domenica 8 agosto 2010

La Russa-Fli, scontro sull'immigrazione "La mia proposta non è una trappola"


Nessuna trappola, ma solo il tentativo di far andare avanti il governo. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, torna così sulla sua proposta, anticipata in un'intervista a Repubblica , di inserire anche i temi della sicurezza e dell'immigrazione nel piano in 4 punti, avanzato dal premier Silvio Berlusconi per un nuovo patto di legislatura. Un messaggio con un chiaro destinatario: i finiani. Sul fronte "Fli" era stato, infatti, Adolfo Urso, a paventare che dietro l'offerta del ministro potesse nascondersi una "trappola". Un sospetto rispedito al mittente dal diretto interessato: "Non c'è nessuna trappola ma la necessità che il governo vada avanti sui temi che più sono sentiti dai cittadini e l'immigrazione e la sicurezza sono certamente tra questi".

Del resto, spiega il ministro si tratta di una proposta studiata: "Ho ricevuto questa mattina una telefonata dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, con cui avevo concordato questa uscita e insieme lavoreremo, anzi lui in modo ancora più stringente visto il dicastero che ricopre, per mettere nero su bianco una serie di proposte concrete".

Nella maggioranza anche il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto sottolinea la necessità di un confronto su alcuni punti programmatici. "Magari con qualche eccesso di ottimismo", dice Cicchitto, "potrebbe anche dirsi che non tutto il male viene per nuocere e che una separazione può anche portare ad una chiarificazione e addirittura ad una normalizzazione dei rapporti, qualora ci si ritrovasse sui contenuti: è il nodo dei punti programmatici che verrà proposto da Berlusconi a settembre e che porterà ad una chiarificazione politica di fondo".

I finiani non si fidano.
Fatto sta che tra gli uomini vicini al presidente della Camera la diffidenza resta. Netta la precisazione del viceministro Urso. "Si può discutere anche di un quinto o di un sesto capitolo", dice Urso, "di sicurezza e anche di immigrazione, purchè non lo si faccia con l'animo di chi cerca solo una giustificazione per rompere e per non arrivare a un accordo. Noi abbiamo le nostre idee ma siamo disponibili a discuterle purchè si discuta. E non mi sembra affatto che chi continua ad alimentare aggressioni ogni giorni dimostri intenzioni pacifiche e tantomeno costruttive".

"Se si discuterà nel merito dei problemi, senza pregiudizi", spiega Urso, "ma con una volontà costruttiva e non ostacolativa, si potranno trovare soluzioni comuni, che facciano fare al paese un passo in avanti. Il mio consiglio è che non si facciano ulteriori strappi e che non ci siano diktat nè altre trappole".

Possibile incontro Fini-Berlusconi.
Sul fronte finiano è intervenuto anche il vicepresidente dei deputati di Fli, Benedetto Della Vedova, intervistato a "Klauscondicio". "Non escludo che Fini e Berlusconi si incontrino a breve", ha detto il vicecapogruppo. "Ricordiamoci i contenuti dell'intervista di Fini al Foglio di contenuto inequivocabile ossia 'incontriamoci e dialoghiamo sui punti che ci dividono'. Era una offerta non da poco".

Nessuna preclusione sul nome di Tremonti come possibile premier. "Ho avuto molte occasioni di apprezzarne il valore e di confrontarmi con lui", continua Della Vedova, "anche su cose sulle quali non ero affatto d'accordo con lui. Dire che Tremonti non sarebbe un ottimo premier sarebbe un azzardo. Verso di lui non c'è alcuna ostilità pregiudiziale ovviamente parliamo di ipotesi futuribili".

Insomma un'altra puntata del botta e risposta tra maggioranza e dissidenti. La strategia dei finiani sembra chiara: un po' tendono la mano, un po' provocano. Giusto per tenere alta la temperatura politica in vista di un settembre caldissimo. Ieri era stato Italo Bocchino ad avallare la proposta governativa di un documento programmatico per "testare" la fiducia dei dissidenti. Un'apertura condizionata: ok al dialogo, aveva detto il capogruppo di Fli alla Camera, ma purché si cambino i coordinatori del Pdl. Provocazione e gioco al rialzo costante. Proprio quello che la maggioranza vuole evitare. Come testimoniano le parole sempre di ieri di Umberto Bossi : "Non possiamo andar ogni volta in aula a cercar voti. Meglio votare, anche a novembre":

(08 agosto 2010)

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