Silvio Berlusconi ha chiesto stamani alla Procura di Trani di sapere "ufficialmente" se il suo nome è iscritto nel registro degli indagati per la vicenda Rai-Agcom. L'istanza è stata depositata poco fa dall'avvocato Filiberto Palumbo, di Bari, che assiste il presidente del consiglio assieme all'avvocato Niccolò Ghedini. Il capo del governo, infatti, non ha mai ricevuto dalla Procura di Trani alcun avviso di garanzia. "Spero che rispondano presto alla nostra istanza così potremo avere subito contezza dell'esistenza di questa indagine di cui parla da giorni la stampa" commenta Palumbo.
In realtà la risposta non è scontata. I pm, infatti, potrebbero secretare (o aver già secretato) l'iscrizione. Questo in base al comma 3 bis dell'art.335 del Codice di procedura penale: "Se sussistono specifiche esigenze attinenti all'attività di indagine, il pubblico ministero, nel decidere sulla richiesta, può disporre, con decreto motivato, il segreto sulle iscrizioni per un periodo non superiore a tre mesi e non rinnovabile". Una norma che si riferisce alla richiesta all'ufficio del pubblico ministero della persona che chiede di conoscere eventuali iscrizioni nel Registro delle notizie di reato in qualità di indagato o di parte offesa. Quel che è certo è che il segreto sarà fatto valere per quanto riguarda i documenti dell'inchiesta (tra cui le intercettazioni tra Giancarlo Innocenzi, componente dell'Agcom, e il premier e quelle tra Berlusconi e il direttore del Tg1 Augusto Minzolini).
Ghedini. Per Ghedini, invece, l'irrilevanza penale dei fatti, e comunque la totale e assoluta incompetenza territoriale di quella Procura" sono dimostrate dalle notizie sulle indagini in corso a Trani. Ghedini sottolinea inoltre "la reiterata e continua violazione del segreto di indagine. Il legale afferma poi che "né ad un giudice, né ai difensori, nulla è stato depositato. Tutto è nelle mani della Procura e degli investigatori e, guarda caso, a pochi giorni dalle elezioni, si leggono non solo i contenuti delle intercettazioni, ma perfino i precisi numeri delle stesse e, pur anche, i nomi di chi sarà interrogato nei prossimi giorni". "Tutto ciò - conclude Ghedini - non solo è inaccettabile, ma è in palese e conclamata violazione di legge e concretizza una pluralità di reati e di responsabilità disciplinari che dovranno essere accertati e severamente sanzionati".
Ispettori a Trani. Nel frattempo sarebbe destinato a slittare a domattina l'inizio formale dell'ispezione disposta dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano, alla Procura della Repubblica di Trani. "Sono sereno, io sono sempre sereno - dice il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo - nell'inchiesta per la fuga di notizie prometto il massimo impegno: chi conosce la mia storia, e non chi si diverte a gettare schizzi di fango su di me, sa che farò ogni sforzo per capire chi è l'autore di questa fuga di notizie". Anche agli ispettori, comunque, i pm potrebbero opporre il segreto.
Alfano. "A Trani sono state fatte intercettazioni a strascico, in una logica quasi da catena di Sant'Antonio; viene violato l'articolo 15 della Costituzione e probabilmente anche le leggi che regolano già attualmente, prima ancora della entrata in vigore della nostra riforma, l'uso delle intercettazioni come strumento di indagine" commenta Alfano. Che precisa: "'Gli ispettori non devono, non possono e non vogliono interferire nella inchiesta'.
Csm. Sarà esaminato con tutta probabilità domani dal comitato di presidenza del Csm il caso che ha investito il consigliere di Magistratura indipendente Cosimo Maria Ferri, che, secondo quanto riportato ieri da Il Fatto, avrebbe fornito pareri giuridici al commissario dell'Autorità garante per le comunicazioni Giancarlo Innocenzi per intervenire su Annozero. Una circostanza che sarebbe emersa nell'ambito delle indagini sulla procura di Trani. La riunione del Comitato era già stata convocata nella scorsa settimana, ma la questione è destinata a finire all'ordine del giorno. "Spero che siano pubblicate tutte le intercettazioni delle mie telefonate con Innocenzi perché non ho nulla da nascondere" commenta Ferri.
Di Pietro. "Via Santoro, via Floris, via Dandini e via Di Pietro dalle televisioni pubbliche", e i sicari dell'informazione, Innocenzi, Minzolini e chissà quanti altri, eseguono in perfetto stile mafioso". E' quanto scrive, sul suo blog, Antonio Di Pietro. "Dopo essersi ritagliato l'82% degli spazi dedicati alla politica nelle televisioni (Raiset), azzerando il concetto di par condicio, Berlusconi sceglieva pure chi doveva rappresentare quel misero 18% che restava. Non capisco poi perché - si domanda il leader dell'Idv - ha così paura di noi, forse perché non abbiamo mai ceduto al canto delle sirene di un dialogo che, oggi, tutti i partiti d'opposizione riconoscono impossibile?".
(15 marzo 2010)
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