Ed è giallo sulla posizione di Minzolini
Secondo alcune fonti vicine alla Procura non ci sono ipotesi di reato sul direttore del Tg1
Ma secondo altre fonti sarebbe indagato per concussione o per favoreggiamento
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, annuncia l'invio di ispettori a Trani, dove è in corso l'inchiesta sulle carte di credito da cui sono scaturite le intercettazioni su Silvio Berlusconi, Giancarlo Innocenzi e Augusto Minzolini. E proprio sulla posizione di Minzolini nell'indagine è giallo: secondo alcune fonti vicine alla Procura, non sarebbe indagato; secondo altre sì, con ipotesi di reato di concussione o di favoreggiamento. Intanto il premier attacca: vicenda "ridicola e grottesca", dichiara.
Gli ispettori. Oggi il Guardasigilli dice: "Oggi stesso invierò gli ispettori a Trani per andare a verificare cosa è successo; ovviamente senza interferire nell'indagine, potere che non mi compete ma solo per capire come possano verificarsi queste gravi patologie". Immediata la risposta della Procura pugliese: "Siamo qui a disposizione - dice il procuratore Carlo Maria Capristo - State tranquilli, lasciateci lavorare con riservatezza, tranquillità e professionalità. Fermatevi a quello che ci siamo detti ieri: non ci sono comunicazioni per la stampa".
Le critiche dei democratici. Una scelta, quella di Alfano, che non piace al Pd. La capogruppo alla commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, la critica duramente: "Ci spiace che con queste sue continue attenzioni alle questioni personali processuali del premier e con questo suo uso privato della politica venga sempre più svuotato il ruolo istituzionale con il rischio concreto di trasformarsi in ministro ad personam".
L'indagine. L'inchiesta anticipata ieri dal "Fatto quotidiano" si basa sulle intercettazioni di telefonate in cui il premier chiede con insistenza a Innocenzi di intervenire come Agcom per bloccare i programmi che gli sono più indigesti. Il premier appare furibondo soprattutto per una puntata (annunciata) di "Annozero" sul processo Mills e invita Innocenzi a darsi da fare. Quest'ultimo si dimostra molto zelante e suggerisce un esposto come unica strada per muovere l'Authority di cui fa parte. Quanto a Minzolini, le telefonate mostrano una disponibilita del "direttorissimo" (così lo chiama il premier) ad aggiustare qualsiasi notizia nel modo migliore per il Cavaliere.
"Nessuna richiesta di interdizione".
Il Cavaliere all'attacco. Berlusconi, questa mattina, parte a testa bassa, in collegamento telefonico con Emilio Fede: "Mi occupo di cose serie, non di cose ridicole e addirittura grottesche. Per quanto concerne
Come nasce l'inchiesta. Viene avviata prima sui presunti tassi usurari applicati ai titolari di carta di credito tipo 'revolving' di American Express, si apre poi "casualmente" - sostengono gli inquirenti - il filone sul giro di telefonate tra il premier, Silvio Berlusconi, il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, e il commissario dell'Authority, Giancarlo Innocenzi. Un filone dunque assolutamente autonomo: sono le persone coinvolte nell'indagine sule carte a contattare giornalisti e lo stesso direttore del Tg1, per evitare che la stampa nazionale si occupasse della vicenda. In proposito, sia Minzolini che Innocenzi vengono sentiti a dicembre come testimoni. Che vengono da quel momento intercettati.
(13 marzo 2010)
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