domenica 15 agosto 2010

Gianfranco Fini e la famiglia sotto assedio "Su Elisabetta usati metodi brutali"


di CARMELO LOPAPA

"Sono rovinato, sappiatelo. Se trovano anche le fatture del lampadario e del portaombrelli sono nei guai". Gela fedelissimi e collaboratori che lo sentono di primo mattino da Ansedonia. Gianfranco Fini esordisce con tono grave, poi sbotta in una risata. "Se sono queste le cartucce di Vittorio Feltri, in Tribunale ci divertiremo". Fulmini e tuoni sull'Argentario, ma solo fuori dalla finestra della villa (in affitto). Dentro, il presidente della Camera legge i quotidiani ed è più che sollevato. Ha perfino voglia di scherzare sull'affare con cui stanno provando a metterlo in croce da settimane. Una conferenza stampa per passare a questo punto al contrattacco, per ora è solo un'eventualità discussa coi suoi.

Casa monegasca, seconda puntata. Il Giornale torna alla carica sulla storia delle forniture dei mobili, pubblica una ricevuta intestata a "Tulliani" per l'acquisto di una cucina. Tutto vero, raccontano dal fortino finiano, peccato che la cucina sia stata acquistata dal padre "ma per un appartamento romano e non certo per il Principato". Se le cose stanno così, sono altre frecce per la causa giudiziaria già intentata dalla terza carica dello Stato. Mette via i giornali e già in mattinata esce sereno per una passeggiata con la compagna Elisabetta e con le figlie. Lo stesso farà nel pomeriggio. Le attenzioni adesso sono tutte per lei.

Se c'è una cosa che ha davvero "turbato" il leader di Futuro e libertà, racconta Italo Bocchino che è rimasto con lui fino a venerdì mattina, è "la violenza dell'attacco subito in questi giorni non per sé, ma per la sua famiglia, per le conseguenze scorrette che subisce Elisabetta: di solito, i familiari si tengono fuori da questo tipo di vicende". Questa volta non è accaduto, in ultimo con interviste e ricostruzioni sul passato della compagna, che "nulla ha a che fare con la faccenda della casa".

Uno scontro politico che - questa la sensazione del presidente della Camera - si è ormai trasformato in "scontro istituzionale". Le parole del capo dello Stato Napolitano gli sono state di "conforto". Ma gli uomini più vicini a Fini non si aspettano certo che la campagna si fermi qui. Sebbene il nuovo ciclone su Verdini apra un nuovo vulnus ai vertici del Pdl. "Evidente che stanno facendo di tutto per metterci in difficoltà - raccontano - questo renderà molto più complicato il chiarimento a settembre. A cominciare dal nodo giustizia, tanto più se conterrà il via libera al processo breve: se lo scordano. E se a settembre il premier insiste sulla via della rottura, vedremo se esisterà una maggioranza favorevole allo scioglimento delle Camere: non sembra ci sia".

Eppure, anche nella lunga e torrida vigilia di Ferragosto il pressing nei confronti di parlamentari che hanno lasciato il Pdl è stato incessante. In alcuni casi con parziale successo. "Siamo andati oltre. Sono a disagio e come me parecchi altri, tutti tranne Granata" confessava ieri la finiana dubbiosa, Souad Sbai. Nella roccaforte del presidente la considerano ormai con un piede fuori. Ma sicuri che una o due defezioni alla Camera non fermeranno l'auto in corsa. Anche perché altri parlamentari pidiellini, è la tesi, sarebbero pronti a confluire in Fli.

A confortare Fini, in queste giornate di burrasca, poi, la solidarietà e la vicinanza dei tanti che lo hanno chiamato, oltre i suoi. Così ad esempio Pier Ferdinando Casini. I due, accomunati da Bossi in una sorta di insulto anche ieri ("Fini? Troppo amico di Casini"), si sono sentiti più volte nel pieno della campagna mediatica. Che il leader Udc ha definito "squadristica". Vicinanza "personale" che però, lasciano trapelare dagli ambienti centristi, non prelude a risvolti politici immediati, federazioni o sante alleanze. Casini per adesso resta alla finestra, scettico anche dopo l'uscita di Montezemolo. Con Fini, come con Rutelli, resta aperto un dialogo, chiaro. Il presidente della Camera ieri sembra aver superato anche l'incidente al piede rimediato il giorno prima giocando a palla con la figlia. "Un lieve infortunio - ci scherza su Bocchino - che non impedirà a Gianfranco di restare in campo".

(15 agosto 2010)

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