di FRANCESCO BEI
"Fini non mi preoccupa: una cosa è Fini, un'altra sono i finiani. La maggioranza del suo gruppo non voterebbe mai contro di me". Silvio Berlusconi torna sulla scena. Dopo dieci giorni di riposo tra Arcore e
Gli ultimi passaggi parlamentari hanno convinto infatti il premier che, dopotutto, una temporanea convivenza con Futuro e Libertà sia possibile. E che le elezioni non siano necessariamente dietro l'angolo. "Parlano i fatti: i numeri delle ultime votazioni sull'autorizzazione a procedere per Lunardi e sul collegato Lavoro - nota Sestino Giacomoni, uno dei collaboratori di Berlusconi - ci dicono che il governo sta sopra di una settantina deputati".
A Berlusconi hanno raccontato che almeno 7-8 deputati finiani in realtà mantengono una doppia fedeltà. Formalmente appartengono a Fli, ma il loro cuore batte ancora per Silvio. "E quindi noi andiamo avanti su tutto, partendo dalla riforma del fisco. Non c'è nessuna preoccupazione, stiamo rispettando tabella di marcia". Un ottimismo che si è un po' appannato ieri, dopo un colloquio telefonico che il Cavaliere ha avuto con Umberto Bossi, quando il Senatur lo ha invitato a uscire rapidamente dalla "palude", altrimenti "non ha più senso andare avanti". Anche tra i parlamentari del Pdl sta crescendo l'area del disagio. Due sere fa, a cena vicino all'Ara Pacis, si sono ritrovati una trentina di senatori. C'erano tra gli altri Lamberto Dini, Ombretta Colli, Andrea Augello, Massimo Baldini, Piergiorgio Massidda. Si è parlato della necessità di una "svolta". Senza nemmeno escludere, in caso di rottura tra il premier e i finiani, un sostegno a un governo tecnico che porti avanti la legislatura. Oggi alcuni rappresentati di questa "area grigia" saranno ricevuti a palazzo Grazioli, ma anche alla Camera tira una brutta aria. Tanto che una decina di deputati Pdl avrebbero iniziato a guardare con interesse a Fli.
Come i giorni che precedono una battaglia, si respira una strana atmosfera di calma irreale. "Abbiamo bisogno anche noi di tempo per scavallare l'anno - si osserva nel quartier generale di Fini -, poi nel 2011 ci divertiamo". Il premier, in ogni caso, non si farà trovare impreparato. "Bisogna sempre essere pronti a combattere", osserva Denis Verdini. Non a caso proprio Verdini ieri ha illustrato la mastodontica macchina da guerra dei "Team della libertà" che sta mettendo in piedi a via dell'Umiltà. Un esercito di venditori porta a porta, che sarà reclutato tra i circa due milioni di persone che, magari una sola volta nella vita, si sono affacciati a un gazebo di centrodestra. Gli ultimi dati sono giunti ieri sul tavolo del Pdl: 70 mila difensori del voto di Mantovani, 40 mila promotori della libertà della Brambilla, 150 mila simpatizzanti della Santanché.
Berlusconi ieri ha citato anche gli ultimi sondaggi di Alessandra Ghisleri. "La mia fiducia è sopra al 60 per cento, quasi un miracolo in questa situazione. Il Pdl è calato sotto il 30 ma dovete tenere conto che è aumentato molto il numero degli indecisi: dal normale 25-27 per cento al 40%. In realtà, con un po' di campagna elettorale, arriveremo al 35%". Ecco, la campagna elettorale. Berlusconi tiene costantemente sotto controllo la forza di Fli. "I focus group dicono che, se a rompere saranno i finiani, noi vinceremmo sicuramente le elezioni". Spazio quindi al suo look da battaglia: "Sono ingrassato - ha scherzato con un amico - mi sento un po' vecchietto. Ma se andremo alle elezioni ti prometto che dimagrirò 10 chili". Anche se la paura che il consenso nei suoi confronti e nei confronti del Pdl non sia più lo stesso, ormai lo perseguita da settimane. Una condizione cui vuole porre rimedio rapidamente.
(21 ottobre 2010)
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