"La dichiarazione di Bersani (oggi su'Repubblica') nella sua chiarezza è scandalosa. Propone un governo guidato da chi ha perso le elezioni contro chi ha vinto le elezioni e usa un linguaggio di una violenza inaccettabile. E' inconcepibile affemare oggi 'dobbiamo liberarci di Berlusconi'. Un linguaggio violento e inquietante che è contro le opposizioni di tutte le democrazie occidentali" dice il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. "C'è una opposizione che se la dà a gambe e ha paura di andare dai cittadini - continua il Guardasigilli - Magari si preparassero alle elezioni... Il problema è l'esatto contrario, con un giochino di palazzo mandiamo all'opposizione chi ha vinto le elezioni e prendiamoci il potere noi che abbiamo perso. Però sottovalutano gravemente, con un atteggiamento scandaloso, quella che potrebbe essere la reazione dei milioni e milioni di italiani che hanno votato questo governo e che si sentirebbero espropriati della sovranità parlamentare". Al ministro replica con altrettanta durezza il portavoce di Bersani, Stefano Di Traglia: "Di inaudito e violento c'è solo in comportamento di un ministro che, anzichè occuparsi di risolvere i problemi della Giustizia, pensa bene di aggredire il leader del maggior partito di opposizione". Ma l'attacco del governo si allarga. "Bersani vuole la guerra santa contro Berlusconi" dice il ministro del Turismo Maria Vittoria Brambilla. "Le parole di Bersani sono il fallimento della sinistra" insiste il ministro Gianfranco Rotondi. Per Nichi Vendola, invece, l'appello all'unità del centrosinistra lanciato da Bersani è "positivo": "Oggi siamo di fronte a un giro di boa nella storia italiana". Il governatore pugliese, però, è critico verso il centrosinistra che appare "come una adunata di anime morte" mentre "noi dobbiamo costruire la coalizione del cambiamento senza pensare che chi, in maniera lodevole, si batte per un nuovo centrodestra, come Gianfranco Fini, possa essere reclutato in quello che apparirebbe un esercito di Franceschiello".
Il piano del Cavaliere. Sempre più deciso a non farsi "cuocere a fuoco lento", Silvio Berlusconi ha elaborato una strategia per settembre. Il premier, infatti, metterà sul tavolo della sua maggioranza un programma di governo di quattro punti (giustizia, fisco, federalismo e Mezzogiorno) su cui chiederà la fiducia. Un banco di prova per misurare la "fedeltà" dei finiani. Il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto spiega: "A settembre Berlusconi presenterà una piattaforma fondata su pochi punti: su di essa ci auguriamo che venga raccolta una maggioranza che rinnova la fiducia al governo, oppure a quel punto non ci potrà essere alternativa se non le elezioni". Soddisfatti i finiani. "E' positivo che ci sia una pausa di riflessione e che a settembre si tornerà a parlare di politica e di programma. Ora le elezioni sono decisamente più lontane" dice Adolfo Urso, viceministro dello Sviluppo ed esponente di Futuro e libertà. E sul voto interviene anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni che boccia l'ipotesi di un governo tecnico. "Sarebbe una truffa eversiva - afferma a Libero -, è possibile votare a novembre".
Scontro tra ex An sulla casa a Montecarlo. "Chiedete a
(06 agosto 2010)
venerdì 6 agosto 2010
Alfano contro Bersani "Usa un linguaggio violento"
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