di Marco Travaglio
Il piccolo Tejero de noantri, l’unico golpista che non ha fatto il militare, comunica che il vaudeville delle liste è colpa dei soliti giudici bolscevichi, annidati addirittura nel Tar del Lazio, ma anche di una new entry: i radicali, la cui geometrica potenza è riuscita a escludere il Pdl con la sola imposizione delle mani (non per nulla candidano il mago Otelma in Liguria).
Poi naturalmente c’è la feroce opposizione tutta, compreso financo l’incolpevole Pd, che s’è messa a fare ricorsi contro le liste taroccate “mentre noi avremmo fatto esattamente l’opposto”.
Infatti nel 2000, in Molise, il centrodestra denunciò al Tar e al Consiglio di Stato alcune liste alleate di Giovanni Di Stasi, neoeletto governatore del centrosinistra, così si rifecero le elezioni e vinse il centrodestra con Michele Iorio, che è ancora lì.
Infatti nel 2005 il centrodestra di Storace tempestò di ricorsi tutti i tribunali per escludere Alessandra Mussolini, a causa di firme false che – scoprirà poi la procura – erano state fabbricate dallo stesso staff storaciano.
Infatti due anni fa, alle provinciali in Trentino, Lega e Pdl denunciarono la lista Udc alleata del centrosinistra e la fecero escludere dal voto.
Ancor più avvincente l’altra affermazione del Caimano: “Non vi è stata da parte nostra nessuna responsabilità riconducibile a nostri responsabili (sic, ndr) al contrario di quanto che s’è voluto far credere. Sono qui per reagire all’assoluta disinformazione”.
Chissà con chi ce l’aveva.
Forse con quel quotidiano disinformatore che il 1° marzo titolava in prima: “Un partito di matti”. Sommario: “La mancata presentazione della lista in tempo utile è il grottesco risultato degli equilibrismi per accontentare gli ex Forza Italia e gli ex An che creano un mostro burocratico e inefficiente”. Il 2 marzo il direttore salmodiava: “Quelli di Roma non sono capaci neanche di presentare in tempo utile le liste elettorali e vanno messi sotto osservazione in attesa di passare al trattamento sanitario obbligatorio. E questo è l’unico dato quasi certo.
Il primo quotidiano è Il Giornale di Littorio Feltri, il secondo è Libero, anzi Occupato, di Maurizio Belpietro. Ora si cerca affannosamente di identificare il leader politico che, secondo
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