Sul palco Di Pietro assicura: “Il successo solo insieme” E Bersani: “Vinceremo”.
Ovazione per Vendola
di Wanda Marra
Una piazza che prende quota a poco a poco, che si infiamma man mano che passano le ore. Un’opposizione che cerca se stessa e in parte si trova, con Vendola che infiamma la platea, Di Pietro che ottiene l’effetto suspense e Bersani che indovina la cifra dell’autorevolezza mentre parla di una “festa per l’alternativa”.
La manifestazione ieri a Roma di tutta l’opposizione - a parte l’Udc - alla fine è un successo. Piena la piazza, abbastanza unitario l’effetto finale, nel nome dell’antiberlusconismo, della democrazia e delle regole, ma con i temi della legalità cari al leader dell’Idv che si mescolano a quelli più classici della sinistra, come il lavoro e i diritti. Un po’ come tra i manifestanti si mescolano le bandiere dei partiti al viola.
Si comincia poco prima delle 15 con un’emozionatissima Bonino in giacca gialla che comincia, poi si ferma, poi ricomincia. Parla con pacata eleganza, ringrazia per il sostegno nel Lazio, usa persino lo slogan che fu caro al popolo no global: “Noi dobbiamo essere la speranza, la proposta e non solo la sterile protesta. Un mondo diverso è possibile, dipende da voi tutti”.
Nel frattempo, dietro al palco arrivano i leader. I segretari che devono intervenire e molti altri. Di Pietro, con sciarpa rigorosamente viola, fa continuamente su e giù, accompagnato da Donadi e Orlando. Tutti si chiedono se manterrà la sua promessa di non attaccare Napolitano. Intanto, lui non evita le battute caustiche: “Manca l’Udc? Non mi pare se ne sia accorto nessuno”. Risponde poi a distanza Casini: "Una piazza che recupera l'Ulivo e dove si esibiscono cartelli oltraggiosi nei confronti del capo dello Stato è un errore politico gravissimo e un aiuto insperato a Berlusconi”.
Uno scambio significativo per una piazza che vuole anche diventare alternativa di governo e che deve rispondere al rebus di mettere insieme molte anime. Ci sono molti big del Pd, da Finocchiaro e Zanda, a Franceschini e Castagnetti (che evidentemente fa una scelta diversa dagli altri ex popolari), i verdi Paolo Cento e Loredana De Petris, gli ex Pdci Diliberto e Palermi, grandi vecchi come Cossutta, politici sulla cresta dell’onda come De Magistris e “giovani promesse” come Picierno e Serracchiani. Arriva persino Sircana. Nella piazza si vede passare Epifani. Con tanti di quelli che furono i suoi leader, avanza l’effetto Unione. Massimo D’Alema tiene banco tra i giornalisti: “C’è contrasto tra la realtà del Paese che è in sofferenza e l’immagine di un presidente del Consiglio che passa il tempo al telefono a bloccare dibattiti televisivi”. Poi, com’è nel suo stile, non evita una stoccatina all’indirizzo di Di Pietro: “Noi siamo nei sondaggi verso il 30%, lui al 6%”. Sotto al palco spunta Bonelli, “redivivo” dallo sciopero della fame con tanto di mazzo di fiori, che lancia verso la folla. “Da questa piazza parte una rivoluzione gentile”, scandisce con voce tonante. Dietro, intanto Latorre e Bertinotti si interrogano sul futuro della politica italiana. Il leader storico di Rifondazione comunista parla di “un conflitto patologico” che ormai non produce più nulla. Poi saluta con un abbraccio l’attesissimo Vendola.
“Se è vero che il racconto berlusconiano è finito, noi non possiamo stare come nell’adagio cinese seduti sulla sponda del fiume ad aspettare che passi il cadavere dell’avversario. Oggi qui ricomincia il lavoro del cantiere dell’alternativa”, declama, mentre la piazza è tutta per lui.
Cita i lavoratori, gli immigrati, i terremotati dell’Abruzzo. L’atmosfera si riscalda, si rinsalda. Bersani è ancora chiuso nel suo parterre. Ma a un certo punto arriva Veltroni. Nessuna dichiarazione politica ai microfoni, ma un assaggio di quello che fu il suo stile da sindaco, quando si presenta a due bambini. Dal palco parlano Nencini e Ferrero. “Alle prossime elezioni insieme per battere Berlusconi”, dice il segretario di Rc esprimendo anche una speranza. Poi è la volta di Di Pietro. “Noi dell’Idv da oggi non affronteremo altro argomento che la deriva anti-democratica del governo. Prima il paese si libererà del piduista, prima sarà possibile tornare a governare nell’interesse di tutti”. E dunque, no ai colpi di testa, “dobbiamo restare uniti”. Come promesso, nessun accenno a Napolitano. Conclude un Bersani molto applaudito: “Non è una lista in più che ci preoccupa, noi vinciamo lista o non lista”. Berlusconi “che dovrebbe prendere la carriola e portare via un po’ di macerie che sono lì a L’Aquila da un anno” si è voluto fare le regole a uso e consumo: “Ha voluto farsi un vestito su misura, salvo poi scoprire che era sbagliato perché il sarto era ubriaco”. E “ora è anche caporedattore del tg, come abbiamo visto in questi ultimi giorni”.
Se gli organizzatori emanano soddisfazione, il centrodestra schiuma rabbia. Il premier in testa, che parla di “un aggregato stravagante con il solito Di Pietro leader incontrastato della sinistra che ha ammanettato l’estrema sinistra, il Pd di Bersani, il popolo viola e i nuovi giustizialisti della Bonino”. In piazza, però, manca solo la foto finale dei leader uniti. Un’alternativa è possibile, ma non nel nome dell’Unione.
4 commenti:
Se togliessero d'Alema, Veltroni, Bertinotti e tutte quelle facce buie che hanno devastato l'ex-pc potremmo farcela alla grande, il solo vederli mi rivolta.
Vendola e Di Pietro sono le uniche carte vincenti per una sinistra verso idee restauratrici di un'Italia che è ormai una tela disfatta.
Il prete mancato, Casini, dovrebbe cambiare reportorio sul fatto che si favoreggia B. parlandone male.. se si togliesse dai piedi pure lui non sarebbe male per l'Italia, ma un vescovato non glielo offre nessuno??
IL PRETE MANCATO E' FORMIGONI. CASINI E' UN EX-DC DOC.
SONO D'ACCORDO SUL TOGLIERSI DAI PIEDI TUTTI E DUE MA MI PARE UN PO' COMPLICATO. D'ACCORDO ANCHE SU D'ALEMA E VELTRONI: FORA DAI 'BALL!
La scritta di quel cartello viola è geniale!
WIWA LE/I GIOVANI!
(ho cambiato foto e grafica del blog, spero non ti crei problemi col trascinamento!)
'notte
ANCH'IO LA PENSO COSI'!
NON CREDO CI SARANNO PROBLERMI, VADO A VERIFICARE.
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