Edilizia del fare: il Cavaliere pronto a sistemare bungalow anche nella zona protetta
di Peter Gomez
Quando l’incartamento, firmato dai rappresentanti dell’Immobiliare Idra, è arrivato a Cagliari negli uffici della commissione regionale per il paesaggio, tra i funzionari c’è chi si è lasciato sfuggire una battuta feroce “Silvio Berlusconi sta per allargare di nuovo la famiglia”. Del resto, nelle orecchie dei tecnici, riecheggiavano ancora le parole del premier che, il 7 marzo del 2009, in occasione della presentazione del Piano Casa, aveva rassicurato tutti dal pericolo di abusi edilizi. E aveva fatto un esempio preciso: “Il piano? Significa soltanto dare a chi ha una casa, e nel frattempo ha ampliato la famiglia perché i figli si sono sposati e hanno dei nipotini, la possibilità di aggiungere una stanza, due stanze, dei bagni, con i servizi annessi alla villa esistente”.
A Villa la Certosa, la sontuosa residenza a suo tempo acquistata dal faccendiere Flavio Carboni, le cose vanno però in tutt’altro modo. E, secondo quanto risulta a Il Fatto Quotidiano, invece che delle nuove stanze si stanno per costruire dei tokul. Dei bungalow in muratura evidentemente destinati ad ospitare non i nipotini, ma la numerosa corte del presidente del Consiglio. Tutto merito della giunta presieduta dal Ugo Cappellacci, figlio di uno dei commercialisti sardi di Berlusconi, che nell’ottobre dello scorso anno ha mandato a carte quarantotto le norme anti-cemento volute dal predecessore Renato Soru. E ha approvato un Piano Casa che permette anche alle residenze e alle abitazioni costruite entro 300 metri dal mare di allargare le cubature del 10 per cento.
Certo, Cappelacci, oggi sotto inchiesta proprio con Carboni per l’affare dell’Eolico, sostiene che la sua idea non è un Piano casa vero e proprio. Lui lo ha ribattezzato “legge per il rilancio dell’edilizia”. Ma, comunque lo si voglia chiamare, per Berlusconi il risultato non cambia. I tokul, di disegno discutibile a detta di chi ha visto i progetti, non sorgeranno solo a due passi dal mare di Porto Rotondo, ma pure campeggeranno su terreni in teoria classificati come zona F, cioè in una area un tempo protetta dal piano paesaggistico.
Non che il premier a questi particolari burocratici abbia mai dato troppo peso. Tra vulcani finti, dependance e menhir, Villa La Certosa è ormai una sorta di lussuoso luna park, spesso rallegrato dalla presenza di avvenenti fanciulle. Le possibilità che tutto venga bloccato, sono ridotte a lumicino. Lo scultore Pinuccio Sciola, che presiede la commissione del Paesaggio, probabilmente ci proverà. Ma una legge interpretativa passata poche settimane fa, ha creato una sorta di corsia accelerata per i progetti del tipo di quelli presentati dall’Immobiliare Idra. Adesso anche i privati possono inoltrare i loro fascicoli allo sportello Suap (sportello unico attività produttive). E il risultato è che chi fa domanda si può mettere quasi subito a costruire. Anche per questo gli investigatori del Corpo Forestale hanno avviato un’indagine conoscitiva per capire se davvero sulle coste sarde si sta per abbattere (Certosa a parte) una colata di cemento. Le prime risposte sono sconfortanti: una ventina di alberghi sono in pole position nella corsa a moltiplicare le stanze. E almeno nel loro caso non si può parlare di famiglie allargate, ma solo di mattoni, turisti e inquinamento.
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