Ribaltate le sentenze di primo grado per i poliziotti responsabili dell'irruzione alla scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001. I giudici della Terza sezione della Corte d'Appello hanno condannato tutti i vertici della polizia, assolti in primo grado, a pene tra 3 anni e 8 mesi e i 4 anni, unitamente all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Nel complesso le pene superano gli 85 anni. In totale sono stati condannati 25 imputati sui 27. Tra i giudicati colpevoli anche Francesco Gratteri e Giovanni Luperi: 4 anni di reclusione e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. .
LA REQUISITORIA - Nella requisitoria finale il procuratore generale Pio Machiavello aveva chiesto per i ventisette imputati oltre centodieci anni di carcere. Il magistrato aveva usato parole molto dure: «Non si possono dimenticare - aveva detto - le terribili ferite inferte a persone inermi, la premeditazione, i volti coperti, la falsificazione del verbale di arresto dei 93 no-global, le bugie sulla loro presunta resistenza. Nè si può dimenticare la sistematica e indiscriminata aggressione e l'attribuzione a tutti gli arrestati delle due molotov portate nella Diaz dagli stessi poliziotti». Il procuratore generale nel chiedere la condanna per lesioni gravi e falso ideologico aveva anche escluso la concessione delle attenuanti generiche. In sostanza la Procura generale aveva riproposto la ricostruzione dell'irruzione nella scuola Diaz fatta dai pm del processo di primo grado, Zucca e Cardona Albini, rilevando anche con maggior forza le responsabilità degli alti gradi presenti quella notte. In primo grado di giudizio tutti i vertici, Francesco Gratteri, Giovanni Luperi e Gilberto Caldarozzi, erano stati assolti, così come il capo della Digos di Genova Spartaco Mortola, mentre il capo del settimo reparto della Mobile Vincenzo Canterini era stato condannato a quattro anni di reclusione, il suo vice Michelangeelo Fournier (che usò l'espressione «macelleria messicana» per descrivere la violenza dell'irruzione) a due anni, gli otto uomini del reparto erano stati condannati a pene diverse.
PRIMO GRADO - In tutto, in primo grado, il Tribunale aveva emesso tredici condanne e sedici assoluzioni per non aver commesso il fatto. In particolare era stato assolto Massimo Nucera protagonista di uno degli episodi più discussi durante il processo, ovvero il colpo di coltello al torace che Nucera sostenne di aver ricevuto da un non identificato no-global. L'agente era accusato di falso e di calunnia, i pm ritenevano infatti che il taglio sul giubbotto del poliziotto fosse stato fatto ad arte in un secondo momento. Erano stati invece condannati il vicecommissario Troiani e l'agente Michele Burgio che avevano portato materialmente dentro la scuola dove dormivano i no-global le due bottiglie molotov servite poi per incriminare i manifestanti. La sentenza che assolveva i vertici e condannava i medi e bassi gradi della polizia era stata accolta dal grido di «vergogna», molti dei ragazzi picchiati a sangue quella notte erano presenti in aula. «Non c'erano le prove del coinvolgimento degli alti gradi" aveva commentato il presidente Gabrio Baroni "e la giustizia richiede prove».
18 maggio 2010
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