Masi: Vigilanza decida con urgenza
Il consiglio d'amministrazione della Rai non sblocca i talk show politici. L'organo di governo della tv pubblica ha approvato a maggioranza (cinque voti favorevoli e quattro contrari) una delibera che conferma quella del 1° marzo, che sospendeva la messa in onda di Annozero, Porta a porta, Ballarò e Ultima parola. La decisione è stata presa al termine della riunione convocata per esaminare la sentenza del Tar che, venerdì scorso, ha accolto il ricorso di Sky e La7 contro il regolamento dell'Autorità di garanzia nel periodo della campagna elettorale.
Il cda ha dato mandato al direttore generale della Rai, Mauro Masi, di rappresentare alla commissione parlamentare di Vigilanza la situazione che si è creata in seguito alla bocciatura del regolamento dell'Agcom per le tv private e per acquisire le valutazioni dell'organismo parlamentare. Masi ha subito inviato una lettera alla commissione di Vigilanza cui chiede di assumere eventuali decisioni sulla sospensione dei talk show con "urgenza". Il direttore generale Rai ha fatto richiesta formale alla commissione di Vigilanza "affinché, a fronte delle citate pronunce del Tar del Lazio e della deliberazione conseguentemente presa dall'Agcom, assuma le eventuali determinazioni rimesse alla sua funzione politica di indirizzo".
I consiglieri di amministrazione del centrosinistra hanno diffuso a loro volta una dichiarazione sulla decisione della maggioranza del cda: "Esprimiamo il nostro voto contrario - dicono Rodolfo De Laurentiis, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten - perché si tratta di una decisione dilatoria che non sana la forzatura di interpretazione del regolamento compiuta quando a maggioranza fu decisa la sospensione di quattro trasmissioni di approfondimento". "L'ordinanza del Tar sulla delibera dell'Agcom e l'invito della stessa Autorità di garanzia a riconsiderare la delibera assunta dal cda avrebbero dovuto indurre
Il presidente della Rai, Paolo Garimberti, che ha votato contro la soluzione decisa dal Cda, è deluso per l'esito della riunione e amareggiato, a quanto si apprende da fonti vicine alla Presidenza, "per la divisione", evidente in seno al consiglio, e "per la mancata ripresa dei talk show". Garimberti si era già detto favorevole a riprendere le trasmissioni sospese e ritiene abbastanza frustrante che si sia ancora appesi su questa vicenda, con il tempo che non gioca a favore.
Il presidente Rai auspicava che la lettera del presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò, recapitata oggi, potesse sbloccare la situazione. Calabrò nella missiva informava di aver scritto anche alla Commissione parlamentare di Vigilanza per le valutazioni del caso e ricordava alla Rai l'invito a riconsiderare la decisione sulla sospensione delle trasmissioni. Naturalmente, sottolineano le stesse fonti, il presidente Rai si rimette come sempre alla decisione della maggioranza del Consiglio anche se auspicava "un segnale interno ed esterno di una maggiore reattività e senso pratico". Garimberti aveva auspicato in consiglio che, ascoltando l'invito del presidente dell'Agcom si facessero ripartire i talk show e contemporaneamente si scrivesse quella lettera. Ora, dicono le stesse fonti, il presidente Rai "attende fiducioso che dalla Vigilanza si batta rapidamente un colpo".
"E' una decisione sbagliata, un errore in una situazione già caotica, grottesca e paradossale" è il commento di Giovanni Floris, conduttore di Ballarò, alle ultime decisioni del cda Rai riguardo la par condicio. "
"Non vi è bisogno di attendere i testi di eventuali intercettazioni per comprendere quali siano le ragioni che hanno spinto la maggioranza di destra nel Cda della Rai a confermare quelle norme bavaglio esplicitamente sconfessate dal Tar e perfino dall'autorità di garanzia. Il bavaglio deve restare perché così ha voluto il signore e padrone del conflitto di interessi" dichiara Giuseppe Giulietti parlamentare Gruppo Misto e portavoce Articolo21. "Contrasteremo tale decisone in tutte le sedi possibili - aggiunge - e promuoveremo tutte le azioni utili a determinare le decisioni di un gruppo dirigente che ha dimostrato di non poter svolgere alcuna funzione di garanzia".
(15 marzo 2010)
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