di Chiara Paolin
“Fini si sta muovendo così perché ha intenzione di ricattare il governo: questa è una manovra di palazzo bella e buona, col fine dell’inciucio e del governicchio”. Cortesia mediatica firmata Daniele Capezzone, portavoce Pdl che dai microfoni Rai di Radio anch’io ieri ha così bollato la nascita di Futuro e Libertà. Aggiungendo suadente: “Sono giochi di potere in puro stile anni Novanta, gli italiani non ne vogliono più sapere”.
Flavia Perina, onorevole finiana e direttore del quotidiano il Secolo, non si scompone: “Negli ultimi sei mesi la visibilità di Fini è diventata una vera ossessione per il Pdl. E i media stessi hanno fatto da cassa di risonanza al confronto, trasformandosi da piazza caotica e rumorosa a motivo di frattura vera e propria”. Il riferimento è a una puntata del talk show di Rai 2 condotto da Gianluigi Paragone, Ultima parola, in cui la lite tra i finiani Bocchino e Urso da un lato e i fedelissimi del presidente Lupi e Santanchè dall’altro scatenò un vero putiferio nel partito.
“Quello fu lo spartiacque. Sin lì si tendeva a invitare un Pdl di maggioranza e uno di minoranza per far parlare tutti, ma i filoberlusconiani storcevano il naso. Poi Bocchino fu inibito dal rappresentare il partito. A Tetris, su La7, una volta andò Enzo Raisi, e solo per aver ottenuto il premio-consenso messo simbolicamente in palio dal conduttore Luca Telese finì sotto accusa: alla Direzione nazionale del Pdl non si parlava d’altro. Cose assurde”. E irripetibili, visto che i talk show ormai sono andati in vacanza e nessuno tra Rai e Mediaset sembra intenzionato a riaccendere il confronto tv anche in caso di rivoluzioni al governo. “Certo per Futuro e Libertà può essere un problema - ammette Perina -, perché una formazione nuova ha bisogno di comunicare. Ma credo sia più importante qualificarsi attraverso scelte politiche precise piuttosto che frequentando i salotti tv. Per quanto riguarda
Su Tg1 e Minzolini meglio non puntare troppo, l’editoriale del direttore che brindava al rilancio dell’azione di governo grazie alla fuoriuscita del Presidente della Camera non lascia troppi dubbi sulla linea. “Ma ho sentito pure di peggio - sorride Perina -. Cioè le parole di Giorgio Stracquadanio che ha invitato il direttore generale Rai Mauro Masi a non far superare la presenza in tivù dei finiani oltre il 2% perché quello è, a suo buon cuore, il peso elettorale della nuova componente. Ma che vogliono: gli inviti col timer? Faranno vedere un dito di Bocchino e poi via col cambio d’inquadratura?”.
Tra trattamenti alla Boffo già invocati da Stracquadanio e inediti manuali Cencelli da tradurre sul piccolo schermo, l’estate dei finiani sarà un vero inferno. O forse no. Perché chi fa politica da sempre ha pronto un piano B. Innanzitutto, per parlare del conflitto tra Pdl e Fli occorrerà per forza invitare un rappresentante di Futuro e Libertà Italia: e Fini ha già dimostrato di saper trovare argomenti di interesse generale che evitino l’oblio sul suo gruppo. Poi esistono canali più che reattivi alle urgenze della politica. “Internet è fondamentale - conclude Perina - Tra testate online e blog c’è modo di dialogare con gli elettori evitando le strade più battute. Parlare ai giovani ci interessa moltissimo, lo faremo aspettando i talk show di settembre. Dare battaglia adesso sugli spazi televisivi non avrebbe senso. Non faremo come la sinistra che s’è lamentata durante tutto l’inverno. Per ottenere cosa? Nulla”. Insomma, almeno in tivù, Fini non farà la fine di Bertinotti.
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