sabato 14 agosto 2010

LA MIA VITA DENTRO - RECENSIONI DEI LETTORI

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ROSSANA VECCHIO

“Le memorie di un direttore di carcere”

Uno non si aspetta di trovare una lettura così varia, mai noiosa, che tratteggia senza mai pretendere di compiere un vero lavoro di storiografia, tutti gli avvenimenti più importanti accaduti negli ultimi quarant’anni, visti e rielaborati da uno che la vita l’ha trascorsa nell’istituzione carceraria. Gli eventi che hanno travagliato la nostra storia degli ultimi decenni, dall’eversione politica alla malavita organizzata e non, si snodano come in un film in cui “i cattivi” ed i “buoni” si trovano a portare avanti fino alla fine, a volte cruenta, i loro ruoli. In mezzo a personaggi il cui nome è noto a tutti noi, emergono personaggi oscuri e a volte dolenti, che nel carcere hanno trascorso gran parte della loro vita, non sempre perdendo la loro dignità ed umanità. Leggendo, entriamo in un mondo ai più sconosciuto. Tutti sappiamo che esistono le carceri, è ovvio, ma chi conosce come sono organizzate e come si svolge le vita, che pur deve continuare, al loro interno? Quali problemi presenta, quali principi ispirano l’organizzazione della vita “dentro”, quali sono le strategie che si mettono in atto (o si potrebbero) per il recupero di chi sta pagando il suo debito con la società? Quali gli intoppi, le piccole ripicche, le mancanze della burocrazia nei confronti di chi, in piena buona fede e lealtà, vorrebbe migliorare la qualità e l’efficienza di queste strutture? Quali i pericoli che corre chi, in buona fede e lealmente è responsabile di una struttura carceraria? E quali sono i danni che psicologicamente possono derivare da una vita svolta praticamente “dentro” senza aver commesso alcun crimine? Questo libro è resoconto, è a volte denuncia, è romanzo, è racconto ed altro ancora. Io l’ho letto tutto d’un fiato.

2 marzo 2010

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Un libro di storia e cronaca

ROBY BULGARO

Definire questo libro interessante sarebbe estremamente riduttivo, in quanto, attraverso la visione delle carceri o meglio, di uno che ci ha lavorato per quarant’anni, a contatto con personaggi che hanno contribuito alla storia del nostro Paese, nel bene e nel male, si acquista una consapevolezza diversa di come è l’Italia oggi, una consapevolezza, se vogliamo, nuova. Arricchito da note biografiche, che vanno dal brigatista Renato Curcio agli eroi dei nostri tempi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, passando per personaggi che hanno avuto rilevanza storica anche nella gestione delle prigioni, come il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, descrive con un linguaggio semplice ed immediato la parabola temporale percorsa da Luigi Morsello, costellata da punti d’onore, ma anche da profonde delusioni, che lo hanno portato poi ad avere seri problemi di salute, fortunatamente ora superati, che hanno inciso non poco nella sua carriera, ma che lo hanno portato ad essere l’uomo straordinario ed instancabile che è, anche se non senza rimpianti di qualche scelta valutata sbagliata col senno di poi. In un alternarsi di vicende carcerarie, a volte incredibili anche se vere, di personaggi: dirigenti, carcerati, guardie; un su e giù per l’Italia, isole comprese, che metterebbe alla prova qualsiasi navigatore satellitare, viene da chiedersi, ad un certo punto, quanti kilometri si sia fatto lo scrittore, in quei quattro decenni di servizio. Certo è che un libro di rilevanza storica come questo non deve mancare sulla libreria di chi vuole capire meglio la nostra storia. La storia di un paese passa anche per le carceri, e mai come oggi il problema delle carceri è attuale: attraverso queste pagine si capisce che il problema viene da lontano. Un’amministrazione statale poco lungimirante che ha trascinato il problema per decenni e che continua a farlo, con quei pochi successi avuti grazie a persone come Morsello che hanno votato la loro vita a fare il possibile per cambiare le cose, ingoiando non pochi rospi, e pagandone ampiamente lo scotto. Grazie Luigi, un libro magnifico.

14 agosto 2010

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"Un Brubaker italiano"

MARIAFRE

Si tratta del primo libro di memorie di un direttore di carceri. Nella sua lunga carriera, Morsello si è distinto per una forte e convinta missione di recupero e rieducazione, incontrando inevitabilmente molte avversità.

Attraverso i suoi ricordi, raccolti dai due validi curatori (Roberto Ormanni e Francesco De Filippo, entrambi giornalisti e scrittori), è possibile ripercorre gli anni più difficili della nostra storia, fra terrorismo, mafia, stragi di stato e cronaca nera.

Curioso quindi come un memoriale, scritto all’interno di un’ “istituzione totale”, si trasformi in un diario di viaggio, nella storia del nostro paese e degli uomini. Attraverso sangue e dolore, punizioni e (in)giustizie, vissute davvero sulla propria pelle.

20 luglio 2010

La mia vita dentro, di Luigi Morsello

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Il dentro è il carcere. La vita è quella di Luigi Morsello, che nei penitenziari ha speso 36 anni della sua esistenza dirigendo sette case di reclusione. Le vite che racconta sono quelle di chi, in prigione, ci è stato rinchiuso per avere commesso dei reati. Quella che emerge è un’umanità spesso dimenticata come se, una volta rinchiusi, i detenuti scomparissero dalla società e smettessero di essere uomini.

Scrive il magistrato Piero Luigi Vigna nella prefazione:

L’appassionante panorama di personaggi che La mia vita dentro ci propone può finalmente rivelare al lettore, al di là delle aride statistiche con le quali viene spesso rappresentata la realtà carceraria, l’umanità che vive dietro le sbarre e che costituisce, insieme al direttore, agli agenti, agli assistenti sociali, agli educatori, ai medici e infermieri, non tanto un’istituzione totale, quanto una vera e propria comunità.

Gli anni di lavoro di Luigi Morsello sono coincisi con uno dei periodi più bui della storia del nostro paese, in cui terrorismo e stragi mafiose hanno rivestito un triste ruolo da protagonisti. Nel libro ritroviamo molti nomi noti: Curcio, Sindona, Gianni Guido, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e il generale Dalla Chiesa. La mia vita dentro costituisce un importante documento di storia dell’Italia, raccontata da un punto di vista d’eccezione.

4 marzo 2010

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