Sul “Fatto” online valanga di sì per far ripartire l’opposizione La variante voto anticipato, lo stallo del Pd e i “basta casta”
di Gianni Barbacetto
È bastato inserire nel nostro giornale online ilfattoquotidiano.it un piccolo post che chiedeva di esprimersi sulle primarie: si è scatenato il finimondo. Nei giorni di ferragosto – dunque in un periodo a bassissima tensione e attenzione politica – sono piovuti centinaia di commenti, interventi e reazioni. Abbiamo invitato anche a votare un sondaggio: primarie sì o no? È meglio cominciare subito a preparare in tutta Italia le primarie di coalizione, per scegliere sia il candidato premier, in caso di elezioni anticipate, sia i candidati sindaci nelle città dove si voterà per il rinnovo delle amministrazioni; oppure è preferibile aspettare, perché le primarie sono uno strumento da usare con cautela e decidendo caso per caso? In pochi giorni, a cavallo del ferragosto, hanno votato online più di 11 mila persone. Schiacciante la maggioranza dei favorevoli alle primarie (93%, oltre 10 mila voti), con i cauti fermi al 7%.
Non sappiamo, naturalmente, quale evoluzione avrà la situazione politica dopo la pausa estiva e se si andrà a votare. Ma è chiaro che è ormai iniziata nel Paese una fase pre-elettorale. Prima o poi si andrà alle urne. Non solo: certamente in primavera si terranno le elezioni comunali in molte città italiane, tra cui Milano, Torino, Napoli, Varese, Cagliari...
È EVIDENTE IL SEGNALE che viene dai lettori del Fatto quotidiano, dalla Rete e, più in generale, dai cittadini che si oppongono a Silvio Berlusconi e al suo piano di stravolgimento costituzionale: c’è una grande voglia di primarie. È la richiesta in cui prima di tutto si esprime e si coagula la voglia di politica pulita e di bloccare le scelte di casta. Primarie. Primarie di schieramento, con cui decidere democraticamente i candidati da contrapporre agli uomini “nominati” da Berlusconi. In una fase politica confusa e incerta, almeno una richiesta chiara c’è.
Quello che si fa fatica a vedere, invece, è il ruolo del principale partito dell’opposizione. Che cosa sta facendo il Pd? Che cosa propone per uscire da questa crisi? Il politologo Gianfranco Pasquino, sul Fatto, ha chiesto al Partito democratico di smetterla di “offrire, come se fosse nella sua disponibilità, la carica di presidente del Consiglio un po’ a Tremonti e un po’ a Casini”. E di mandare invece “in spiaggia, e non al largo, in barca”, i suoi dirigenti e i suoi attivisti, “a spiegare le origini e lo svolgimento della crisi” (lo hanno fatto davvero, e ce lo segnalano, i militanti del Pd di Cesena).
Le primarie, argomenta Pasquino, “sono lo strumento attraverso il quale un partito comunica con i suoi iscritti, i suoi ostinati elettori, i suoi potenziali elettori e, udite udite, i suoi oppositori nella leggendaria società, quand’anche non troppo civile. Nella campagna per le primarie, ovviamente aperte, che non significa ‘sregolate’ e neppure ‘orientabili’, non soltanto i candidati formulano idee e proposte, ma si fanno vedere in carne e ossa dai cittadini, interagiscono con loro, magari li ascoltano”.
I LETTORI del Fatto e
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