venerdì 4 giugno 2010

MANOVRANDO


di Bruno Tinti

Così le case illegali saranno legalizzate e questo renderà 390 milioni in 3 anni. Abolire le Province avrebbe reso un po’ più di 10 miliardi di euro (in un anno, conti Eurispes).

Le due cose messe insieme inducono a qualche riflessione.

Le Province: è un caso classico di interesse privato in atti d’ufficio. Sono enti inutili, lo dicono tutti da decenni; e ciò nondimeno non sono aboliti. Il fatto è che le Province una loro utilità ce l’hanno. Assicurano posti politici (Presidenze, Giunte, Consigli etc.) e assumono clienti di politici; in tutti e due i casi distribuiscono soldi; il che genera fedeltà e consensi equamente distribuiti su tutti i partiti. Da ciò deriva che la decisione di non abolirle costituisce un atto istituzionale che non fa l’interesse dello Stato e fa invece l’interesse dei politici che questo atto deliberano. Come dicevo, un caso classico di interesse privato in atti d’ufficio.

Il condono edilizio. Sembra che le case illegali siano state identificate con moderna tecnologia; si sa quante sono e dove sono. Bisogna solo applicare la legge e procedere ai sequestri; poi si decide se abbatterle (perché sono uno scempio territoriale) oppure se acquisirle al patrimonio comunale per scopi istituzionali (case a riscatto, scuole, uffici pubblici etc). Non solo ma, una volta accertato chi le occupa (basta una disposizione inviata alle competenti compagnie della GdF o anche alle stazioni dei Cc) bisogna solo andarli a prendere e ficcargli le sanzioni penali e soprattutto pecuniarie che si meritano. In questo modo non solo si fanno soldi (certo più dei 390 milioni previsti), ma si scoraggia la gente da questa pratica illegale che deturpa il territorio italiano ed è monumento vivo e perenne (come si scrive sulle lapidi mortuarie) all’incapacità dello Stato di assicurare il rispetto della legalità.

E invece? Ennesima pubblica dimostrazione che il delitto paga: le case resteranno a chi le ha costruite in violazione di legge, che pagherà somme molto inferiori a quelle che avrebbe dovuto pagare se le costruzioni fossero state regolari e comunque molto inferiori alle sanzioni penali e amministrative previste; e, soprattutto, tutti i futuri delinquenti edilizi, dal piccolo operaio alla grande società che fa scempio di parchi nazionali, si metteranno alacremente all’opera per costruire nuove case illegali, nella nemmeno tanto trepidante attesa della prossima necessità di cassa del governo.

Ma cosa dovrebbero fare questi poveri politici?

Una manovra finanziaria razionale.

Nel campo fiscale, lotta all’evasione mediante il ripristino del delitto di falso in bilancio, la riforma della legge penale tributaria e la semplificazione dei controlli fiscali; adeguata tassazione della rendita finanziaria; totale deducibilità delle spese per ogni cittadino e conseguenti controlli incrociati informatizzati.

Nel campo dei risparmi di spesa: abolizione delle Province, riduzione al 50 % del finanziamento ai partiti, riduzione con aliquote progressive di tutti gli stipendi e di tutte le pensioni, nel settore pubblico e in quello privato.

Nel campo delle riforme istituzionali: riforma della Giustizia che consenta certezza nei rapporti civili e adeguata repressione dei reati; e pare superfluo dire che non una delle leggi emanate o progettate da governi di ogni colore ha mai avuto nulla a che fare con questi obiettivi. Naturalmente fare questo fa perdere consenso; quindi alle prossime elezioni tutti a casa. Ma, nel frattempo, i soldi comincerebbero ad arrivare. E questa classe politica potrebbe giustificare finalmente la propria esistenza.

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