giovedì 18 novembre 2010

I Valori non hanno colore


Vi propongo l’intervista che ho rilasciato ieri sera al vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini su Repubblica TV. Al centro di questi interventi, inutile dirlo, la crisi all’interno della maggioranza di Governo. Ieri pomeriggio i presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini, sono stati ricevuti dal Capo dello Stato, Napolitano. Dal comunicato diffuso dal Quirinale al termine dell’incontro, si capisce che la priorità per il Presidente della Repubblica è l’approvazione della legge di stabilità finanziaria, l’esame della quale sarà concluso il 10 dicembre. Poi il 13 Berlusconi sarà la mattina in Senato e il pomeriggio andrà alla Camera. Il voto di fiducia sul governo è dunque previsto per il 14 dicembre. Prima arriverà quello di Palazzo Madama, poi quello di Montecitorio.

GIANNINI – Di Pietro, una prima valutazione dell’incontro tra Napolitano, Schifani e Fini. Mi pare comunque che per la crisi si dovrà aspettare circa un mese?

“Quella di aspettare l’approvazione della finanziaria è una decisione voluta, doverosamente, dal Capo dello Stato, a cui tutte le forze politiche, Italia dei valori compresa, hanno aderito perché al di la dei giochi politici dobbiamo mettere in stabilità i conti dello Stato. Altrimenti mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata. I tempi.. certo c’è da aspettare ancora un mese, ma abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno. Speriamo solo che non siano giorni di compravendita dei soliti parlamentari che si vendono al migliore offerente, come abbiamo visto anche oggi”.

GIANNINI - Secondo voi il Presidente Napolitano questa volta ha agito correttamente?
“Il Capo dello Stato sta onorando il suo ruolo. In un momento in cui la politica è andata in tilt, Napolitano si è assunto la responsabilità di indicare una via d’uscita per evitare che il paese cada nel dirupo. Noi dell’Idv voteremo contro la legge finanziaria, perché la riteniamo ingiusta, ma al di la di questo è necessario che venga approvata, magari con i dovuti aggiustamenti, per permettere all’amministrazione pubblica di andare avanti”.

GIANNINI – Insieme al Partito democratico avete inviato una lettera a Camera e Senato per accelerare l’iter di approvazione della legge finanziaria…
“In realtà è una lettera scritta con tutte le forze dell’opposizione per evitare che la maggioranza facesse melina per tirare a campare e rimandare la crisi. Noi abbiamo garantito che non faremo ostruzionismo, in modo che subito dopo l’approvazione della legge di stabilità finanziaria si votasse la sfiducia al governo. Il Capo dello stato si è fatto promotore di questa nostra iniziativa e entro 20/25 giorni si voterà la sfiducia”.

GIANNINI – Certo però che un mese è lungo in queste condizioni…

“Magari potremmo impegnarlo – lancio il sasso - per cominciare a discutere della nuova legge elettorale, visto che tutti dicono che senza non si può tornare alle urne. Non sarà un bluff questo per non andare al voto e fare il governo del ribaltone? Io dico: non prendiamo in giro i cittadini, perché fare un governo tecnico con la scusa della legge elettorale quando non si sa quale fare, è solo una furbata per dire: stiamo seduti qua e ragioniamo, ragioniamo, ragioniamo… e così passano tre anni”.

GIANNINI – Berlusconi voleva votare prima la mozione di fiducia, cosa che Napolitano sembra escludere. Secondo lei cambierebbe qualcosa?
“Penso che il problema non si pone, perche in un modo o nell’altro, se non hai la fiducia, sempre a casa vai. Siamo ben contenti di aver convinto il Pd a firmare con noi la mozione di sfiducia, e questo prima o poi darà i suoi risultati. L’unica cosa che può fare Berlusconi è quella di allungare la sua agonia. Ma quanto tempo potrà andare avanti un governo in queste condizioni? L’obiettivo del premier è dimostrare che nemmeno un governo tecnico sarebbe in grado di governare e quindi è meglio andare subito alle elezioni. Cosa che condivido anch’io. Noi dell’Idv pensiamo che non sarà possibile approvare una nuova legge elettorale in breve tempo, per questo io ritengo che sia un nostro dovere ridare la parola ai cittadini. Mi dicono: ma così rischiate di perdere. E allora? Questa è la democrazia ragazzo, io comunque mi batto per vincere”.

GIANNINI - In queste ore girano voci di compravendita di parlamentari, un problema anche per il suo partito…
“Questo problema riguarda tutti i partiti, perché per le prossime elezioni ci sarà bisogno di formare delle coalizioni e, quindi, non ci sarà posto per tutti. Molti non potranno essere ricandidati. Questo rende ricattabili un certo numero di parlamentari. Rispetto a questo però, bisogna considerare che chi tradisce oggi per venire con te, domani ti tradirà per andare da un’altra parte. Ecco perché noi siamo contro l’accozzaglia necessaria a formare il governo tecnico, perché ogni giorno qualcuno potrebbe ricattare l’esecutivo”.

GIANNINI – Da parte del Partito democratico c’è il tentativo di formare una sorta di grande coalizione che comprenderebbe oltre alle forze di sinistra anche l’Udc e i Finiani, lei però è contrario, perché?
“Berlusconi ha prodotto tanti di quei danni al Paese - sul piano istituzionale, della credibilità internazionale, istituzionale, economico, finanziario, fiscale - che ora la sua stessa maggioranza si è spaccata e se dovessimo andare al voto ci sarebbe un terzo polo che prenderà voti proprio da quella parte. Se noi facciamo un governo tecnico avremmo una maggioranza risicata che ci costringerà a vivacchiare e non potrà risolvere nessun problema. Non si possono fare le cose che non si è riusciti a fare in 50 anni. In questo modo daremo a Berlusconi un vantaggio incredibile, perché lui dall’opposizione avrà gioco facile nell’addossarci le responsabilità dei guasti che lui stesso ha provocato. Così appena andremo a votare, abilissimo com’è a passare per la vittima del ribaltone, vincerà di nuovo le elezioni. Ribadisco, se si farà un governo tecnico l’Idv lo appoggerà dall’esterno, ma solo per 90 giorni, il tempo di approvare una nuova legge elettorale. Non un giorno di più. Per quanto riguarda le coalizioni, dico al Pd: è inutile rincorrere Fini, Casini e Rutelli; loro vogliono fare un altro polo, quindi non ti puoi sposare con chi non si vuole sposare con te. Meglio tenersi una moglie con il mattarello in casa come l’Italia dei valori, ma leale e fedele, piuttosto che rincorrere queste signorine della politica che hanno già deciso di fare altro”.

GIANNINI - Eppure l’Onorevole Donadi non esclude, anche se solo per una volta, di allearsi anche con Fini per scongiurare un attacco alle istituzioni democratiche da parte di Berlusconi.
“Quella di Donadi è la decisione formale che abbiamo ribadito all’unanimità nell’ufficio di presidenza, perché io sono stato il primo a chiamare Berlusconi dittatore e a denunciare il pericolo antidemocratico del modello berlusconiano. Detto questo, siamo tutti convinti che se dovesse esserci un problema tipo 25 aprile, saremmo tutti pronti, come lo furono i nostri padri, perché non si tratterebbe di fare differenze tra destra e sinistra. Qui, invece, io sto parlando di sfiduciare Berlusconi e subito dopo di creare un programma condiviso di centrosinistra, di una coalizione coesa che si rifà al programma e, mi permetto di dire, di un modello che rilanci quei valori di cui ha parlato Bersani da Saviano e in cui noi ci riconosciamo. E’ chiaro che se ci trovassimo davanti ad un pericolo democratico, io non mi metterei a fare lo schizzinoso. Questo dice Donadi e questo dico io. Noi dell’Idv siamo stati i primi a parlare del pericolo rappresentato da Berlusconi e stiamo lavorando proprio per impedire che questo pericolo si materializzi. In questo momento però dobbiamo fare una proposta programmatica e politica all’elettore e metterlo in condizione di scegliere tra una sinistra riformista e una destra europea. In una situazione del genere è bene che ognuno stia nel suo campo altrimenti si crea solo confusione.

GIANNINI - Ricapitolando, mi pare di capire che la vostra posizione sia la seguente: in questa condizione la via maestra sono le elezioni anticipate e rispetto a questa opzione, che naturalmente spetterà al capo dello Stato, valutare è possibile fare una alleanza larga?
“Non ci tireremo indietro. Daremo il nostro appoggio. Non entreremo nel governo perché essendo a termine ed avendo lo scopo di fare la legge elettorale, questa si fa in Parlamento e quindi è li che daremo il nostro contributo. Saremo un pungolo per il governo. Chiederemo ai cittadini di rinnovare il parlamento, di rinnovare il governo... come si usa in democrazia . Se si dovesse verificare un quadro nel quale la Lega impazzisce per la secessione, Berlusconi provoca la guerra civile noi non avremmo dubbio ad allearci anche con Belzebù per far cadere Berlusconi”.

GIANNINI - C'é un'altra domanda che arriva da Salvatore Formisano da Londra che scrive: “Onorevole Di Pietro, all'estero siamo stanchi dell'attuale governo e questo slancio di Fini sta convincendo molti elettori dell'IDV ad un voto per Futuro e Libertà. Cosa dice a questo elettorato che pur di veder cadere Berlusconi arriva a votare a destra perchè nel suo partito, incapace di compromessi, e nell'inesistenza di opposizione del PD non ha speranze?

“ Il nostro telespettatore non è ben informato... chi vota Futuro e Libertà non fa cadere Berlusconi perché vota il centrodestra… vota il terzo polo. Per far cadere Berlusconi, nel sistema bipolare bisogna votare chi è contro Berlusconi… l'antiberlusconi siamo noi, non certamente Futuro e Libertà. L'antiberlusconi è quella coalizione che propone un programma e una squadra alternativa. L'Italia dei Valori è l'alternativa è la vera, unica opposizione. In un sistema bipolare come quello italiano abbiamo centrodestra e centrosinistra. Vince chi ha anche un voto in più. Dare un voto a Futuro e Libertà significa togliere un voto agli oppositori di Berlusconi. Dare un voto a loro signifca dare un voto al terzo polo. Oggi più che mai c'è bisogno di un voto utile, soprattutto se dovesse rimanere questa legge elettorale. Se, come auspichiamo, dovesse cambiare, riparliamone! Ribadisco anche qui...Quando ho detto che intendo fare una coalizione insieme al PD e a S.E.L. l'ho detto senza se e senza ma. In questo momento non possiamo dividerci: quante cose avrei da dire al PD e a S.E.L e chissà quante cose loro avrebbero da dire a me. Senso di responsabilità vuole, in un sistema bipolare che chi vuole liberarsi di Berlusconi non butti via neppure un voto. Chi non va a votare o vota un partito di mera protesta (i grillini) o un partito da terzo polo che si mette in mezzo e non dice con chi stà. indebolisce chi vuole far cadere Berlusconi”

GIANNINI - L'altro tema politico del giorno è la seconda puntata della trasmissione “Vieni Via con me” Il monologo di Saviano sull'intreccio mafia, criminalità e politica nel quale ha parlato esplicitamente della Lega ha provocato la reazione rabbiosa di Roberto Maroni che ha parlato di infamie contro la Lega e contro il governo chiedendo il diritto di replica. Lei è stato anche PM ai tempi di mani pulite, conosce bene la realtà di Milano e della Lombardia. Cosa pensa di quanto detto da Saviano e della reazione del ministro degli interni Maroni?
“ Primo: Saviano non ha fatto alcuna valutazione ma ha raccontato un fatto e i fatti sono come pietre. Saviano ha raccontato che la mafia di oggi ha subito una metamorfosi: non è più lupara e coppola ma affari, appalti, riciclaggio, reinvestimenti e soprattutto è una mafia finanziaria e come tale ha un suo fulcro di interesse in Lombardia. Quindi interloquisce, interagisce con i partiti politici, con il potere politico anche lombardo. Saviano ha segnalato che “anche un politico della Lega che, non dico sia coinvolto, ma ha interloquito anche con questo signore... e non solo con lui. Tutti noi che facciamo politica e che stiamo nei partiti dobbiamo renderci conto che questa è una cosa vera! Quello che ha detto Saviano, Maroni se lo è sentito sulle sue spalle... ma anch'io ho avuto un senso di disagio ho sentito un peso simile a quello di Maroni… perchè a tutti è capitato e a tutti può capitare. Un politico serio e responsabile deve essere consapevole di ciò. Allora tutti noi dovremmo ringraziare Saviano per l'analisi schietta. Dovremmo fare critica e autocritica: aprire gli occhi per tenere lontana questa realtà. E' sempre lo stesso sistema: vai da un medico che ti diagnostica una malattia e tu prendi a schiaffi lo schermo... non è che ti passa la malattia! Maroni applica il detto excusatio non petita… rischia di apparire questo dalla sua reazione... forse per un errore di valutazione e di comunicazione. Mi auguro che alla rabbia del primo momento possa subentrare una fase più serena di ripensamento. Anche perché, mi permetta di dirlo, questo governo adotta un altro sistema truffaldino: ogni volta che le forze di polizia , la magistratura, arrestano una banda di delinquenti, si alza il ministro degli interni o qualcuno del governo e dice “noi abbiamo fatto”. Noi chi! Al magistrato al quale non vengono dati i mezzi, il poliziotto che ha usato la macchina sua, il cancelliere che si è fatto il mazzo anche a fare le fotocopie. In queste condizioni disperate ci sono dei servitori dello Stato che fanno il loro dovere e non hanno riconoscimenti. Non è il governo che combatte la mafia… il governo dovrebbe metter i mezzi, le strutture e gli uomini. Esattamente il contrario di quello che hanno fatto loro. Nonostante questo governo ci sono servitori dello Stato che fanno il loro dovere”.

GIANNINI - Altra domanda da Franco Ometto. Visti i valori e i principi che ispirano la destra e la sinistra indicati da Fini e Bersani da Fazio e Saviano, a quali Di Pietro e l'IDV si sentono più vicino?

“ Lo ribadisco anche qui: i valori non hanno colore. La legalità è di destra e di sinistra, l'ordine è di destra e di sinistra, così come la solidarietà, la salute, l'istruzione, la ricerca. Oggi come oggi è antistorico spaccare il Paese tra comunisti e anticomunisti. La differenza tra destra e la sinistra che intendo io è quella che è venuta fuori ieri sera. Devo dirle che ascoltando Fini e Bersani mi riconoscevo in quello che dicevano . Perché io sposo e faccio coalizione con il Pd? Perchè l'elemento più forte che emergeva dall'intervento di Bersani era la difesa delle fasce sociali più deboli. Un sistema di governo deve partire dal mettersi nei panni del più debole . Il più forte ha l'istruzione, la sanità, la possibilità di andare avanti... io voglio lavorare con chi difende colui che ha bisogno di un aiuto. La politica deve essere al servizio del più debole...”

GIANNINI - Insomma l'hanno convinta sia Fini che Bersani?
“Sul piano dei valori che hanno lanciato sicuramente si. Sul piano delle priorità condivido in pieno Bersani. Veda che non siamo di fronte a una sinistra vetero comunista e di appiattimento culturale.. si tratta di un area riformista in cui il lavoratore non è più da usare con il caporalato o con la flessibilità usa e getta in cui i diritti fondamentali, come il diritto alla vita e alla morte, il diritto dell'immigrato, il diritto dell'uomo in quanto tale, anche ad essere diverso, è un diritto garantito. Insomma diritti che solo uno stato laico, o nel libero mercato, che si basi sull'uguaglianza di tutti può dare maggiori opportunità”.

GIANNINI - Martino le chiede: si cambia la legge elettorale ma non si parla mai del conflitto di interessi. Non è il caso di mettere anche questo punto nel programma di un futuro governo?
“ Può giurarci! L'Italia dei Valori ma anche tutti coloro che hanno a cuore le sorti del nostro Paese, non possono non mettere al primo posto il tema del conflitto di interessi. Bisogna approvare una legge che eviti che torni un domani un soggetto alla Berlusconi maniera. Magari torna qualcuno peggio di Berlusconi, che ha molti elementi caricaturali: è un Mussolini in sedicesima che fa ridere anche se spesso imbarazza. Per evitare ciò, il conflitto di interessi è una delle priorità programmatiche che dovrebbero accomunare maggioranza e opposizione. Ribadisco: io mi auguro che una nuova legge elettorale non stravolga il bipolarismo. In caso contrario nasceranno tanti partiti che chiedono il voto agli elettori sulla base di un rapporto clientelare e di scambio messo a disposizione di coloro che offrono di più. Anche questo è conflitto di interessi”.

GIANNINI - Per concludere alcune agenzie di Bersani all'ansa sulle prossime scadenza e sulle date del 13 e 14 dicembre... cosa ne pensa?

“E' la ragione della dichiarazione congiunta fatta questa mattina. E' assurdo che la maggioranza faccia ostruzionismo a se stessa per far campare un giorno in più il governo. Chi gli è lo fa fare? Il mercato della vacche grasse nel retrobottega del parlamento per spostare deputati offrendo ricandidature se non addirittura vere e proprie regalie per mantenere lo status quo. Per questo noi diciamo: prima andiamo alle elezioni, prima ci liberiamo di questi venditori di fumo”.

GIANNINI - Ma lei può farci i nomi di qualche parlamentare dell'Idv che è stato contattato?
“Quelli che sono stati contattati hanno respinto sdegnati questa proposta. Anche oggi qualcuno è passato da FLI nuovamente al PDL. Grazie a Dio i miei resistono ancora. Io vorrei una legge che quando un parlamentare cambia bandiera, torna a casa. Lo so che è un diritto costituzionale cambiare giacchetta ma i padri della Costituente aveva sicuramente uno spirito diverso da quello di oggi.

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