mercoledì 19 maggio 2010

Intercettazioni, il bavaglio vien di notte


SEDUTE A ORA TARDA IN COMMISSIONE GIUSTIZIA. SCONTRO ROVENTE. LA MINORANZA GRIDA: “OTTUSI!”

di Antonella Mascali e Sara Nicoli

Prima i mafiosi e gli 007. Perché la loro privacy è sacra. Poi, forse, viene il lavoro della magistratura e il diritto dei cittadini ad essere informati attraverso i giornali. Anzi, meglio di no.

È grande rissa in commissione Giustizia del Senato. Le urla si sprecano: “Siete ottusi e complici dei mafiosi!” strillano a sinistra. “Volete solo la gogna pubblica per i vostri nemici, siete degli illiberali!”, rispondono a destra. Nel mezzo, fascicoli che volano in aria e insulti sparsi.

Da lunedì, in notturna, maggioranza e opposizione se le stanno dando di santa ragione per arrivare a modificare il ddl intercettazioni nel più breve tempo possibile perché il Cavaliere ha fretta. E vuole che tutto sia approvato in via definitiva al massimo entro luglio, quando Tremonti dovrà varare la manovrina e certo sarà meglio non avere grane da qualche inchiesta giudiziaria che potrebbe finire dritta sui giornali mettendo la maggioranza (e soprattutto il governo) a rischio tenuta.

Ieri, il capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, ha chiesto l’immediata calendarizzazione del ddl per farlo arrivare in aula già la prossima settimana e consentirne l’approvazione entro la fine del mese, ma l’opposizione ha tenuto duro riuscendo ad ottenere che almeno termini l’esame da parte della commissione Giustizia.

L’impatto con l’aula di palazzo Madama, tuttavia, è solo rimandato di una settimana; secondo il presidente della commissione Giustizia, Filippo Berselli, il provvedimento uscirà dal Senato “entro la prima settimana di giugno e senza ricorrere alla fiducia; quella, forse, la metteranno alla Camera”.

La novità politica di queste ore sul provvedimento è che i finiani lo voteranno. Lo ha chiarito Italo Bocchino, con una dichiarazione che ha lasciato sconcertata l’opposizione: “È una riforma necessaria, in un contesto in cui ogni giorno assistiamo a processi pubblici a mezzo stampa, senza contraddittorio, senza diritto di replica e con la sentenza già scritta”.

In realtà, quello che si sta approvando in commissione Giustizia è lo scempio definitivo del diritto-dovere d’indagine e di cronaca. “Ormai siamo arrivati a Giochi senza frontiere – dice il responsabile giustizia Idv Luigi Li Gotti – è diventata una corsa contro il tempo”. E quando c’è da coprire gli 007, non si discute. “Alfano - spiega l’ex pm Felice Casson - concede l’extraterritorialità ai servizi di sicurezza”. Con questa normativa tutte le indagini saranno definitivamente compromesse. Il ritorno dei “gravi indizi di reato” è solo un’immaginetta. Per poter intercettare sono stati posti tanti di quegli ostacoli che latitanti, mafiosi, corruttori, criminali dai colletti bianchi, stalker e stupratori possono festeggiare.

I pm potranno intercettare un indagato solo se avrà raccolto a suo carico indizi come se fosse già a processo, solo sulle sue utenze. Anche quelle di altri soggetti ma se coinvolti strettamente nei fatti oggetto dell’indagine. Quindi vietate le intercettazioni “ a strascico”, che hanno permesso alla procura di Trani di passare dall’inchiesta su una truffa con carte di credito a quella sulle pressioni di Berlusconi all’Agcom per far chiudere Annozero.

Limitato anche il tempo a disposizione per intercettare: 75 giorni. Impossibile, statistiche alla mano, per indagini complesse come quelle di mafia, corruzione e terrorismo.

Ardue anche le intercettazioni ambientali e le riprese da parte degli inquirenti. Cimici e telecamere si potranno piazzare soltanto nei luoghi dove “vi è fondato motivo” che si stia commettendo un crimine. La maggioranza ha però pensato di proteggere gli 007. Ha approvato l’emendamento che prevede un iter speciale per cui sarà il presidente del Consiglio, con l’opposizione o meno del segreto di Stato, a decidere il destino di quelle registrazioni. Mentre scriviamo è in corso la seduta notturna della Commissione che deve approvare (al massimo lo farà giovedì) anche gli emendamenti che imbavagliano la stampa. Non si potrà scrivere nulla su indagini, intercettazioni e arresti fino alla fine dell’udienza preliminare. Previsto carcere e multe per giornalisti, multe stratosferiche per gli editori. I cittadini anche per anni non potranno avere alcuna notizia su politici corrotti o medici-macellai o banchieri truffatori. E, come sempre, chi non sa si manovra meglio.

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