Le minacce di B: se non ci riuscite è una barzelletta, dovreste dimettervi.
Il garante: per me ci sei solo tu
di Antonio Massari
Berlusconi chiede – esplicitamente – ai suo fedelissimi dell’Agcom di elaborare una “strategia” per fermare Santoro. E l’Agcom si attiva. Non soltanto l’Authority: si muovono i vertici della Rai, si attiva l’intervento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e viene coinvolto persino un membro del Csm. È di “strategia” che parla anche il direttore generale della Rai, Mauro Masi, quando si confronta con il commissario dell’Agcom, Giancarlo Innocenzi, sul tema Santoro: una “strategia” che il “Fatto Quotidiano” oggi è in grado di rivelare e che vede il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, costantemente informato, giorno dopo giorno, passo dopo passo, di ogni mossa predisposta o da predisporre.
Il fattore scatenante si manifesta nel novembre 2009: s’è sparsa la voce che Santoro intende trasmettere una puntata sul “caso Mills”. Berlusconi è stato informato dal direttore di “Libero”, Maurizio Belpietro, che a sua volta l’ha saputo da Santoro, che l’ha invitato in trasmissione. E il premier non ci sta: si lamenta pesantemente con Innocenzi. Questa puntata gli risulta insopportabile. Chiede a Innocenzi d’intervenire pubblicamente. Gli suggerisce di esprimersi in maniera dura. Molto dura. Lo sollecita a spingersi fino a criticare l’Authority per cui lavora – l’Agcom – accusandola di immobilismo.
Innocenzi annuisce. È talmente consenziente da chiedere, a Berlusconi, il permesso di poter spingere l’acceleratore fino in fondo. Berlusconi non ha titoli per concedere – a un membro dell’Agcom – simili permessi. Ma il permesso viene richiesto. E il permesso viene accordato. Anzi – conclude il premier – fammi sapere la “strategia” che avrai elaborato.
Ed ecco il sistema: la “strategia” può ruotare intorno a una “lettera”. Dovrebbe firmarla il capo dell’Agcom, Corrado Calabrò, per poi spedirla al direttore generale della Rai, Mauro Masi. A sua volta, Masi, ricevuta la lettera, potrebbe promuovere dei provvedimenti su Santoro. Serve una “lettera” efficace, però, e a consigliarne il contenuto è proprio Masi. È Masi che indica a Innocenzi la strada maestra per intralciare Santoro e Annozero.
Siamo al paradosso: il direttore generale della Rai, che dovrebbe tutelare l’azienda, indica all’Agcom la via per incastrare un giornalista della stessa Rai e uno dei programmi di punta dell’azienda. Tra l’altro, parlando con Innocenzi, è lo stesso Masi che rivendica:
Berlusconi si fa risentire: Innocenzi garantisce che sta lavorando alla “strategia” e che incontrerà, per metterla a punto, persino un membro del Csm. Ma la strada indicata da Innocenzi – quella sui processi in tv – non è adeguata. È il segretario generale dell’Agcom Viola ad accorgersene: parliamo del braccio destro del presidente Calabrò. La situazione si chiarisce quando Innocenzi richiama Masi: ha una busta. Dentro c’è qualcosa di scritto. Gliela lascia in un posto dove Masi può leggerla.
Anche in questo caso, Berlusconi, viene tempestivamente informato. Prima, però, il Cavaliere inonda Innocenzi dei soliti improperi: il presidente Calabrò dovrebbe lasciare il suo posto, insieme con tutta l’Agcom, che dovrebbe dimettersi in blocco, visto che è una sorta di “barzelletta”. Innocenzi prende la sua dose quotidiana di rimproveri e poi rasserena il presidente del Consiglio: Masi ha una copia della bozza della lettera. E redarguisce Innocenzi: questa “lettera”, per come è stata elaborata, può servire dopo le trasmissioni. Non prima. Insomma: se Santoro non sbaglia – e la trasmissione su Mills non è ancor andata in onda – non lo si può sanzionare. Non avverrebbe neanche nello Zimbabwe. E quindi: bisogna ricominciare da zero.
Masi offre ancora i suoi consigli: la vicenda va inquadrata pensando al passato. Per esempio, la trasmissione sul caso di Patrizia D’Addario, aveva offerto molti spunti. E in effetti – nei suoi primi “consigli” a Innocenzi – Masi aveva chiesto di portargli tutto il materiale che l’Agcom aveva raccolto su Santoro e “Annozero” nei mesi precedenti.
La “strategia” si evolve fino a questo punto: una lettera, debitamente compilata e poi firmata da Calabrò, potrebbe mettere Masi nelle condizioni di dire a Santoro che, se dovesse infrangere le direttive,
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