Via al dibattito sulle riforme
Archiviato il voto, e terminata la pausa pasquale, da domani sono le riforme a monopolizzare il dibattito e l'agenda politica. Tre anni di legislatura, senza appuntamenti elettorali, vanno utilizzati - secondo Silvio Berlusconi - per intervenire nei campi della giustizia, delle istituzioni e del federalismo fiscale. Argomenti su cui la maggioranza sostiene di voler dialogare con l'opposizione; ma in realtà non nasconde di essere pronta a fare tutto da sola.
I progetti del premier. Attuare il federalismo fiscale entro la fine dell'anno e modificare la seconda parte della Costituzione mettendo fine al bicameralismo perfetto e riducendo il numero dei parlamentari: sono questi finora i pochi punti fermi da cui partirà dopo la pausa di Pasqua il disegno di riformare le istituzioni. Il presidente del Consiglio ha in mente anche l'ambizioso progetto di modificare la forma di governo passando da quella parlamentare a quella presidenziale, con l'elezione diretta del capo dello stato o del capo del governo. Sulla giustizia, invece, si comincerà con lo spingere il contestato ddl sulle intercettazioni, ora in Senato. Sempre all'esame di Palazzo Madama è la modifica del processo, penale mentre si sta ancora lavorando al più radicale cambiamento che Berlusconi ha in mente da tempo: separazione delle carriere e sdoppiamento del Csm.
Gli incontri. Proprio per affrontare questi nodi, il premier domani dovrebbe vedere il suo alleato più prezioso, Umberto Bossi; e poco dopo anche l'alleato considerato più eretico, Gianfranco Fini. Allo scopo di serrare le fila e di annullare eventuali "dissidenze" sugli argomenti in questione.
I commenti. Il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, sottolinea che "per aprire un confronto serio sulle riforme ci vuole una posizione comune del centrodestra, attraverso un confronto positivo con la Lega". Il ministro dell'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, sostiene che "il centrosinistra non ha più alibi: deve cercare il confronto con la maggioranza e non chiudendosi a riccio". Sul presidenzialismo Emma Bonino ricorda che bisogna vedere come farlo, "perché anche quello del Venezuela è presidenzialismo". E Franco Evangelisti, vicecapogruppo Idv alla Camera: "Auguriamoci che non sia la solita manfrina gattopardiana, come temiamo fortemente".
(05 aprile 2010)
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