI PM DI TRANI
L’AVVOCATO DEL PREMIER: CHIUDERE ANNOZERO? MAGARI
Concussione: sarebbe questa l'ipotesi di reato che vede indagati Silvio Berlusconi, il direttore del Tg1 Augusto Minzolini e il commissario dell'Agcom Giancarlo Innocenzi.
La procura di Trani non smentisce: l'indagine rivelata ieri da Il Fatto Quotidiano è quindi in corso.
Il procuratore capo Carlo Maria Capristo congeda i giornalisti con una frase secca: “Buona domenica”. Il pm titolare dell'indagine, invece, s'è limitato a un “non dico niente”.
Nei prossimi giorni sono previsti degli interrogatori e – secondo le indiscrezioni trapelate ieri – si profila una possibilità: la procura potrebbe chiedere, per alcuni degli indagati, la misura cautelare dell'interdizione dai pubblici uffici. Al momento, però, nessuna misura è stata richiesta al gip il cui unico atto, finora, è stato quello di autorizzare il pm, Michele Ruggiero, alle intercettazioni. Se l'ipotesi dovesse risultare veritiera, assisteremmo a un ulteriore passaggio, ovvero la trasmissione degli atti al tribunale dei ministri per l'autorizzazione a utilizzare le intercettazioni del premier, altrimenti inutilizzabili.
Nel frattempo un dato è certo: Berlusconi, Minzolini e Innocenzi non hanno ricevuto alcun avviso di garanzia. Il che non significa, però, che non siano stati iscritti nel registro degli indagati.
Altro dato certo: la procura di Trani ha aperto un procedimento – a carico di ignoti – sulla rivelazione del segreto d'ufficio.
Torniamo però all'ipotesi di reato e agli indagati: la concussione prevede che un pubblico ufficiale, abusando della propria funzione, costringa un'altra persona a procurargli un'utilità. È questa – secondo le indiscrezioni – l'accusa rivolta dalla procura a Berlusconi, Innocenzi e Minzolini. Che ieri hanno commentato la notizia spiegando, innanzitutto, di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia.
Minzolini, peraltro, è stato interrogato tre mesi fa – insiene con il direttore di Raifiction Fabrizio Del Noce – come persona informata sui fatti, cioè come testimone, in merito alla tranche originaria dell'inchiesta: quella sui presunti tassi usurari delle carte di credito “revolving” dell'American Express.
Era il 17 dicembre 2009 e i testi furono ascoltati per nove ore. Tra loro anche Andrea Ambrogetti, direttore per le relazioni istituzionali di Mediaset e presidente dell'Associazione nazionale per lo sviluppo della tv digitale terrestre. Come abbiamo già scritto, fu proprio da quell'inchiesta, e da quelle intercettazioni che poi, la procura di Trani, è giunta a individuare la presunte pressioni di Berlusconi su Annozero, attraverso l'Agcom, fino a ipotizzare il reato di concussione.
“Non ci risulta”, commenta Niccolò Ghedini, riferendosi all'indagine sul premier. L'altro onorevole avvocato del premier, Piero Longo, aggiunge il seguente commento, sulle presunte pressioni per bloccare Annozero: “Premesso che, se le avesse fatte davvero, Berlusconi sarebbe stato encomiabile, visto che Anno-zero è di una noia insopportabile, quale sarebbe poi il reato contestato?”. Stessa reazione arriva da Minzolini: “Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia e non capisco di che tipo di reato si possa parlare: con Santoro non c'entro nulla, questa è un'intimidazione, ma non mi lascio intimidire e vado ancora più dritto”.
A. Mass.
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