domenica 14 marzo 2010

HIMALAYA BENE IL RESTO MALE


Himalaya bene, il resto male. L'ultima novità ecologica è che i ghiacciai dell'Himalaya non si sciolgono più, che questa previsione dell’Ipcc (l'organizzazione che studia per l'Onu l'effetto serra) è stata sbagliata di grosso. E molti gongolano. Per l'India gongolo anch'io, perché senza l'acqua dei ghiacciai che alimentano i suoi maggiori fiumi centinaia di milioni di persone rischierebbero di morire di fame e di sete. Ma se anch'io sono lieto per l'India, è esageratissimo ricavare da questo episodio che la scienza «non sa», che vanta un sapere che non possiede, e anche che cerca di imbrogliare. Che esistano ricercatori che falsano i dati per fare carriera è noto a tutti. Ma di regola le frodi scientifiche sono facili da scoprire perché le scienze sono tali in quanto consentono la replicabilità delle ricerche. Il Signor Tizio ci dica come ha fatto, e il signor Caio farà la riprova. Torniamo all'Himalaya. Qual è stato l'errore?

È stato, in linea di principio, di attribuire una data, una scadenza temporale, a un trend, a un andamento di fondo. Essendo un po' del mestiere, io evito sempre di citare date e scadenze; registro soltanto linee di tendenza. Alcune delle quali sono, in ecologia, certe, anche certissime. Per esempio è certissimo che respiriamo aria sempre più inquinata. È meno certo, invece, se il surriscaldamento della Terra sia lineare e quali siano i fattori che lo possano rallentare. Dico rallentare perché se l'Himalaya tiene, l'Artico è tuttora in rapido scioglimento. È anche certissimo che le risorse naturali, a cominciare dal petrolio, finiranno. Quando? Non si sa, non è sicuro. Ma è sicuro che la tecnologia le potrebbe rimpiazzare per i 2 miliardi di viventi di quando io nascevo, ma non certo per i 9 miliardi di formiche umane previste dai demografi per la metà di questo secolo.

Senza contare che lo «sviluppismo » frenetico predicato dagli economisti ci prevede anche tutti egualmente benestanti in tutto il mondo. Mettiamo allora che la Cina, diventata opulenta come noi, consumi (è un calcolo che è stato fatto) trenta volte più di oggi. In tal caso il conteggio demografico sarebbe da moltiplicare per la quantità di consumo pro capite. Fantascienza? A questo punto sì. Anche perché a quel punto saremo, o saremmo, tutti estinti. Fantasticherie economiche a parte, il punto serio, e anche certissimo, sul quale tutti sorvolano è la scarsità dell'acqua. Che già manca endemicamente in Africa (specialmente all'Est), ma anche altrove. Come si sa, circa il 70-80 per cento dell'acqua dolce è assorbito dall’agricoltura; un assorbimento che può essere ridotto adottando colture che richiedono meno acqua. Anche così il problema resta drammatico perché da tempo consumiamo in eccesso acqua di falda che non si ricostituisce.

di GIOVANNI SARTORI

08 marzo 2010

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