Nell’inchiesta sul bavaglio-tv l’ordine di Berlusconi all’Agcom: “Aprire il fuoco” su Santoro e le altre trasmissioni scomode
di Antonio Massari
Bisognava aprire il fuoco su Annozero e tutte le trasmissioni che le somigliavano. Era questo che Berlusconi e il commissario dell’Agcom Giancarlo Innocenzi si dicevano al telefono, alla fine del 2009, nelle settimane in cui ipotizzavano di mettere in atto una “strategia” per fermare Santoro. “Dovete fare qualcosa che consenta alla Rai di dire: chiudiamo tutto” diceva Berlusconi. Innocenzi non si ribella. Anzi. È pronto ad “aprire il fuoco” nel giro di pochi giorni. Il premier ribatte che non ci si può limitare a Santoro: il fuoco va aperto su tutte le trasmissioni che somigliano ad Annozero.
Berlusconi è esasperato da Santoro. Ma anche Floris, con Ballarò, gli crea dei fastidi. Non riesce più a sopportare “la faccia” di Di Pietro in televisione. È inaccettabile che esistano trasmissioni con un pubblico “di parte” che applaude anche quando vengono prospettate “cose che non sono vere”.
Il Cavaliere “mira” a proteggere la tv di Stato, ecco la sua concezione: la gente finirà per non pagare più il canone perché non vuole che i propri soldi finiscano a Floris e Santoro. Nell’ultima puntata ha chiamato durante la diretta il presidente dell’Agcom Calabrò per dirgli “questa trasmissione è oscena” e Innocenzi lo tranquillizza: “Apriremo un’istruttoria anche per il passato”.
Per aprire il fuoco, però, è necessario che all’Agcom arrivino gli esposti: l’Authority, infatti, non può agire autonomamente, ma ha bisogno di un impulso, di qualcuno che presenti una sorta di denuncia. Chi? Nell’ultima puntata di Annozero, per esempio, s’è parlato anche dei carabinieri. Sarebbe “utile un esposto dell’Arma”, dice Innocenzi. E Berlusconi pensa che si potrebbe parlare con il generale Gallitelli.
La settimana televisiva, però, per il premier è davvero dura da masticare. Viene a sapere che Santoro vuol mandare in onda una puntata sul caso Mills. È in questo momento – durante l’ennesima telefonata tra Berlusconi e Innocenzi – che si parla di una “strategia”. Innocenzi, da parte del premier, deve aver subìto parecchi sfoghi sulla futura messa in onda del caso Mills. E lo confida ad Alessio Gorla, consigliere d’amministrazione Rai. Innocenzi dice che il “capo” – riferendosi a Berlusconi, non a Calabrò, presidente dell’Agcom – sta “incazzato come una biscia”. È addirittura “idrofobo”. E coinvolge anche Gorla nella “strategia” da mettere a punto. Berlusconi continua a chiamare. Innocenzi continua a spiegare che si sta muovendo.
Ma la “strategia”, come abbiamo raccontato nel Fatto Quotidiano di ieri, non va a buon fine. Non come avrebbero desiderato il Cavaliere e Innocenzi, almeno, che nel frattempo ha coinvolto anche il direttore generale della Rai, Mauro Masi. La trasmissione su Mills andrà in onda. E Berlusconi alza il livello delle lamentele: “Non fate nulla?”. Innocenzi si schermisce dicendo di non aver ricevuto alcuna informazione ufficiale sulla puntata di Annozero. Berlusconi si stupisce: che c’entrano le comunicazioni ufficiali, visto che la notizia è su tutti giornali? Innocenzi prova a spiegargli che esistono delle regole. Che l’ufficialità non è data dagli articoli, ma dalle procedure, e dalle comunicazioni che, spiega, non sono ancora arrivate. La tensione arriva all’apice: Berlusconi definisce l’Agcom una “barzelletta”. Il presidente Calabrò dovrebbe vergognarsi. Non meritano lo stipendio. Fanno “schifo”, urla che l’Agcom “non è un’authority”. Innocenzi prova a calmarlo, spiegando che c’è ancora tempo, che sta aspettando notizie da Masi e Calabrò. La “strategia” però, come sappiamo, non andrà in porto.
Innocenzi è disperato. Confidandosi con un amico, dice che da Santoro stanno per esplodere le “bombe atomiche” contro il presidente del Consiglio. Non regge più, il commissario dell’Agcom, e ammette: Berlusconi mi “manda a fare in culo ogni tre ore”. Berlusconi vorrebbe che lui, membro dell’Agcom, l’aiutasse a impedire la trasmissione di Annozero. “Ma ti sembra normale?”, chiede all’amico. Lui non può far nulla. Se Berlusconi varasse “una legge che cambia l’autorità”, forse qualcosa si potrebbe fare, ma così si può intervenire soltanto dopo le trasmissioni. Non prima. E quindi: Innocenzi e l’Agcom non possono far nulla.
Le lamentele del premier aumentano sempre più, cadenzate dalle puntate di Annozero. Innocenzi, a volte, dice a Berlusconi di essere sempre più “incazzato”: arriva persino a descrivere situazioni surreali. Come quando racconta d’essersi presentato dal presidente dell’Agcom, Calabrò, addirittura come un “tupamaro”. Dice che è andato a trovarlo con le “bombe addosso”. E il Cavaliere, al termine della telefonata, conclude: messa così, insomma, non si può più parlare di “servizio pubblico”.
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