venerdì 4 giugno 2010

Ristrutturazioni in regalo ai potenti Spunta una nuova «lista Anemone»


Decine e decine di lavori inseriti nella «lista Anemone» non sono mai stati pagati. I primi accertamenti compiuti dalla Guardia di finanza dimostrano come gli interventi servissero soprattutto a soddisfare i desideri dei potenti. Gli investigatori hanno acquisito i contratti stipulati con i fornitori, i preventivi, alcune fatture. E dopo aver esaminato la contabilità aziendale hanno scoperto che in moltissimi casi non risultano versati soldi da proprietari e affittuari. Ora si va avanti, confrontando questi dati con quelli acquisiti nei computer di altri collaboratori del costruttore Diego Anemone, indagato di associazione per delinquere e corruzione. In particolare ci sarebbe un elenco trovato presso uno l'ufficio di uno dei geometri, che conterrebbe una trentina di nomi con accanto alcune cifre. Clienti famosi che avrebbero avuto contatti con lo stesso Anemone e sui quali si stanno svolgendo ulteriori accertamenti, anche per stabilire se alcuni possano aver ottenuto incarichi di consulenza.

MATTONELLE E PARQUET - L'imprenditore è stato convocato questa mattina per essere interrogato, ma avrebbe già deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. La prossima settimana dovrebbero essere invece ascoltati Guido Bertolaso e Antonio Di Pietro. Entrambi chiamati a fornire spiegazioni sulle case in affitto che avrebbero avuto nella propria disponibilità, così come è stato rivelato dall'architetto Angelo Zampolini, che era stato delegato a compiere operazioni immobiliari. Il professionista ha dichiarato di aver pagato, per conto di Diego Anemone, il canone mensile dell'appartamento di via Giulia utilizzato dal capo della Protezione civile dal 2003 al 2006. E ha svelato l'esistenza di altre due abitazioni della congregazione Propaganda Fide che Di Pietro avrebbe ottenuto in affitto grazie all'interessamento di Angelo Balducci. Dimore che sarebbero state tutte ristrutturate dalle aziende dell'imprenditore finito sotto inchiesta. Nei giorni scorsi è stato ascoltato il fratello del costruttore, Daniele, che custodiva nel suo computer presso la sede della Anemone Costruzione la lista ritrovata durante una verifica fiscale. Ai finanzieri avrebbe detto che molti interventi annotati «erano in realtà sopralluoghi ai quali non si è poi dato seguito». Una versione che non appare affatto credibile. Più concreta appare l'ipotesi che si trattasse in realtà di favori e per questo i controlli si stanno concentrando sulle ristrutturazioni concesse ai politici, ai funzionari dello Stato e agli enti pubblici che avrebbero poi agevolato le ditte di Anemone nell'aggiudicazione degli appalti. E dunque, proprio per verificare la corrispondenza tra fatture emesse e pagamenti, sono stati acquisiti tutti i contratti stipulati con i fornitori. Mattonelle, parquet, sanitari: sono proprio gli accertamenti sugli ordinativi del materiale utilizzato per i lavori negli appartamenti a dimostrare che in molti casi nulla è stato versato dai committenti. Oppure che la cifra richiesta fosse di gran lunga inferiore al valore reale dei lavori effettuati.

GLI AFFARI CON I PRELATI - Controlli mirati sono stati disposti dai pubblici ministeri Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi pure sui rapporti tra il costruttore e Propaganda Fide, certamente favoriti da Angelo Balducci che era uno dei componenti del comitato dei saggi della Congregazione, nominato dal cardinale Crescenzio Sepe. Bisogna infatti verificare come sia riuscito a ottenere l'esclusiva della manutenzione degli stabili. Una traccia concreta è arrivata dal racconto dell'autista tunisino Ben Laid Hidri Fathi, il primo a raccontare che «Diego effettuava lavori per politici e prelati» e gli incontri «con monsignor Francesco Camaldo, dove lo accompagnavo spesso». Il nome del cerimoniere del Papa è contenuto nella lista accanto all'Università Cattolica San Giovanni. E nell'elenco ci sono molte altre annotazioni che si riferiscono a immobili del Vaticano. Oltre alla Congregazione del preziosissimo sangue dove economo era don Evaldo Biasini, ci sono la «Casa di santa Rita», «S. Agostino», alcune chiese, «via 4 fontane, prete», «Ancona, Duomo». Il sospetto degli investigatori è che nei rapporti con la Santa Sede Anemone si facesse pagare soltanto una piccola parte della cifra e che poi si tenesse il resto come provvista in contanti da utilizzare al momento del bisogno, anche per versare tangenti.

Fiorenza Sarzanini

04 giugno 2010

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