giovedì 3 giugno 2010

Di Pietro: "Temo rivelazioni a orologeria voglio scoprire chi è il mandante"


di GIOVANNA CASADIO

"Com'è possibile che quattro giorni prima Angelo Zampolini non sa che cosa rispondere e poi, d'improvviso, sente la spasmodica volontà di tornare dal magistrato? Non so se è in buona o cattiva fede, ma so che il suo ruolo è quello del "nuncius", per dirla in linguaggio giuridico di colui che riporta per conto di un altro soggetto una dichiarazione". Antonio Di Pietro ha passato la giornata a fare "una cosa da vecchio poliziotto", ovvero a confutare punto per punto le accuse sulle due case che ricondurrebbero lui, l'ex pm di Mani pulite, e il suo partito "Italia dei valori", al "sistema" Anemone. Ha preparato per i magistrati e messo online una memoria con allegati e, alla fine di "un giorno d'assedio", giura: "Ora io voglio scoprire chi tira le fila".

Sospetta che qualcuno abbia suggerito a Zampolini cosa doveva dire, onorevole Di Pietro?
"Zampolini dice cose molto generiche: "mi pare che lì ci abitasse Anna, la figlia di Di Pietro" e "in quell'altro appartamento c'era una sede di Idv". Ma è la sintesi di chi sta millantando o ha costruito apposta questa storia sulla base di indicazioni, di suggerimenti. Si sta cercando di gettare fango anche su Veltroni, Prodi, Rutelli... Una cosa è certa: se fossimo rimasti noi del centrosinistra questa gente, Anemome, Balducci e compagnia, non sarebbero andati da nessuna parte".

Mise in guardia il governo Prodi su Balducci?
"Eccome. Ma era Natale, poi il governo entrò in crisi e, alla fine, la classe dirigente è rimasta pari pari. Quando andai via dal ministero delle Infrastrutture Balducci è tornato al Consiglio superiore dei Lavori pubblici".

Cosa farà lei ora?
"Quello che ho già fatto e detto: discuto di queste cose con i magistrati di Perugia, di Firenze. E non solo. Sto riferendo tutto ciò che è di mia conoscenza alle varie autorità competenti".

Nella memoria ha scritto che "si vuole fare di tutta l'erba un fascio", che si avvelenano i pozzi. Chi sta accusando?
"In questo momento nel centrodestra sono in un "cul de sac". Hanno bisogno di allargare il concetto di responsabilità politica a tutti, di portare sul piano della responsabilità politica collettiva quelle che sono responsabilità individuali. Così accusano: "so che Di Pietro abitava...". Gettano sassi nello stagno e poi ritirano la mano, permettendo di agire ai depistatori di professione. Alcuni organi di informazione, purtroppo anche blasonati, si stanno prestando sparando notizie infondate. L'obiettivo, ripeto, è di trasformare tutto in un calderone, in cui le responsabilità individuali si edulcorano. Mai come in questo momento bisogna essere vicini ai magistrati e aiutarli a trovare la verità".

Cos'è il suo, un appello?
"Sì, chi è a conoscenza di qualunque notizia, anche se non è di per sé reato, la vada a dire, perché questo è un puzzle in cui una sola tessera non dice nulla, però contribuisce a costruire il mosaico".

Teme altre rivelazioni che possano metterla nei guai?
"Sono pronto ad affrontare qualsiasi rischio. Ricorda la campagna condotta da più organi di informazione sulla cena in cui ero fotografato in una caserma carabinieri e c'era anche Bruno Contrada? Fu un'opera di delegittimazione. Forse io e Idv facciamo paura. Certo qualcosa posso sapere e da tempo mi sto recando presso le varie autorità giudiziarie. Posso capire e sapere e vado avanti".

In quella lettera che come ministro scrisse per rimuovere Balducci, ripete per due volte "... ci stiamo avviando verso macroscopiche violazioni di legge". Pensa che l'attacco a lei ora sia una vendetta?
"La vendetta è un fatto postumo ma io credo che queste accuse nei miei confronti siano una specie di atto preventivo, per evitare cioè che le mie ricostruzioni possano essere devastanti per il sistema di corruzione di oggi come lo furono per quello degli Anni Novanta con Mani pulite".

In via della Vite però c'era davvero la casa editrice del giornale del suo partito.
"Guardi, è come se uno chiama per un tempo breve un giardiniere per tagliare l'erba: è possibile che poi gli si chieda conto del capanno affittato da quel giardiniere per mettere gli attrezzi?".

Il Pdl sostiene che lei dovrebbe andare a nascondersi.
"Io faccio il mio dovere di cittadino e di pubblico ufficiale. Sono la stessa persona che è andata a denunciare il caso Favata e come fu utilizzato il nastro Fassino-Consorte, a disposizione della famiglia Berlusconi".

C'è una nuova Tangentopoli?
"È molto più pericolosa di Tangentopoli. Il sistema di tangenti si è ingegnerizzato e strutturato sul modello piduista mentre allora era più guascone. Un ministro della Repubblica ricevette una tangente di 400 milioni di lire alle 7 e mezzo del mattino e disse a chi gliela recapitò di venire la prossima volta "in orario d'ufficio". Oggi nella cerchia della corruzione devi starci senza sgarrare".

(03 giugno 2010)

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